P R O V E R B I
Leucano Esperani: Belmonte Piceno 2013
“I proverbi sono la sapienza dei popoli”
“Il proverbio si invecchia e chi vuol fare bene, vi si specchia”
Se potessimo contare quanti proverbi sentiamo o noi stessi pronunciamo in un giorno, nella nostra lingua o in dialetto, resteremmo sicuramente sorpresi.
Infatti questi grani di saggezza popolare sono talmente dentro il nostro linguaggio che ne infarciamo, senza neanche rendercene conto, il nostro parlare quotidiano.
Il proverbio è un breve detto, di origine generalmente popolare, contenente norme o consigli fondati su ripetute centenarie esperienze di vita. È una frase arguta che con poche parole riassume un saggio insegnamento o un invito alla riflessione.
Il proverbio è una massima di infinita sapienza, costruita attraverso pratiche, fatiche, sofferenze, soprusi; una verità filtrata, verificata e confermata in tanti anni; una sentenza definitiva, non discutibile, non modificabile e non contestabile.
Ho sentito diversi anziani di dire: “ La scienza proverbiale è una sola, e per impararla non serve andare a scuola !”. Infatti, i proverbi, perfezionati e verificati col passare dei secoli, contengono sempre una verità da tutti accettata, mai contestata, pieni di arguzia e di saggezza.
Si dice che proverbi sono “Il Vangelo dei poveri”, infatti capita spesso fra i popolani, sentir parlare a mezzo di essi.
Benedetto Croce diceva che proverbi sono: “il documento parlato del buon senso”; mentre per Alessandro Manzoni rappresentavano: “la sapienza del genere umano”.
Il proverbio infatti la sapienza in pillole, antica quanto l’uomo. La Bibbia ne tramanda un intero libro; la letteratura latina e greca ne è costellata; esso appartiene a tutti i popoli ed è trasmesso da tutte le lingue.
PROVERBI
A Lasciafare gli rubarono la moglie.
A Lasciafare glielo misero in culo.
A Lasciafare misero l’acqua in tasca.
A mali estremi, estremi rimedi.
A buon cane non manca padrone.
A buon cavalier non manca lancia.
A buon cavallo non manca sella.
A buon cavallo non occorre dir “trotta!”
A buon cavallo si dà buon cavaliere.
A buon soldato buona lancia.
A buona roba non fu mai cara.
A buona volontà non manca facoltà.
A cane vecchio e malato tutti pestano la coda.
A carnevale tutti bevono col boccale.
A casa del carrettiere non manca mai la frusta.
A casa di ghiotti non si lecca.
A casa di giocatore non manca mai dolore.
A cattivo cane, catena corta.
A cattivo zappatore ogni zappa dà dolore.
A caval che corre, non occorrono speroni.
A cavalier novizio, cavallo senza vizio.
A cavallo d’altri non si dice zoppo.
A cavallo di razza non serve la frusta.
A cavallo giovane, cavaliere vecchio.
A chi affoga non offrire consigli, ma solo buoni appigli.
A chi affoga non servono consigli.
A chi ben crede, Dio provvede.
A chi brucia nel fuoco non dà noia il fumo.
A chi chiede Dio provvede.
A chi compra non bastano cento occhi; a chi vende ne basta uno solo.
A chi concede un tantino gli vien preso un tantone.
A chi consente non si fa ingiuria.
A chi consiglia non duole la testa.
A chi crede, Dio provvede.
A chi dà e poi richiede San Martino taglia un piede.
A chi dice di aver testa, non manchi il cappello.
A chi è nato disgraziato tutti i cani gli pisciano addosso.
A chi è nato sfortunato piove anche nel forno.
A chi fa casa la borsa resta rasa.
A chi fu molto donato sarà molto domandato.
A chi galleggia il piombo, e a chi pure la paglia gli va a fondo.
A chi guida gli asini e tratta con le donne San Pietro assicura il Paradiso.
A chi ha abbondanza di lardo tutti prestano la padella.
A chi ha le corna piace le porte larghe.
A chi impresta il culo glielo riportano rotto.
A chi non ha cervello non duole la testa.
A chi non piace il vino il Signore faccia mancare l’acqua.
A chi non risponde a prima voce il discorso non piace.
A chi non sa parlare, ben si addice il silenzio.
A chi non vuole aiutare non mancano le scuse.
A chi nulla tenta, nulla riesce.
A chi perde la fede, nessuno gli crede.
A chi piace la salvia, a chi gli uccelli.
A chi prende moglie servono due cervelli.
A chi si ama, si deve credere.
A chi si butta nel pozzo la Provvidenza non dà la scala.
A chi si fa notte innanzi sera, bastonate e poi galera.
A chi ti può togliere tutto, dai subito quel che chiede.
A chi vuole il bene mio, io lo chiamo:”Caro zio!”
A ciascun giorno basta la sua pena.
A consiglio di matti, campana di legno.
A contarli i soldi non aumentano.
A corte si ascolta per piacere e si parla per adulare.
A corte si entra con un sacco d’oro e due di pazienza.
A criticare son tutti bravi.
A donna di gran bellezza lascia poco spazio.
A donna imbelletta voltagli le spalle.
A dormire con i cani si prendono le zecche.
A essere giovani si impara da vecchi.
A fare i fatti suoi non ci si rimette mai.
A fare il povero non si spende nulla.
A faticar troppo si campa poco.
A fregare il tonto c’è sempre tornaconto.
A goccia a goccia si buca anche la roccia.
A gran campana, gran battaglio.
A grandinata iniziata, non giova scampanata.
A grattarsi e nel mangiare tutto sta nel cominciare.
A gusto guasto non è buono alcun pasto.
A la coscienza nera o bianca, qualche difetto mai non manca.
A la persona ignorante conviene dar sempre la ragione.
A lacrime d’erede, è scemo chi ci crede.
A lavare la testa all’asino ci si rimette acqua, spazzola e sapone.
A lume di naso ci si azzecca per caso.
A lungo andare pesa anche la paglia.
A lungo andare tutto stanca.
A madia aperta, il goloso pecca.
A Mosca questo guadagnò il gran Napoleone: freddo, pidocchi e fame.
A nessuno sarai caro, se non hai molto denaro.
A padre avaro succede figlio prodigo.
A pagare ed a morire viene sempre in tempo.
A pancia piena cantano gli orbi.
A pancia piena si ragiona meglio.
A panza piena si ragione meglio.
A parlare del diavolo o del lupo se ne vede la coda.
A parlare si fa presto, più difficile è il resto.
A parole lorde, opponi orecchie sorde.
A penna a penna si pela l’oca.
A pensar male è peccato, ma spesso ci si indovina.
A pensar troppo non si fa nulla.
A portare sulle spalle gli amici, non si diventa gobbi.
A sangue caldo nessun giudizio è saldo.
A scodelle piene, tutti si vogliono bene.
A settembre l’uomo esperto, non viaggia mai scoperto.
A sperare e disperare non bisogna esagerare.
A stolta domanda, nessuna risposta.
A tavola non si invecchia.
A tempo di guerra con le bugie non si governa.
A tronco duro, ascia tagliente.
A tutto c’è rimedio fuorché alla morte.
A uomo audace, corta spada.
A usanza nuova non correre.
A veder pisciar la zia, viene la fantasia.
A volte la verità non si può dire.
A volte un consiglio vale più dell’oro.
A volte un ritardo, costa un miliardo.
Abbi donna di te in minore, se vuoi essere signore.
Abbia vergogna di mangiare chi non ha voglia di lavorare.
Abiti e quattrini non pesano.
Accasa il figlio quando vuoi e la figlia quando puoi.
Achille con un ceffone ne ammazza mille.
Acqua ai muri e vino ai muratori.
Acqua che corre non porta veleno.
Acqua che ristagna fa la puzza d’una fogna.
Acqua corrente non da dolore al ventre.
Acqua d’agosto fa miele e mosto.
Acqua e chiacchiere non fanno una frittata, ci vuole olio, farina e padella !
Acqua e pane non si negano neanche al cane.
Acqua e pane, vita da cane.
Acqua fina bagna e non canta.
Acqua rubata pare rosolio.
Acqua sopra i meloni e vino sopra i maccheroni.
Acqua, consigli e sale se non son chiesti non bisogna dare.
Acqua, femmina e fuoco non sono cose da poco.
Acqua, fumo e mala femmina cacciano l’uomo da casa.
Acquista buona fama e mettiti a sedere.
Acquista fama e dormi.
Acquisto a buon mercato, spesso è soldo sprecato.
Acquisto caro, buon acquisto.
Ad donna imbellettata, voltagli le spalle.
Ad ogni chiodo il suo buco.
Ad ogni pazzo, piace solo il suono del suo sonaglio.
Ad ogni santo la sua candela.
Adagio barbiere che l’acqua scotta.
Adagio, disse Biagio.
Adamo si salvò, ma in culo l’ebbe.
Addio si dice a chi muore.
Adopera parole forti con parole dolci.
Adulatori e parassiti sono come i pidocchi.
Affaticati per sapere e lavora per avere.
Affezione acceca la ragione.
Affida il tuo cammello ad Allah, ma prima legalo ad un albero.
Affitti e interessi corrono sempre.
Agli amanti fiorai non creder mai.
Agosto, moglie mia stammi discosto.
Ai capelli grigi, con convengono pensieri biondi.
Ai cenci vecchi non mancano i pidocchi.
Ai discorsi di stolto, orecchio sordo.
Ai forni si tappa la bocca, alla gente no.
Ai gatti piace il pesce, ma non pescare.
Ai parenti lontani si vuole più bene.
Ai peggio porci toccano le migliori pere.
Ai peggio porci toccano le migliori pere.
Ai pii ed ai devoti, il vento accatasta pure la legna.
Ai più sottili cascano le brache.
Ai tempi antichi si mangiavano le bucce e buttavano i fichi.
Aiuta il povero e scaccia il mendico.
Aiutati che Dio ti aiuta.
Al cieco non si chiede e non si indica la strada.
Al bisogno si conosce l’amico.
Al buio la villana è bella quanto la dama.
Al cancello è meglio arrivarci con i carabinieri che con i preti.
Al cane mansueto il lupo sembra feroce.
Al cane vecchio la volpe gli piscia addosso.
Al cavallo biada e strada.
Al cavallo lo sprone, all’asino e alla moglie il bastone.
Al cavallo mangiatore, cavezza corta.
Al cece e al fagiolo basta coprirgli il culo.
Al cieco tocca sempre la lucerna.
Al confessore e all’avvocato si confessa ogni peccato.
Al contadino tanto piace il corno che il violino.
Al cuore non si comanda.
Al destino non si comanda.
Al diavolo dispiace se qualcuno vuol far pace.
Al funerale di un povero a stento ci va un prete.
Al funerale non sono tutti tristi.
Al gobbo piacciono i cammelli.
Al gusto guasto non è buono un pasto.
Al ladro interessa più l’uscio che l’ingresso.
Al leone vecchio l’asino tira calci.
Al litigante servono tre cose: aveva ragione, saperla dire e trovare chi glie la dia.
Al lotto e al mulino, ci si va di buon mattino.
Al lume della lanterna la cenere sembra farina.
Al lume di candela il canovaccio pare tela.
Al lupo morto non mettere le mani in bocca.
Al manicomio tengono solo il seme.
Al mattino c’è da fare, alla sera da pensare.
Al mondo non vi è cosa che non serva a qualche cosa.
Al mondo si trovano i furbi stupidi e gli stupidi furbi.
Al mugnaio ed alla sposa manca sempre qualche cosa.
Al nemico che fugge, ponti d’oro.
Al padrone non far sapere quanto è buono lo cacio con le pere.
Al paese di Corneto, chi si adatta vive lieto.
Al paragone si conosce l’oro.
Al povero può mancare il pane ma all’avaro manca tutto.
Al povero se ha lo strutto, manca il cavolo.
Al primo caldo non ti scoprire e al primo freddo non ti coprire.
Al saggio non si reca ingiuria.
Al sarto poveretto si rompe pure l’ago.
Al savio con la ragione, al matto col bastone.
Al Signore chiedi aiuto, ma non startene seduto.
Al tavolo di gioco, si conosce il galantuomo.
Al toro furioso Dio dà le corna corte.
Al toro vecchio si allungano le corna.
Albero troppo trapiantato dà sempre pochi frutti.
Alla barba dei pazzi il barbiere impara il mestiere.
Alla corte non si invecchia.
Alla fine della discussione ognuno rimane della sua opinione.
Alla fortuna bisogna sempre lasciare una finestra aperta.
Alla forza dell’amore, soccombe ogni valore.
Alla gente viziosa non mancano mai le scuse.
Alla luce della lucerna ogni brutta pare bella.
Alla luce di candela la capra par donzella.
Alla porta chiusa il diavolo volta le spalle.
Alla prima accettata non cade l’albero.
Alla prima non si indovina.
Alla regina piace il suo re.
Alla sua ora arriva anche lo zoppo.
Alla voce di chi prega, qualche volta anche Dio si piega.
All’albero caduto, taglia taglia.
All’assente ed al morto non si deve dare torto.
Alle cose eccelse si arriva solo attraverso le difficoltà.
Alle lacrime di un erede, è proprio matto chi ci crede.
Alleva i figli poveretti, se li vuoi ricchi e benedetti.
Alleva la cornacchia e ti caverà gli occhi.
Allevia il dolore un lungo pianto e un buon confessore.
Allo specchio non c’è brutto e non c’è vecchio.
All’osteria si mangia con l’appetito che si ha in tasca.
All’ubriaco tutti danno da bere.
All’umiltà felicità, all’orgoglio calamità.
Allunga il passo secondo la lunghezza del tappeto.
All’università dell’ignoranza diventano tutti dottori.
All’uomo elemosiniero, Dio è tesoriero.
Altro è il cominciare, altro il finire.
Altro è il dire, altro il fare.
Altro è parlare di morte, altro il morire.
Ama chi soffre e poi confortalo se puoi.
Ama chi ti ama e rispondi a chi ti chiama.
Ama Dio e non peccare, fai il bene e lascia dire.
Ama il tuo vicino, ma non togliere il recinto.
Amami poco, ma continua.
Amante non sia chi coraggio non ha.
Amare e non essere amato, è come rispondere e non esser chiamato.
Amare e non essere amato, è tempo perso.
Amare è scegliere ciò a cui si vuol bene, non per bisogno o tornaconto.
Amare ed esser saggio è concesso solo a Giove.
Amaro in bocca, salute in corpo.
Amate i vicini senza togliere i confini.
Amato non sarai se solo a te tu penserai.
Ambasciator non porta pena.
Amici, oro e vino sono buoni quando sono vecchi.
Amicizia di gatti, pericolo per i topi.
Amicizia di giornata, presto fatta e presto dimenticata.
Amicizia improvvisata, pentimento sicuro.
Amicizie e maccheroni se non son caldi non son buoni.
Amico beneficato, amico dichiarato.
Amico di buon tempo muta con il vento.
Amico di tutti, amico di nessuno.
Amico di ventura molto briga e poco dura.
Amico e amore si conoscono nel dolore.
Amico e vino vogliono essere vecchi.
Amico o non amico scendi subito dal mio fico.
Ammonisci segretamente un amico, ma in pubblico lodalo.
Amor di cavaliera è come l’acqua nel paniere.
Amor di cavaliere, acqua in paniere.
Amor di vecchierello, trotto di somarello.
Amor non si compra e non si vende, ma in premio d’amor, amor si rende.
Amor nuovo va a e viene, amor vecchio si mantiene.
Amor perduto, eterno saluto.
Amor, dispetto, rabbia e gelosia, sul cuor della donna han signoria.
Amore di padrone e vin di fiasco, la sera è buono al mattino è guasto.
Amore e cetriolo stanno a paro: la testa l’hanno dolce e il culo amaro.
Amore e signoria con sopportano la compagnia.
Amore non rispetta i giuramenti.
Amore non si compra e non si vende, ma al prezzo d’amore, amor si rende.
Amore nuovo va e viene, amore vecchio si mantiene.
Amore perduto, eterno saluto.
Amore signoria non gradiscono la compagnia.
Amore vecchio non fa ruggine.
Amore vero come toro tira.
Anche agli asini vecchi piace l’erba fresca.
Anche chi aggiusta deve lavorare.
Anche con la botte vuota gli amici veri restano.
Anche con un sottile spago la fede lega un drago.
Anche Cristo ha preferito l’asino al cavallo.
Anche gli Apostoli ebbero un Giuda.
Anche gli orologi fermi possono segnare l’ora giusta.
Anche i briganti hanno le loro regole.
Anche i ciechi vedono il denaro.
Anche i migliori hanno bisogno del perdono.
Anche i pesci del re hanno le spine.
Anche i più furbi ci cascano una volta.
Anche il bel tempo viene e a noia.
Anche il boccale ha una misura.
Anche il boia è generoso, se unge la corda all’impiccato.
Anche il bue dell’imperatore ha solo due corna.
Anche il cane più fedele senza pane aspetta, aspetta e poi cambia padrone.
Anche il cane si guadagna le spese.
Anche il diavolo ha i suoi devoti.
Anche il facile diventa difficile, quando si fa di malavoglia.
Anche il gatto per amor diventa matto.
Anche il gatto può fare la fine del ratto.
Anche il mare chiede acqua.
Anche il nemico qualcosa ti insegna.
Anche il nero è un colore.
Anche il pesce per la regina, porta la spina.
Anche il pulcino dell’oca galleggia.
Anche il re non può far sempre quel che vuole.
Anche in America si fa il brodo con l’acqua.
Anche la fretta ha bisogno del tempo suo.
Anche la gallina nera fa l’uovo bianco.
Anche la gente accorta erra, ma non così spesso come la sciocca.
Anche la mosca tira calci come può.
Anche la neve ed il gelo sono doni mandati dal cielo.
Anche la più bella farfalle è stata un bruco.
Anche l’asino canta per amore.
Anche le pulci hanno la tosse.
Anche lo stolto, se tace, passa per intelligente.
Anche l’ortica ha il suo fiore.
Anche l’ortolano talvolta sa dire cose molto opportune.
Anche l’uomo buono ha bisogno di perdono.
Anche per scappare ci vuole coraggio.
Anche per una colpa leggera esiste la galera.
Anche quando dormi l’albero cresce.
Anche se all’asino metti una sella d’oro, non diventerà mai un cavallo.
Anche se la chiesa è piena, il prete vuole il suo posto.
Anche se l’oro parla piano, tutti lo sentono da lontano.
Anche sotto una sordida veste spesso si nasconde la sapienza.
Anche su un terreno roccioso può nascere un bel fiore.
Anche sulle teste giovani spuntano capelli grigi.
Anche tra i diavoli c’è il peggio ed il meno peggio.
Anche un piccolo cane, può fermare un grosso cinghiale.
Anche un sorriso vale a tirar su il morale.
Anche una lucciola fa luce.
Anch’io son fiorentano diceva spesso quel villano.
Andando a messa o al mulino non aspettare il tuo vicino.
Anima e camicia ognuno va con la sua.
Animi forti non sono i colli torti.
Animo fiero e forte, non si inginocchia nemmeno a corte.
Anni e danni non li cancella nessuno.
Anni e guai son sempre troppi.
Anni e peccati son sempre di più di quelli che si dicono.
Anno bisesto, anno funesto.
Anno nevoso, anno fruttuoso.
Ape morta non fa miele.
Api senza regina, alveare in rovina.
Appena compare il dottore, scompare il dolore.
Apprezza il bene chi ha provato il male.
Approfitta degli errori altrui, piuttosto che censurarli.
Aprile freddolino, molto pane e molto vino.
Ara dritto e molto a fondo, poi lascia dire il mondo.
Aratro lucente, carestia lontana.
Aria di fessura, vento di sepoltura.
Aria di finestra, colpo di balestra.
Aria rossa o piscia o soffia.
Aringa alla griglia, piatto da re.
Arlecchino dice la verità burlando.
Armi e denari vogliono buone mani.
Arrivato su la cima, non dimenticare dov’eri prima.
Arrosto che non ti interessa, lascialo bruciare.
Arrosto o lesso, tutto va nel cesso.
Ascolta, vede e tace chi vuol vivere in pace.
Asini, mogli e noci vogliono le mani atroci.
Asino addobbato non cessa di ragliare.
Asino di montagna caccia il cavallo dalla stalla.
Asino e mulattiero non hanno mai lo stesso pensiero.
Asino vecchio mal si avvezza a portare la cavezza.
Aspetta che l’onda passi e la marea si abbassi.
Assai comanda chi ubbidisce al saggio.
Aver sentito dire è mezza bugia.
Avere voce robusta non significa per forza avere ragione.
Bacio di bocca spesso il cuore non tocca.
Barba d’uomo e coda di cane, non vanno toccate.
Basta un matto ad ogni casa.
Basta una parola sola per far tagliare una gola.
Bastano due righe per impicciare un galantuomo.
Bastianazzo non sente ragioni.
Battendo il ferro si diventa fabbri.
Beata la famiglia ove prima nasce una figlia.
Beata quella annata che dal vento è governata.
Beata quella casa do c’è una chierica rasa !
Beata quella porta dove passa la moglie morta.
Beata quella sposa che prima fa la tosa.
Beato chi ha un occhio in una terra di ciechi.
Beato chi non è tormentato da rimorsi di peccato.
Beato il contadino che ha il padrone lontano.
Bella donna, cattiva testa.
Bella in vista e dentro trista.
Bella locanda, oste furfante.
Bella maschera non ha cervello.
Bella ostessa, bella insegna.
Bella ostessa, conti traditori.
Bella ostessa, conto caro.
Bella testa è spesso senza cervello.
Bella vita disse il gallo: la notte canto ed il giorno vo’ a cavallo.
Bellezza di corpo non è eredità.
Bellezza e castità son sempre in guerra.
Bellezza è come un fiore che nasce e presto muore.
Bellezza senza bontà è come vino che va in aceto.
Bello o brutto il marito non deve saper tutto.
Bello o brutto, un mantello copre tutto.
Bene fatto per paura non vale niente e poco dura.
Benedetto quel portone che si apre all’accattone.
Bimbi, sbronzi e matti a tener segreti non sono adatti.
Bisogna contentarsi di quel che passa il convento.
Bisogna far la spesa secondo l’entrata.
Bisogna fare di necessità virtù.
Bisogna macinare quando piove.
Bisogna prendere il mondo come viene e la festa quando cade.
Bisogna seminare con la mano non con il sacco.
Bisogna sempre fare di necessità virtù.
Bisogna uscir di casa, per imparare a conoscere il mondo.
bisogna volere quello che Dio vuole.
Bocca chiusa e occhio aperto non fece mai nessun disastro.
Bocca dell’adulatore, sepolcro aperto.
Bocca unta non può dir di “no”.
Boccale sbeccato non cade mai dal tavolo.
Bolli, scartoffie e fogli fanno il mondo pieno di imbrogli.
Bologna è grassa per chi ci sta, non per chi ci passa.
Bontà supera beltà.
Braccia al petto e gambe a letto.
Bravo cantore, grosso bevitore.
Bugie e giuramenti sono parenti.
Buon cavallo e cattivo cavallo vuole sprone.
Buon consiglio non ha prezzo.
Buon falegname non usa chiodi.
Buon mercato svuota la borsa.
Buona greppia fa buona bestia.
Buona incudine non teme martello.
Buona strada non fu mai lunga.
Buona terra, mala gente.
Buono o mal cavallo da pungolar con lo sperone.
Burlando si dice il vero.
Bussa sempre alla porta prima di entrare.