PROVERBI raccolta alfabetica lettere O-R di Vesprini Albino da Belmonte Piceno

O a Napoli in carrozzella o al bosco a far carbone.

O Cesare, o nessuno.

O danni o malanni, continui affanni.

O dente, o ganascia.

O muore il cieco o chi l’accompagna o tutti e due.

O parlar bene del cavallo o scendere dal calesse.

O scoppia la pentola, o si cuociono i fagioli.

O va la pipa, o si spacca la cannuccia.

Occhi di belle donne, fanno tremare le colonne.

Occhi turchini e capello biondo, fanno la donna più bella del mondo.

Occhio non vede e cuore non duole.

Occhio ridente è abbinato a cuore innocente.

Oggi fiore, domani fieno.

Oggi forte, domani a morte.

Oggi male, domani bene, piglia il mondo come viene.

Oggi tutta la stima va solo a chi arriva prima.

Ogni acqua spegne la sete.

Ogni aiuto è buono.

Ogni albero dà la sua ombra a chi la chiede.

Ogni albero ha la sua ombra.

Ogni amico ha un altro amico.

Ogni amore ha la sua spesa.

Ogni animale fa il suo verso.

Ogni animale scaccia le mosche con la coda che ha.

Ogni anno è un anno in più per l’ottimista.

Ogni arte ha i suoi segreti.

Ogni bel fiore perde odore.

Ogni bel gioco dura sempre poco.

Ogni botte dà il vino che ha.

Ogni cane dimena la coda, ed ogni villano vuol dire la sua.

Ogni casa ha la sua croce.

Ogni cattivo cane ha la corda lunga.

Ogni cavallo vuole sprone ed ogni donna vuol bastone.

Ogni chiesa ha le sue indulgenze.

Ogni convento ha la sua regola.

Ogni cosa è meglio della morte.

Ogni cosa ha il suo perché.

Ogni cosa ha il suo tempo.

Ogni cosa lasciata, è persa.

Ogni cosa obbedisce allo splendore della ricchezza.

Ogni cosa vale quanto la si stima.

Ogni cosa vuole misura.

Ogni cuore ha il suo dolore.

Ogni dì fa sera.

Ogni dì ne passa uno.

Ogni difetto ha la sua scusa.

Ogni diritto è diritto perché c’è chi lo fa rispettare.

Ogni discorso finisce male con le teste senza sale.

Ogni domani porta i suoi pani.

Ogni erba diventa fieno, e ogni scarpa diventa ciabatta.

Ogni estremo è un vizio.

Ogni farfalla trova il suo fiore.

Ogni fastidio agli occhi, peggiora se lo tocchi.

Ogni favola ha la sua morale.

Ogni fiore ha il suoi odori, ogni mano i suoi lavori.

Ogni fiume ha la sua sorgente.

Ogni fiume non può evitare di entrare dentro il mare.

Ogni foglia che muore o che si perde, ridà vita ad un’altra foglia verde.

Ogni formica ama il suo buco.

Ogni giorno diventa paglia.

Ogni giorno è maestro del successivo.

Ogni giorno ha le sue pene.

Ogni giorno passa il meglio.

Ogni giorno va via senza ritorno.

Ogni grillo si crede cavallo.

Ogni legno ha il suo fumo.

Ogni legno ha il suo tarlo, che sa come rosicchiarlo.

Ogni madre crede che il sole splenda solo per il suo bambino.

Ogni male vuole la giunta.

Ogni mattone saggio quando tace.

Ogni medaglia ha il suo rovescio.

Ogni minima cosa può essere utile.

Ogni nocchiero parla di vento.

Ogni occhio ha il suo sguardo.

Ogni onesto sudore, è titolo d’onore.

Ogni orologio segna la sua ora.

Ogni paese ha la sua usanza, e ogni culo la sua panza.

Ogni pazzo è savio quando tace.

Ogni pazzo vuol dare consiglio.

Ogni popolo ha il suo costume.

Ogni prete loda le sue reliquie.

Ogni puledro vuol rompere la cavezza.

Ogni rana, ama la sua pozzanghera.

Ogni re ed ogni papa, ogni giorno piscia e caca.

Ogni sacrestano suona le sue campane.

Ogni scarafaggio è bello per la sua mamma.

Ogni scimmia, agli occhi di sua madre, è una gazzella.

Ogni serpente ha il suo veleno.

Ogni stagione ha il suo colore.

Ogni strada, ogni sentiero ci conduce al cimitero.

Ogni tetto ha un coppo rotto.

Ogni uccello vola con le sue ali.

Ogni uomo ha la sua panza, ed ogni paese la sua usanza.

Ogni uscio ha il suo cruccio.

Ogni veleno ha il suo antidoto.

Ogni vicolo porta in piazza.

Ogni vizio ha la sua scusa.

Ognuno canta con la sua voce.

Ognuno crede che i suoi malanni siano i più grossi.

Ognuno crede facilmente a ciò che desidera.

Ognuno deve conoscere la propria misura.

Ognuno difende l’opera che ha fatto.

Ognuno è fatto a modo suo.

Ognuno è nemico dell’arte sua.

Ognuno è re a casa sua.

Ognuno è re della sua casa.

Ognuno ha ciò che si merita.

Ognuno ha la vecchiaia che si prepara.

Ognuno impara a sue spese.

Ognuno la pensa a modo suo.

Ognuno odia il suo vicino se è principiante di tamburo o violino.

Ognuno parla bene del suo mestiere

Ognuno parla del suo mestiere come il ciabattino.

Ognuno per sé e Dio per tutti.

Ognuno pratichi l’arte che conosce.

Ognuno sa navigare col bel tempo.

Ognuno si aiuta con le unghie che ha, disse l’asino.

Onestà e gentilezza sopravanza ogni bellezza.

Onestà, grazia e gentilezza valgono più della bellezza.

Onesti e disonesti hanno tutti le stesse vesti.

Opera secondo la legge e non temer castigo.

Orecchi da mercante, sono aperti dall’oro tintinnante.

Osserva gli altrui difetti, evitali e poi rifletti.

Oste all’uscio pochi clienti.

Oste cornuto, tanti clienti.

Ove c’è la concordia c’è vittoria.

Ovunque ci troviamo, stiamo sempre sotto lo stesso cielo.

Padre che risparmia il bastone, fa il figlio birbone.

Padre usuraio, figlio ricco e nipote pitocco.

Pane e vino, vita da cristiano.

Pane, vino e biada accorciano la strada.

Parla all’amico pensando che può diventare tuo nemico.

Parla pochissimo di te, poco degli altri e molto delle cose.

Parla poco e ascolta assai, così giammai tu sbaglierai.

Parlar molto e dire il vero è cosa difficile.

Parlare con un matto e fare a cappellate con i passeri è la stessa cosa.

Parlare senza pensare è come sparare senza mirare.

Parliamo meno che il silenzio è d’oro, dicono i taciturni tra di loro.

Parola del re è comandamento.

Parola detta e sasso tirato non tornano indietro.

Parole dette tra i denti non sono mai complimenti.

Partisti aglio e tornasti cipolla.

Partita la puttana, finito lo scandalo.

Passasse l’Angelo e dicesse Amen.

Passata la trentina nessuna donna è più bambina.

Passione, fame e vivere in disparte, si crea così la vera arte.

Pazzo è quel prete che biasima le sue reliquie.

Peccato confessato è mezzo perdonato.

Peccato del signore fa piangere il vassallo.

Peggio è per chi muore, chi vive ancora gode.

Peggio nudi che male vestiti.

Pelle che non puoi vendere, non la scorticare.

Pene e guai li trovi dove vuoi.

Pene e guai non finiscono mai.

Pensa molto, parla poco e scrivi meno.

Pensa oggi e parla domani.

Pensa oggi e parla domani.

Pensarci prima per non pentirsi poi.

Pensare all’eternità male non fa.

Per amore della rosa si sopportano le spine.

Per arrivare a qualunque scopo, pensa prima e parla dopo.

Per avere poco, domanda assai.

Per bere alla sorgente si deve andare contro corrente.

Per cantare l’uccello, per parlare il cervello.

Per carnevale ogni scherzo vale

Per cercare un ago non si sprecano due candele.

Per chi è bella la cornacchia, è brutto il pavone.

Per chi fugge ogni buco è porta.

Per chi la parola è tutto, il parolaio è uno scienziato.

Per chi non ha vesti, Dio fa spuntare il sole.

Per chi paga poco la messa è breve.

Per chi paga poco la messa è corta.

Per chi sta in basso, quando arriva in alto, tutte le cose diventano difficili.

Per chiedere aiuto ai Santi, bisogna cominciare a fare.

Per chiedere ci vuol solo un po’ di faccia tosta.

Per condire l’insalata non ci vogliono le parole, ma olio e sale.

Per conoscere la verità, bisogna sentire due bugiardi.

Per digerire a modo, mastica pure il brodo.

Per diventare ricchi, bisogna avere un parente a casa del diavolo.

Per essere ignorante non ci vuole tanto studio.

Per fama volano i somari.

Per far l’eroe ci vuole la guerra.

Per far tacere l’eco non c’è altro che tacere.

Per fare i furbi ci vogliono i minchioni.

Per fare la zanzara non occorre studiar la tromba.

Per farti amare, devi farti desiderare.

Per grattare un gran prurito, occorre più di un dito.

Per gustare il cappone bisogna essere in due: tu e il cappone.

Per i cavalli buoni non servono speroni.

Per i poltroni è sempre festa.

Per il cavallo che non porta sella, la biada non si crivella.

Per il filosofo è sempre bel tempo.

Per il galletto sopra il tetto, ogni vento è bene accetto.

Per il no non servono notai.

Per il pazzo ogni dì è festa.

Per il re spesso, per la patria sempre.

Per imparare a vivere, c’è tempo fino alla morte.

Per la fame e la paura non c’è metro né misura.

Per la via di mezzo vai sicurissimo.

Per l’arrosto c’è sempre posto.

Per l’asino duro, bastone grosso.

Per lo stolto l’uomo vale per quello che ha.

Per l’ospite importuno non si trova la seggiola.

Per l’uomo disonesto, neppure la legge fa testo.

Per mantenere un corpo sano, basta dai vizi star lontano.

Per molti la verità è il sentito dire.

Per necessità corre pure lo zoppo.

Per necessità il gatto attraversa il fiume.

Per nulla anche il cane non dimena la coda.

Per offese bollenti, non esistono unguenti.

Per ogni dolore non si corre dal medico.

Per ogni malattia, Dio fa crescere un’erba.

Per ogni volpe in giro c’è sempre un pollo a tiro.

Per Ognissanti, mantello e guanti.

Per pensare bisogna aver la testa.

Per perdere il cervello bisogna averlo.

Per salire più in alto qualcuno fu appeso alla forca.

Per Santa Caterina (21 novembre) la neve sulla collina.

Per santa Caterina le giornate si accorciano d’un passo di gallina.

Per scegliere il melone e la moglie, raccomandati a Dio.

Per scherzo non si impicca nessuno.

Per sempre ti saluta un’occasione perduta.

Per superare certi ostacoli, la costanza fa miracoli.

Per tanti, davanti ai guadagni, il Vangelo ed il Corano son compagni.

Per timore mai si deve perdere l’onore.

Per togliere un morto da casa ci vogliono quattro vivi.

Per un bel fuoco, un ramo solo è troppo poco.

Per un buon consiglio, non si guarda al prezzo.

Per un gustoso arrostino, tanta salvia e rosmarino.

Per un miracolo non si va sull’altare.

Per una buona rifinitura ci vuole sempre tempo e cura.

Per una corda gratis un ebreo si fece impiccare.

Per una dormita serena, basta una parca cena.

Per vedere i tuoi difetti fatti prestare gli occhi dal nemico.

Per vincere una lite non basta aver ragione.

Per vivere più che sereno, mangia poco e bevi meno.

Per vivere sani bisogna pisciare spesso come i cani.

Percosse d’amore non danno dolore.

Perde frutti e ombra chi taglia l’albero.

Perdona a tutti, ma niente a te stesso.

Perdona a tutti, ma nulla a te.

Perdonare da uomini, scordarsene è da bestie.

Perduta l’ancora, restano i santi.

Pesa giusto e vendi caro.

Pesce fuggito non canta in padella.

Pesci e notizie, se non son freschi non sono buoni.

Piano che le scale son di vetro.

Piano merlo che la fratta è poca.

Piano, piano da schiavo si diventa guardiano.

Piano, piano ricercandolo, si trova sempre il bandolo.

Piegati giunco che arriva la piena.

Piena di tormenti è la custodia di una grande ricchezza.

Pietra che rotola è sempre pulita.

Pietra che rotola non accumula sporcizia.

Pietra dopo pietra si costruiscono le cattedrali.

Pietro male, Paolo peggio.

Pilato manda ad Erode, ed Erode rimanda a Pilato.

Pioggia di primavera non è cattivo tempo.

Piove lentamente, piove veramente.

Pistola scarica fa paura a due.

Più digiuna l’avaro, più mangiano gli eredi.

Più è alta la passione e più è bassa la ragione.

Più è grande la fortuna più è grande la servitù.

Più furbo di tutti fu il buon Ladrone, che rubò il Paradiso a fianco del Padrone.

Più grande la porta, più grosso il chiavistello.

Più il ceppo arde, più diventa cenere.

Più il portafoglio è grosso, più ti pesa addosso.

Più la causa pende, più la causa rende.

Più la festa è grande più suonano le campane.

Più la festa è grande, più il diavolo è in faccende.

Più la luce è forte, più si vedono le macchie.

Più leggi, più disordine.

Più piccolo è il vaso, migliore è l’unguento.

Più presto viene il pericolo quando lo si disprezza.

Più risparmia l’avaro, più ridono gli eredi.

Più si campa e più se ne vede.

Più si discute e meno ci si accorda.

Più si dorme e meno si campa.

Più si giudica e meno si ama.

Più si gonfia il portafoglio, più si restringe il cuore.

Più si impara, e meno si sa.

Più si sfratta e più ci si vede.

Più si sta zitti e meno si sbaglia.

Più si stringe il cerchio meno perde la botte.

Più son forti le bufere, più si prega con fervore.

Più stolti ci sono, più si ride.

Più uno è grosso e più è coglione.

Più uno è ignorante, più è arrogante.

Più vicino sono i cani, più svelte sono le gambe.

Piuttosto cappello in mano, che mano in borsa.

Piuttosto che mai, è meglio più tosto, diceva la vedova.

Piuttosto morire che disonorarsi.

Placato il cane è più facile rubare.

Poca scienza e molta coscienza.

Poche cose sono durevoli e nessuna eterna.

Poche pecore e molta vigna, tutta rogna e molta tigna.

Poche vedove sono inconsolabili.

Pochi denari e molto onore.

Pochi soldi, poche messe.

Poco cervello, pochi pensieri.

Poco conta il vento a favore, se la barca non ha timoniere.

Poco e buono riempie il piatto.

Poco guadagno e tante spese, ti rovinano in un mese.

Poco interessa ciò che è permesso.

Poco pane, poche pene.

Poco popolo, poca predica.

Poeti e pittori, sono sempre sognatori.

Pollastra per far uova e le donne vecchie per la casa.

Porco grasso, mai contento.

Porco pulito non fu mai grasso.

Porta aperta per chi porta, e chi non porta parta.

Portar acqua al mare e vasi a Samo, è una grande idea pensata da uno scemo.

Portare il pesce al mare, è sempre stato un magro affare.

Poter nuocere e non farlo è merito grandissimo.

Poveretta è la capra ché l’ha sempre scoperta.

Povero e chi ha bisogno.

Povero è chi non sa far niente.

Povero è il paese ove in tanti, tirano le redini con i guanti.

Povertà non è vizio.

Prediche corte e salcicce lunghe.

Prendere e non dare in amicizia non può durare.

Presto è bene di rado avviene.

Presto e bene non stanno mai insieme.

Presto imparato, presto dimenticato.

Presto muore l’amicizia forzata.

Prete dove canta,  mangia.

Preti, frati, monache e polli non si trovano mai satolli.

Prima aiuta i tuoi e poi chi tu vuoi.

Prima che sia pronta la cavalleria, la guerra è finita.

Prima che un cieco tappi una botte il vino è perduto.

Prima della virtù, Dio ho messo il sudore.

Prima delle nozze rose e fiori, il giorno dopo pene e dolori.

Prima di far visita al leone, accertarsi se ha già fatto colazione.

Prima di incominciare a lavorare, pensa come puoi lavorar di meno.

Prima di tagliare misura sette volte.

Prima fregatene e poi arrangiati.

Prima muore il capretto e poi la capra.

Prima si mangia e poi si ragiona.

Promettere e dimenticare, è cosa facile da fare.

Promettere è una cosa, mantenere  un’altra.

Promettere non mantenere e villania.

Promettere una cosa è mantenere un’altra.

Pugno di ferro in guanto di velluto.

Può bastare un lumicino per non perdere il cammino.

Pur d’aver capo sano, si fa a meno di una mano.

Purtroppo il poco guasta il gioco.

Qualche volta folleggiare a tutti piace.

Qualche volta si addormenta anche il grande Omero.

Qualsiasi tiranno dorme poco.

Quando a letto stanco Sali, lascia i crucci agli stivali.

Quando arriva Don Quattrino anche il Vescovo si inchina.

Quando arriva il cane arriva anche la coda.

Quando arriva la fava, ogni povero se la cava.

Quando arriva la gloria svanisce la memoria.

Quando arriva la minestra, non c’è più sinistra o destra.

Quando cantano le cicale, al lavoro si va con il boccale.

Quando cantano le cicale, i bachi mettono le ali.

Quando c’è il solleone bevi acqua col sifone.

Quando c’è l’appetito, tutto è gradito.

Quando chiama la comare, sempre bisogna andare.

Quando ci si sposa, si vede tutto rosa.

Quando credi di cominciare a star bene, cominci a star male.

Quando Dio chiude una finestra, apre una porta.

Quando Dio non vuole, i santi non possono.

Quando Dio t’ha fatto il biglietto, bisogna andare.

Quando è alta la passione è bassa la ragione.

Quando è destino non giova fuggire.

Quando è notte non ci sono donne brutte.

Quando è scarso il pane, vanno bene anche le croste.

Quando è spenta la candela anche la brutta pare bella.

Quando esci dalla cantina non salire sul campanile.

Quando finisce il beverone nel trogolo, i maiali si combattono fra di loro.

Quando fra i potenti vi è lotta, sono gli umili che si ritrovano con la testa rotta.

Quando gli agnelli vanno in collera sono peggiori dei lupi.

Quando gli asini parleranno latino, la fine del mondo sarà vicino.

Quando gli conviene il cane zoppica.

Quando i buoi non hanno sete è inutile zufolare.

Quando i buoi non vogliono arare, non serve fischiare, ma solo bastonare.

Quando i furbi vanno in processione, il Diavolo porta la croce.

Quando i gamberi vecchi vanno indietro, i giovani non vanno avanti.

Quando i sagrestani sono tanti nessuno chiude la chiesa.

Quando il benessere passa le porte, poveri e onesti tenetevi forte.

Quando il caso è disperato, solo la Provvidenza può dare aiuto.

Quando il castrone starnuta, il tempo muta.

Quando il cazzo fa stoppino, lascia la donna e prendi il vino.

Quando il cervello troppo varia, bisogna dargli aria.

Quando il corvo vola sopra la pecora, male per quella.

Quando il culo canta, il dottore si spaventa.

Quando il culo è avvezzo al peto non si può tenere cheto.

Quando il culo tuona, la salute è buona.

Quando il diavolo prega, tiene d’occhio una preda.

Quando il dolore gira è leggero.

Quando il grano fa la resta, non vuole acqua in testa.

Quando il gregge si sbanda, il lupo fa merenda.

Quando il lupo ed il cane firmano la pace, povere pecore.

Quando il lupo muore, le pecore non mettono il lutto.

Quando il marito si risparmia, la moglie va al mercato.

Quando il mondo ride, la chiesa piange.

Quando il padre è troppo buono, i figli non lo sono.

Quando il padrone beve, ha sete anche il servo.

Quando il pollice grida, l’indice non canta.

Quando il povero dona al ricco, il diavolo se la ride.

Quando il principe dorme, gli affari di stato russano.

Quando il saggio indica il cielo, lo sciocco guarda il dito.

Quando il sole tramonta, l’asino si impunta.

Quando il topo mangia cacio, non ha tempo per fischiare.

Quando il tuo diavolo nasceva, il mio già andava a scuola.

Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico.

Quando incontri i coglioni riempi il sacco.

Quando la casa brucia, si scaldano tutti.

Quando la casa vicina brucia, porta acqua a casa tua.

Quando la cicala cica cica, la formica spiga spiga.

Quando la donna cammina a quaglia se non è puttana poco si sbaglia.

Quando la donna canta vuole quello che gli manca.

Quando la donna è bella non è una poverella.

Quando la donna fa l’occhietto, è un chiaro invito ad andarci a letto.

Quando la fame entra in casa, l’amore fa fagotto.

Quando la formica vuol morire, mette le ali.

Quando la fortuna zufola, balla anche lo zoppo.

Quando la gallina canta, l’uovo è fatto.

Quando la gente dice se non è rapa è radice.

Quando la greppia è vuota, gli asini si tirano calci.

Quando la pecora balla con l’asino va a casa con zampe rotte.

Quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa.

Quando la superbia sale in carrozza, la dignità scende.

Quando la superbia sale, l’amicizia scende.

Quando la vedova si rimarita, la penitenza non è finita.

Quando l’acqua arriva al culo, tutti imparano a nuotare.

Quando l’agnello bela, la pecora ha belato.

Quando l’allodola vola troppo in alto, incappa nel falco.

Quando l’asino incontra l’asina, raglia e piscia.

Quando le cose non si sanno fare, non si sa nemmeno comandare.

Quando le fave vanno in fiore, i pazzi vanno in furore.

Quando l’età è tanta, l’anima diventa santa.

Quando l’offesa è troppo amara, non c’è scusa che ripara.

Quando l’ospedale brucia si vede chi è veramente malato.

Quando mangio e quando trombo, non mi chiamar che non rispondo.

Quando non c’è lardo ci si attacca alla cotenna.

Quando non c’erano libri bastavano i proverbi.

Quando non se ne può più si torna al buon Gesù.

Quando non si ha più fame, non è buono pane e salame.

Quando passa l’imperatore, l’asino fa le sue cose.

Quando passano i canonici, la processione è finita.

Quando piove, piove per tutti.

Quando rintocca il campanone, per cena il prete ci ha un cappone.

Quando se ne vanno gli amori, restano i dolori.

Quando sei stanco e al letto sali, i crucci lasciali a li stivali.

Quando serve se sei scemo fatti furbo, e se sei furbo fatti scemo.

Quando si secca, si stima la fontana.

Quando soffia madama Fortuna, i granelli fan presto una duna.

Quando sono in troppi a fare fuoco il paiolo non bolle mai.

Quando suona il tamburo l’asino smette di ragliare e si mette a lacrimare.

Quando tuona, da qualche parte piove.

Quando tutti comandano non si fa mai nulla.

Quando tutto va in rovina la Provvidenza si avvicina.

Quando un cattivo vuol comparire buono, allora è pessimo.

Quando un cieco porta la bandiera, solo i coglioni gli vanno dietro.

Quando una cosa diventa comune, è disprezzata.

Quando una donna abbassa gli occhi pensa una bugia.

Quando una donna vuole, non le servono parole.

Quando uno è in ballo, deve ballare.

Quando uno è sfortunato passa dove cade la tegola.

Quando uno è troppo buono, fa la parte del coglione.

Quando uno si deve rompere il collo, trova una scala al buio.

Quanto di più di una finestra, apre una porta.

Quattordici ne fa la capinera: sette ne lascia e sette ne alleva.

Quattrini e santità, la metà della metà.

Quattrini non sudati se ne vanno al primo vento.

Quattro lumi non si accendono.

Quel che è dato, è dato.

Quel che è gratis va preso come è.

Quel che lascia Cristo se lo piglia il fisco.

Quel che l’occhio non vede, cuore non crede.

Quel che non duole non si fascia.

Quel che si dimentica non si rimpiange.

Quel che si fa volentieri non è fatica.

Quel che si mangia con appetito non fa male e non strozza.

Quel che si risparmia in fieno, va poi nella frusta.

Quel che vedi poco credi, e a quel che senti quasi niente.

Quel non si può curare si deve sopportare.

Quella corda non è al suo posto, disse una donna al frate.

Quelli che hanno dollari o ducati, signori son chiamati.

Quelli senza denti sentono freddo in tutti i tempi.

Quello che all’amico dici, lo sapranno tutti gli amici.

Quello che Dio non vuole, i santi non possono.

Quello che l’occhio non vede, il cuore non lo crede.

Quello che non danno i campi, non ce l’hanno nemmeno i santi.

Quello che non sa, è come quello che non vede.

Quello che oggi sprechi, domani ti manca.

Quello che sfugge non va nel conto.

Quello che si impara a proprie spese difficilmente si dimentica.

Quello che si impara a proprie spese, non lo si dimentica facilmente.

Quello che sta su la mente, non si vede e non si sente.

Quello è uno che siede su due sedie.

Questo è il vezzo più italiano, lamentarsi e far baccano.

Qui casca l’asino.

Raglio d’asino non arrivò mai in cielo.

Raramente si accoppia la bellezza alla saggezza.

Restar vedovi è una gran disgrazia, ma tanti la desiderano.

Ricchezza e scienza non hanno la stessa residenza.

Ricchezza e sopruso sono fratelli.

Ricchezza mobile, miseria stabile.

Ricchezza non fa gentilezza.

Ricchezza poco vale a quello che l’usa male.

Ricchi in tre mesi, al quarto appesi.

Ricco è quel fondo che ha il fosso d’intorno.

Riconoscere il peccato è inizio di pentimento.

Ricordati sempre che devi morire.

Ricotta, pesce fresco e amici poveri se ne vanno presto.

Ridotto come Don Farguccio, senza mantello e senza cappuccio.

Ritorna in porto senza barca chi esce senza ancora.

Roba che ciondola non cade mai.

Roba male acquista non dura un’annata.

Roba poca, sempre avanza.

Roba trovata è mezza rubata.

Roma paga, e Roma magna.

Rosso di fuoco, dura poco.

Rosso di sera, buon tempo si spera.

Rozzo è il villano e tre volte l’ortolano.

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