PROVERBI Raccolta alfabetica lettere D-H . Vesprini Albino da Belmonte Piceno

Da amico menzognero e da frate senza monastero non ti fidare.

Da chi ci loda si deve scappare e chi ci biasima si deve sopportare.

Da chi mi fido mi guardi Dio, da chi non mi fido mi guardo mio.

Da chi ti dona guardati.

Da come misura si conosce il mercante.

Da cucina spenta fuggono anche le mosche.

Da Dio vengono le grazie, da noi le disgrazie.

Da donna di razza nasce prima la ragazza.

Da due volpi non nasce un agnello.

Da fiume muto passa lontano.

Da gente senza figli, né denaro né consigli.

Da gola secca non esce canzone.

Da lontano si sente la campana possente.

Dà poca credenza al giudice che troppo spesso fa udienza.

Da puledro scabbioso, talvolta cavallo prezioso.

Da ricchi impoveriti da poveri arricchiti, prega Dio che ti aiuti.

Da ricchi impoveriti e da poveri arricchiti, prega Dio che ti salvi e che t’aiuti.

Da un cuore corrotto, nulla di buono viene prodotto.

Da un giudice che pende, giustizia invano si attende.

Da un libro vuoto non si raccoglie sapienza.

Da un umile tugurio può uscire un grande uomo.

Da un vecchio saggio c’è da imparare anche quando tace.

Da una donna vecchia si guarda pure il diavolo.

Da una invenzione ne viene un’altra.

Da una pioggia d’oro nessuno cerca riparo.

Da uovo bianco, pulcino nero.

Dagli amici mi guardi iddio, che dai nemici me ne guardo io.

Dai brillanti non nasce nulla, dal letame i fiori.

Dal brodo si capisce se è pecora.

Dal mare sale, dalla donna male.

Dal migliore amico la prima sassata.

Dal parlar si nota, se una persona è vuota.

Dal sapere viene l’avere.

Dalla devozione nasce la prosperità e la figlia uccide la madre.

Dalla mano alla bocca si perde la zuppa.

Dalla prudenza viene da pace e dalla pace viene l’abbondanza.

Dall’amico e dal parente, se tu puoi non comprar mai niente.

Dall’asino aspettati calci.

Dalle risse dei villani e meglio star lontani.

Dalle schegge si sa del ceppo.

D’amore sono morti pochi.

Dapprima in moglie, la seconda compagnia e la terza eresia.

Dar l’incenso ai morti è tempo perso.

Dare a credito è un grave errore, si perde merce e avventore.

D’aria non si campa.

Date sempre un obolo a Belisario.

Davanti agli affari né parenti né compari.

Davanti al mistero ogni superbia è zero.

Debiti e peccati chi li fa li paga.

Decise affermazioni vogliono il sostegno di buone ragioni.

Dei peccati dei signori fanno la penitenza i poveri.

Dei potenti conviene sempre parlar bene.

Dei re e dei tiranni lunga è la mano.

Del bene si fa, ma non si dice.

Del fuoco che arde in cima non ne fare stima.

Del male degli altri si guarisce presto, del proprio si muore.

Del sole di marzo, dell’acqua del mare e della donna che fischia non ti fidare.

Delle cose incerte non si fa legge.

Dell’uomo elemosiniere Iddio è tesoriere.

Delusioni e cialde si mangiano calde.

Denari e santità, metà della metà.

Denari senza stento se ne vanno come il vento.

Denari, boschi e prati sono entrate per preti e frati.

Denaro nascosto non fa guadagno.

Denti radi, fortuna fitta.

Dentro Nerone, fuori Catone.

Dentro un abito modesto, spesso batte un cuore onesto.

Dentro una testa vuota l’orgoglio fa la ruota.

Destino dato non può essere cambiato.

Detto per detto non si impicca nessuno.

Deve perdonare facilmente chi ha bisogno di perdono.

Di amico menzognero e di frate senza monastero, non ti fidare.

Di buoni propositi è pavimentato l’inferno.

Di buoni propositi è pieno l’Inferno.

Di chi fa troppe scene, sempre diffidar conviene.

Di chi muore e sta lontano, la vita vale meno.

Di chiacchiere non si satolla un gatto.

Di curiosità campano le civette.

Di debiti non si muore, a volte ci si vive meglio.

Di digiuno non muore nessuno.

Di dolore non si muore, ma d’allegrezza sì.

Di dolore non si muore.

Di dolore si strilla.

Di donne col naso all’insù, una per casa e non di più.

Di due cose si può morire: di contentezza e di soffrire.

Di eroi sono pieni i cimiteri.

Di fastidi non si muore, ma si campa male.

Di fonte al mistero anche lo scienziato è zero.

Di giorno si guarda, di notte si ascolta.

Di meno rischia chi se ne infischia.

Di notte la villana è bella quanto la dama.

Di notte siamo tutti d’un colore.

Di notte tutte le vacche sono nere.

Di notte tutti i gatti sono bigi.

Di notte tutti i gatti sono neri.

Di ogni epoca vanno considerati i costumi.

Di Papa ce n’è uno solo.

Di propositi e rimpianti sono pieni i camposanti.

Di quel che avanza non si fa carità.

Di quelli che vanno al cimitero molti tornano, qualcuno no.

Dì solo quelle che ti preme, non dir né male né bene.

Di uomo che ghigna e cane che ringhia, non ti fidare.

Dice la Sacra Scrittura: lavora vecchio che hai la pelle dura.

Dice una occhiata che una predica.

Dieta sobria e nutriente, fortifica la mente.

Dietro al mulo e avanti lo scalpellino ci si mette solo un cretino.

Dietro ogni uomo “grande” c’è una donna.

Diffida di chi ti risponde prima di aver ascoltato le tue domande.

Digiuno serale non fece mai male.

Dillo al pazzo e lo farà.

Dillo alla donna e non ricorrere al diavolo.

Dimmi chi sono, ma non mi dire chi ero.

Dinanzi al re si tace o si dice quello che a lui piace.

D’inverno il pazzo aspetta le rose, d’estate il savio le coglie.

Dio  stesso aiuta gli audaci.

Dio acconsente, ma non sempre.

Dio aiuta tutti quanti, compresi i furfanti.

Dio aiuti i poveri che i ricchi si aiutano da sé.

Dio attende fuori orario anche il ritardatario.

Dio ci dà la noci ma non ce le schiaccia.

Dio ci liberi da quelli che dicono di non aver fame.

Dio ci scampi dalla guerra e da chi parla e guarda in terra.

Dio dà la croste secondo i denti.

Dio dice: a camparvi non mi sgomento, a contentarvi sì.

Dio fa i cavicchi secondo i buchi.

Dio ha pensato a tutto, anche a far comparir bello chi è brutto.

Dio manda il freddo secondo i panni.

Dio manda le ferite e i medicamenti.

Dio mi tenga lontano da chi ha studiato un libro solo.

Dio non accusa, ma punisce.

Dio non fa crescere nessun albero fino al cielo.

Dio non guarda almanacchi, quando la manda piove.

Dio non manda mai bocca che non mandi pure cibo.

Dio non mandò mai piaga senza mandare l’unguento.

Dio non mangia e non vede, ma giudica ciò che vede.

Dio non paga il sabato.

Dio perdona a chi offende, ma non a chi piglia e non rende.

Dio ti liberi dai cazzotti del contadini, persecuzione dei frati ed odio dei preti.

Dio ti salvi da un cattivo vicino e da un principiante di violino.

Dio vede e provvede.

Diradando le bevute si prolunga la salute.

Discorso breve, buon discorso.

Disegno di pover’uomo mai si realizza.

Disgrazie e spie son sempre pronte.

Disse l’asino al porco:”Meglio la paglia che la farina. La farina è la tua rovina !”

Diventato Nerone perché era uno straccione.

Diversi son degli uomini i cervelli, a chi piace la torta e a chi i tortelli.

Diverso ti credi finché non ti rivedi.

Diverso ti credi, finché allo specchio non ti rivedi.

Domandando si arriva a Roma.

Domandando si trova.

Domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Domandare è mezzo sapere.

Domandare non costa niente.

Don Credevo e Don Pensavo morirono di fame.

Don Zurla, se va, va; se no è una burla.

Donare è onore, pregare è dolore.

Donato è morto e Cortesia è in agonia.

Donna adorna, tardi esce e tardi torna.

Donna alla finestra, gatta alla minestra.

Donna barbuta con i sassi si saluta.

Donna buona vale una corona.

Donna che allatta mangia quanto una vacca.

Donna che fischia e uomo che fila, fuggi via senza domandare.

Donna che ha molti amici, ha molte lingue mordaci.

Donna che per amor si piglia, si tenga in briglia.

Donna che piange, cavallo che suda, bugiardi come Giuda.

Donna che prende, presto si arrende.

Donna che sa il latino è rara cosa, ma non prenderla mai per sposa.

Donna che ti stringe e che le braccia al collo ti cinge, poco t’ama e molto finge.

Donna corta, maliziosa e accorta.

Donna di finestra, uva di strada.

Donna dotta e vesti brutte, rimangono sempre appese.

Donna e  fuoco toccali poco.

Donna e capre vogliono la corda lunga.

Donna e fuoco toccali poco.

Donna finta ha il rosario in mano ed il pugnale sotto il zinale.

Donna iraconda, mare senza sponda.

Donna oziosa non può essere virtuosa.

Donna pregata nega, ma trascurata prega.

Donna ridarella, mezza puttanella.

Donna savia e bella è preziosa anche in gonnella.

Donna senza culo, alpino senza mulo.

Donna vecchia, donna proverbi osa.

Donna vecchia, donna proverbiosa.

Donna vestita di rosso, puttana fino all’osso.

Donna, padella e lume sono un gran consumo.

Donne danno, fanno gli uomini e li disfanno.

Donne e bistecche più si battono e più diventano tenere.

Donne e oche è meglio averne poche.

Donne e oche fanno sempre rumore.

Donne e sardine son buone piccoline.

Donne, asini e noci vogliono le mani atroci.

Donne, gioco e cognac, portano presto al patatrac.

Dono assai funesto della bellezza, si unita non è alla saggezza.

Dono di consiglio a volte vale più dell’oro.

Dopo i confetti si vedono i difetti.

Dopo il bere, tutti hanno un buon parere.

Dopo il contento viene il tormento.

Dopo il fulmine la notte è più serena.

Dopo il mortorio vengono le lodi.

Dopo il pasto c’è da pagare l’oste.

Dopo la cinquantina, meno donne e più cantina.

Dopo la felicità, viene la morte.

Dopo l’abbondanza viene la carestia.

Dopo l’Avemmaria la tua bella è come la mia.

Dopo l’errore ogni asino diventa dottore.

Dopo l’usanza viene la legge.

Dopo mangiato il mulo, alla greppia volta il culo.

Dopo tre giorni il pesce puzza e l’ospite stanca.

Dopo una grande amarezza, tutto di più si apprezza.

Dote di donna non arricchì mai casa.

Dove  l’oro parla, la lingua tace.

Dove arriva un maldicente nascono due nemici.

Dove ballano gli elefanti, le talpe fanno largo.

Dove beve l’arcobaleno è nascosto un gran tesoro.

Dove cade l’asino, cade il padrone.

Dove canta il gufo, l’asino batte la solfa.

Dove canta la rana, l’acqua non è lontana.

Dove cantano tanti galli si alzano tutti tardi.

Dove c’è diritto non c’è storto.

Dove c’è eredità non mancano gli eredi.

Dove c’è Eva il serpente non è lontano.

Dove c’è il fuoco, c’è anche il fumo.

Dove c’è la pace, c’è Dio.

Dove c’è la scuola non manca l’asino.

Dove ci sono allodole ci sono sparvieri.

Dove di vende e beve vino, c’è sempre un gran casino.

Dove domina il rancore, non c’è posto per l’amore.

Dove donna domina, tutto si contamina.

Dove donne in malizia, non è peccato.

Dove due amici si incontrano, Dio fa da terzo.

Dove due amici si incontrano, Dio gli fa da terzo.

Dove è gran cura del cibo, ivi è grande l’incuria delle virtù.

Dove è il Papa è Roma.

Dove è miele vi è anche fiele.

Dove è stato il fuoco rimane la cenere.

Dove entra la dote, esce la libertà.

Dove entrano tanti mestoli non si fa buona minestra.

Dov’è il cappello non paga la cuffia.

Dove il santo fa la sua chiesa, il diavolo fa la sua cappella.

Dove la donna domina e governa, ivi sovente la pace non sverna.

Dov’è la libertà, ivi e la patria.

Dove la siepe è bassa chi vi salta e chi vi passa.

Dove l’oro parla, la lingua tace.

Dove manca la natura, l’arte procura.

Dove mangiano in quattro, si mangia in cinque.

Dove non arriva il sole spesso arriva il dottore.

Dove non c’è la roba anche i cani se ne vanno.

Dove non c’è pazienza, non c’è prudenza.

Dove non c’è regola non ci sono frati.

Dove non c’è rimedio, il pianto è vano.

Dove non c’è rispetto, prospera la perfidia.

Dove non c’è roba anche i cani se ne vanno.

Dove non c’è vergogna, non c’è la virtù.

Dove non è colpa, non occorre perdono.

Dove non si arriva, ci si tira il cappello.

Dove parlano i fucili tacciono le leggi.

Dove parlano i tamburi tacciono le leggi.

Dove regna avidità, non cercare carità.

Dove regna il vino non regna il silenzio.

Dove regna la violenza, il diritto fugge.

Dove salta la capra, salta la capretta.

Dove si è in molti, ci sono gli stolti.

Dove si è in tanti, è anche pieno di tonti.

Dove si fa fuoco, nasce il fumo.

Dove si gioca, il diavolo si trastulla.

Dove si mangia in tre, c’è sempre posto per un quarto.

Dove si pialla, cadono i trucioli.

Dove si può comandare non si deve pregare.

Dove si sputa, si lecca.

Dove son figliuoli non vi sono né parenti né amici.

Dove sono donne e oche le parole non son poche.

Dove sono gli scoiattoli non si trovano noci.

Dove sono tre, uno obbedisce a due.

Dove stanno tanti figli, sta la provvidenza.

Dove stringe la scarpa lo sa solo il piede.

Dove tutti peccano, non serve confessore che assolva.

Dove tutti rubano, nessuno è ladro.

Dove uno non è conosciuto, quando parla non è creduto.

Dove uno propende per natura, è facile guidarlo.

Due “d” governano il mondo: donne e denaro.

Due cani e un osso solo, è cagnara sicura.

Due colombi insegnano a baciare.

Due ghiotti ed un cappone fanno come i cani.

Due nocchieri affondano un bastimento.

Due parole di un dotto, valgono più di un discorso di un ignorante.

Due poveri sulla porta della chiesa non fanno affari.

Due torti non fanno una ragione.

Dura più una pentola rotta che una sana.

Durano più le gengive che i denti.

E’ arrivato un altro frate, brodo lungo e seguitate.

E’ bello essere indicato a dito.

E’ bene sapere un po’ di tutto.

E’ buono il cavolo dice chi mangia arrosto.

E’ capace d’ogni cosa la donna infuriata.

E’ certo che il bastone, più di tutti insegna bene.

È chiusa e occhio aperto, non fece mai nessuno deserto.

E’ chiusa la porta per chi viene a chiedere.

E cosa crudele come la morte il temere tanto di morire.

E’ cosa turpe pensare una cosa e dirne un’altra.

E’ da fessi, essere schiavi di se stessi.

E’ da saggi adattarsi all’inevitabile.

E’ da saggio tener cari anche i ricordi amari.

E’ da veri atleti incassare duri colpi e poi vincere.

E’ difficile che l’ortica trovi una mano amica.

E’ difficile scegliere l’asino più bello.

E’ facile aggiungere qualcosa alle cose inventate.

È facile comprare quando altri vuol vendere.

E’ facile darsi delle arie con la roba degli altri.

E’ facile donare la cosa che non si vende.

E’ facile essere cocchieri se la strada è piana.

E’ facile far paura al toro dalla finestra.

E’ facile prendere pesci se intorbidi l’acqua.

E’ il male dell’agnello; aumenta la pancia e si accorcia l’uccello.

E’ impossibile bere e soffiare nello stesso tempo.

E’ impossibile confondere un elefante con una mosca.

E’ inutile la lanterna in mano al cieco.

E’ la natura che ci comanda di amare i genitori.

E’ la regola che tiene in piedi il convento.

E’ l’acqua che fa un bell’orto.

E’ maglio fare una cosa, che desiderala fatta.

E’ male giudicare le unghie ai gatti.

E’ meglio affrontare il pericolo, che avere sempre paura.

E’ meglio andare in Paradiso con l’abito stracciato, che all’Inferno con l’abito ricamato.

E’ meglio aver paura, che la paura e il danno.

E’ meglio domandare che sbagliare.

E’ meglio donar la lana che la pecora.

E’ meglio errare con molti che esser savio da solo.

E’ meglio esser geloso che becco.

E’ meglio essere mendicante che ignorante.

È meglio far la storia, che scriverla.

È meglio fare una cosa che desiderarla una fatta.

E’ meglio la moglie morta che una costola rotta.

E’ meglio l’insidia del nemico che l’invidia dell’amico.

E’ meglio mendicare che sulla forca sgambettare.

È meglio poco che nulla.

È meglio qualcosa che nulla.

E’ meglio sdrucciolar con i piedi che con la lingua.

E’ meglio un aiuto che cento consigli.

E’ meglio un cane vivo che un leone morto.

E’ meglio un carabiniere dietro che una croce davanti.

E’ meglio un Papa vivo che cento morti.

È meglio una mano dal giudice che un abbraccio dall’avvocato.

E’ minor male non aver leggi, che violarle ogni giorno.

E’ ottima cosa sopportare quello per cui non vi è rimedio.

E’ peggio la pezza che il buco.

È peggio l’invidia dell’amico, che l’insidia del nemico.

E’ peggio una buona vedova che una trista zitella.

E’ pericoloso far mettere i calzoni alla moglie.

E’ più facile che una formica mangi un tordo, che suocera e nuora vadano d’accordo.

E’ più facile criticare che far di meglio.

E’ più facile governare uno stato che tre figlioli.

E’ più facile presumere che sapere.

E’ più facile promettere che mantenere.

E’ più facile rompersi il collo che trovare chi lo accomoda.

E’ più facile sopportare la povertà per chi è nato povero.

E’ più forte una femmina di trippa che una tavola dritta.

E’ più gradito un “no” grazioso che un “sì” dispettoso.

E’ più lieve il peso portato con pazienza.

E’ più utile l’albero che il frutto.

E’ preferibile darla agli uccelli che farla mangiare dai vermi, diceva una donna.

E’ proprio stupido il debitore che dice male del creditore.

E’ quando si fa buio che si vedono le stelle.

E’ ricco assai chi si accontenta.

E’ sempre bugiardo l’ospite in ritardo.

E’ sempre meglio dare ai figli più esempi che consigli.

E’ sempre povero chi desidera.

E’ solo il primo bacio che costa.

E’ sulla strada della verità chi confessa il proprio errore.

E’ turpe non accogliere l’ospite, ma è più turpe trattarlo male o lo scacciarlo.

E’ un bel misero sollievo l’aver compagni nei mali.

E’ un buon comprare quando altri vuol vendere.

E’ un sicuro segno di saggezza, riconoscere la propria debolezza.

E’ un vero coglione l’uomo che alla moglie tiene la matassa di cotone.

E’ un vero disonesto chi si va a prestare una cosa che ha.

E una fortuna grossa fare il servo ad un padrone scemo.

E’ da savio temere il nemico per quanto debole sia.

E’ male giudicare le unghie ai gatti.

E’ meglio non avere legge, che averla e non farla osservare.

E’ meglio smarrir la strada con la buona fortuna, che star sempre al bivio.

E’ meglio trattare con un brigante  che con un ignorante.

E’ meglio un aiuto che cento consigli.

E’ meglio un silenzio eloquente  che un irragionevole parlare.

E’ mejio puzzà de vì che d’ojio santo !

E’ sempre l’uccello più lesto che afferra il verme.

Ebrei e contadini, mercanti fini.

Eccesso di giustizia è eccesso di ingiustizia.

Eclisse di sole e di luna mai portano fortuna.

Economia mantiene chiesa e sagrestia.

Entusiasmo e gioia non danno mai noia.

Erano tre fratelli ed un cugino ed ognuno tirava l’acqua al suo mulino.

Erba cruda e fave cotte, fanno star bene tutta la notte.

Erba cruda e fave cotte, si sta male tutta la notte.

Erbe crude e fave cotte, si fa vento tutta la notte.

Esser brutto è una disgrazia, ma peggio è ancor non aver grazia.

Essere sinceri è la cosa più facile.

Essere vilipesi nelle calamità è più doloroso che la calamità stessa.

Evita sempre chi soffia mentre beve.

Fa il bene e lascia dire.

Fa la festa quando viene, se la vuoi far bene.

Fa’ oggi quello che devi far domani.

Fa più bene una dormita che una mangiata.

Fa più danni e misfatti un solo topo che tre gatti.

Fa più luce un bel salame appeso al soffitto che sette candele sulla tavola.

Fa più male una vespa che cento mosche.

Fa più paura un cane vivo che un leone morto.

Fa più rumore una foglia che casca che una foresta che cresce.

Fa prima il frate ad alzarsi che il diavolo a mettersi le scarpe.

Fa prima il tempo a cambiarsi, che la sposa a vestirsi.

Fa prima una gallina a spargere che cento a radunare.

Fa quello che deve chi fa quello che può.

Faccia bella, mezza dote.

Faccia l’arte chi la sa fare.

Faccia senza colore, falso o traditore.

Facile è demolire, più difficile il costruire.

Fagioli a castagne arrosto, caro compare stammi discosto.

Fai col poco, ma che sia tuo.

Fai il tuo dovere e chiedi il tuo diritto.

Fai l’arte che sai e, se non arricchisci, almeno camperai.

Falsi in amor, sinceri nell’odio.

Far del bene forse è sprecato, ma far del male è peccato.

Far l’amore ogni cinquina è una buona medicina.

Far l’elemosina non vuotò mai borsa.

Fare il ladro è un mestiere che rende, ma è pericoloso.

Fare una cambiale porta l’uomo all’ospedale.

Farò è un futuro che non arriva mai.

Fatta la festa, se ne dice male.

Fatta la legge trovato l’inganno.

Fatta una cosa tutti la sapevano far meglio.

Fatti consigliare da chi è stato in guerra e non da chi ne ha solo sentito parlare.

Fatti un nome e mettiti in mezzo alla strada.

Fatti un nome e vendi aceto.

Febbre autunnale o lunga o mortale.

Felice è chi impara a spese d’altri.

Felice è chi vede il mondo come lo desidera.

Femmine, vino e cavallo mercanzia di fallo.

Ferita porta gloria e sangue la vittoria.

Festa in chiesa, rumore in cucina.

Fico basso e fantesca d’osteria palpeggiando si matura.

Fidarsi troppo è male, ma non fidarsi è peggio.

Fiducia delusa non tollera scusa.

Figli di un ventre non tutti d’una mente.

Figli piccoli, fastidi piccoli; figli grandi, fastidi grandi.

Figlia da maritare, osso duro da scoticare.

Figlie da maritare, difficili da governare.

Figlie e vetri sono sempre in pericolo.

Figlie, vigne e giardini, guardale dai vicini.

Figlio troppo accarezzato, non fu mai ben allevato.

Figliole e frittelle, quante più se ne fa, più vengono belle.

Figliuoli e lenzuoli non sono mai troppi.

Figliuoli matti, uomini savi.

Fin quando i piedi vanno, si sopporta ogni malanno.

finché c’è vita, c’è speranza.

Finché la bocca piglia ed il culo rende, un’accidenti a le medicine e a chi le vende.

Finché la lite pende, all’avvocato rende.

Finché non canta il cucco, dell’erba è buono tutto.

Finché si discute non si lavora.

Finché si è debitori si sta sempre tra i dolori.

Finché si ha denti in bocca non si sa quel che ci tocca.

Finché si respira, ci si spera.

Finché spirano i venti conviene navigare.

Finché uno ha fiato, non è morto, ma malato.

Finché uno ha i denti in bocca, non si sa quel che gli tocca.

Finché uno tace, è temuto.

Finirono le noci a Bacucco che ne aveva cento e un sacco.

Finita la festa, sfasciato il tamburo.

Finito il terremoto gli zoppi riprendono il bastone.

Fino a quando i piedi vanno, ti si passa ogni malanno.

Fino ai quaranta si balla e si canta, dai quaranta in là mi duole qui mi duole là.

Fino alla bara sempre se ne impara.

Fiume che canta, passa sicuro.

Foglie per foglia si mangia il carciofo.

Folle ardimento dà pentimento.

Folle ardimento, grandissimo pentimento.

Forse no, rispose quando gli domandarono se la moglie lo picchiava.

Fortuna cieca, i suoi amanti acceca.

Fortunati sono gli animali perché non leggono i giornali.

Fortunato è chi non impara a sue spese.

Fra Donato fu impiccato, ed il boia ancora vive.

Fra due mali, quando si ha modo di evitare il maggiore, si deve scegliere il minore.

Fra Gaudenzio mangia, beve e fa silenzio.

Fra i ciechi il guercio è il re.

Fra i diseguali vi è sempre discordia.

Fra i dottori in medicina,il più bravo e chi ci indovina.

Fra Modesto non fu mai priore.

Fra straccio e cencio la differenza è poca.

Fra tanti Santi in Paradiso non si trova un sagrestano.

Franza o Spagna purché se magna.

Frate che chiede per Dio, chiede per due.

Frate che fu soldato è più sperimentato.

Frate Piglia è nel convento e Frate Dà non è più dentro.

Freddo e fame fanno brutto pelame.

Fritta, arrosto oppure lessata, benedetta è la patata.

Fritto è buono anche un rospo.

Frittura grassa, ti scava la fossa.

Frusta i buoi ed il carro si muove.

Frutta e verdura cena, nottata più serena.

Fu il diavolo ad inventare i dadi.

Fuggi da cane che non abbaia.

Fuggi presto e torna tardi.

Fune corta e pozzo fondo, nulla beve il sitibondo.

Funghi e inganni sono eguali, e i più belli son mortali.

Fuoco di camino non fece mai nessuno meschino.

Fuoco di paglia e vento di culo durano poco.

Fuoco di paglia non lascia carbone.

Fuoco di paglia w trotto d’asino durano poco.

Fuori del pericolo ognuno è bravo.

Fuori la cappa, dentro la fame.

Galletto di primo canto, boccone prelibato e santo.

Gallina che non becca, ha già beccato.

Gallo senza cresta è un cappone, uomo senza barba è un minchione.

Gatto rinchiuso diventa leone.

Gatto zoppo non muore mai.

Geni, santi e arditi non si  curano dei vestiti.

Gente che non ha colore in viso, Cristo non la vuole in Paradiso.

Gente di chiesa, cavalli balordi.

Gente di montagna, chi la perde ci guadagna.

Giocare e perdere lo sanno fare tutti.

Giocare è un addestramento per rubare.

Giocare è un avviamento a rubare.

Giocare perdere lo sanno fare tutti.

Giovane ad amorosi appuntamenti, vecchio in Chiesa ai sacramenti.

Giunta all’età matura, si acquista senno, calma a misura.

Giuramento d’amante, poco conta, o meglio niente.

Gli adulatori ed i parassiti sono come i pidocchi.

Gli affari sono affari.

Gli amanti sono pazzi.

Gli amici dei  miei amici, sono miei amici.

Gli amici dei miei nemici sono miei nemici.

Gli animali se vivono a lungo insieme finiscono per amarsi, gli uomini per odiarsi.

Gli animi grandi disprezzano le ingiurie.

Gli anni si contano al porco.

Gli antichi tagliavano il fico per cogliere i fichi.

Gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario per alzarsi.

Gli asini son tutti uguali, ma non sono fratelli.

Gli asino nasce, asino muore

Gli assenti, come i morti, non hanno avvocati.

Gli assenti, come i morti, si pigliano tutti i torti.

Gli audaci abitano in gran parte nei cimiteri.

Gli avvoltoi combattono per le carogne.

Gli dei con i piedi felpati vengono a punire i malvagi.

Gli errori dei medici li copre la terra.

Gli errori dei medici sono ricoperti dalla terra, quelli dei ricchi dai denari.

Gli esempi vivi spiegano le regole morte.

Gli incendi trascurati sogliono pigliar forza.

Gli odi nascosti sono più grandi di quelli palesi.

Gli orecchi sentono anche al buio.

Gli sbagli del re li sconta il popolo.

Gli scemi crescono senza annaffiarli.

Gli scontenti ed i brontoloni di fuscelli fan bastoni.

Gli stolti e gli ostinati, fanno ricchi gli avvocati.

Gli strofinacci si fan tovaglioli.

Gli uccelli rapaci, sono sempre i più magri.

Gli uomini hanno tutti gli stessi occhi per vedere, ma punti di vista differenti.

Gli uomini non si misurano a spanne.

Gli uomini sono la palla della fortuna.

Gli uomini valenti muoiono con tutti i denti.

Gradita è la lode se viene da un uomo onesto.

Gradita è la risata, se spontanea e scanzonata.

Gran dote, gran baldanza.

Gran peccato non può restar celato.

Gran pericolo, gran guadagno.

Grande amore, grande dolore

Grande chiesa, prete grasso.

Grande è la forza della cortesia.

Grande fama spesso nasconde il vizio.

Grande forza ha l’abitudine.

Grandi ricchezze, poco sonno.

Grasso ventre non ha mai avuto sottile intelletto.

Guadagnare insegna spendere.

Guai a palate, ma tanta salute.

Guai a quell’aia che non teme le formiche.

Guai a quell’ammalato che si crede sano.

Guai e pene chi ce l’ha se li tiene.

Guai previsti, sono meno tristi.

Guaio fatto rimedio aspetta.

Guarda ai fatti e non le chiacchiere.

Guardalo bene e guardalo tutto, l’uomo senza denaro quanto è brutto.

Guardati da cane rabbioso e da uomo sospettoso.

Guardati da chi sottilizza.

Guardati da chi ti consiglia a fin di bene.

Guardati da chi ti fa troppe carezze.

Guardati da cinghiale ferito e cavallo impazzito.

Guardati da un cane rabbioso e da un uomo sospettoso.

Guardati da un nemico solo.

Guardati da volpe, lupo e tasso e dalle donne dal culo basso.

Guardati dalle troppe carezze.

Guardati dall’uomo giocatore e da lite col tuo superiore.

Guerra cominciata, inferno scatenato.

Guerra, peste carestia vanno sempre in compagnia.

Gufi, civette e sciocchi, spalancano gli occhi.

Gusto pazzo, gusto guasto.

Ha più credito un vecchio errore che una nuova verità.

Ha più il ricco quando impoverisce che il povero quando arricchisce.

Ha poco giudizio chi che l’ha solo per sé.

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