Natale Raccolta di poesie di Vesprini Albino a Belmonte Piceno

POESIE DI NATALE

85  UN BIRICHINO DINANZI AL PRESEPIO

Per vederti son venuto,

o mio caro Bambinello

e ti porto il mio saluto

con il bue e l’asinello.

Non ho doni, né confetti,

da portare alla tua culla,

da Tonino che t’aspetti

se non ha da darti nulla ?

Io son uno di quei bambini,

come quelli che hanno i ricci

che son sempre birichini

e san far mille capricci.

Anche tu sei ricciutello,

i capricci tu li fai ?

Non rispondi o Bambinello ?

Dimmi su….. le pigli mai ?

Io, lo sai, ne piglio tante,

quante tu non hai pigliate;

dice mamma: sei un birbante

e giù botte e sculacciate.

E allora strilli e pianti,

e la mamma giù che batte.

Non c’è verso, non c’è santi,

con le mani e le ciabatte.

La Madonna mai ti bastonò ?

Eppure io un dì ho sentito

di una certa scappatella…

che una volta eri fuggito….

che l’hai fatta proprio bella !

E tua madre buona, buona

e San Giuseppe bonaccione

ti ritrova e ti perdona

poi ti scrocca un bel bacione.

Se una simile scappata

a la mia mamma avessi fatta

sulla testa una granata

ci rompeva o qualche piatto.

E, talvolta, se sta in vena,

non è poi un caso raro,

scambia spesso la mia schiena

con la groppa del somaro.

Babbo, poi, non dico niente,

mi dà il resto e tira via.

Non gli importa se c’è gente,

busse, busse e così sia..

Come, dunque, Gesù caro,

evitar posso le botte ?

Dammi il posto del somaro

lascio tutti e buona notte.

Ma migliore è, a quanto pare

la più bella soluzione:

obbedire e studiare

senza colpi di bastone.

O Gesù, io ti prometto:

non sarò più negligente

per la scuola avrò rispetto

e sarò più diligente !

86   CAMPANA PICCINA

Campana piccina

che attendi lassù

intona il tuo canto

che nasce Gesù.

O stella stellina

che brilli lassù

ravviva il tuo lume

che passa Gesù.

O cuore piccino

che attendi laggiù

prepara i tuoi doni

per darli a Gesù.

87   NATALE

Nell’umil grotta

è nato lassù,

andiamo in fretta

intorno a Gesù.

E’ tanto piccino

è nato per noi !

V’insegno il cammino,

venite anche voi !

Mammina, papà

Natale è tornato

ed eccolo là

il Bimbo che è nato.

Al freddo lui giace

ma ardente è il suo cuore,

vi dona la pace,

la gioia e l’amore !

88   IL PRESEPIO

Dice il bove: il Bambinello

io col fiato riscalderò

Col mio raglio – l’asinello dice –

lo rallegrerò.

La Madonna: il mio Bambino

tra le braccia stringerò.

Sal Giuseppe: al piccolino

un balocco regalerò.

Il pastor: col cuor contrito:

ginocchioni l’adorerò.

Il Bambino: col mio perdono

pace al mondo porterò.

89   IN POVERA CAPANNA

In povera capanna,

è nato un bel Bambino

gli cantan tutti osanna

gli Angeli del cielo.

Cantate, Angeli bellissima

è nato il Redentore

che porta ai poverelli

fede, speranza e amore.

Noi pur quell’inno pio

cantiam compagni orsù,

gloria nei cieli a Dio

e pace all’uom quaggiù !

O mio caro Bambinello

io ti prego ben di cuor

fammi buono e obbediente

fa felici i genitor !

90   BAMBINO CHE PREGA

Della mia mamma, del babbo mio

fa lunga e lieta la vita, o Dio !

Volgi a me pure le grazie tue,

serbami il bacio di tutti e due;

crescimi onesto, buono, stimato

dalle persone fra cui son nato;

a te in ginocchio lo spirito alzando,

mi raccomando…. mi raccomando !

(C. Collodi)

91   CONCEDI O BEL BAMBINO

Concedi, o bel Bambino

a tutte le dimore

un raggio di speranza

un palpito d’amore.

I poveri lontani

chiama al paterno tetto,

alla miseria, al pianto

dona men triste aspetto.

Sia placida ogni casa

e ogni mensa allegra;

fiammeggi il vecchio ceppo

sotto la cappa negra.

E salgano col fumo,

stellate di rubini,

la favole dei nonni

le risa dei bambini.

92   NATALE DEI PICCOLI

Natale dei piccoli

Natale del cuor

ti prego d’accenderli

la fiamma d’amor.

La fiamma che mi inchini

tra i flutti del mare,

la casa, la patriarchi

il cielo, l’altare.

La casa che placida

mi rese l’aurora

e lieta a me rendere

saprà l’ultim’ora.

La patria che intrepido

vedrammi soldato

o alla vittoria

o a morte votato.

In cielo a cui volano

le ardenti preghiere

nell’ira del turbine

nell’aspre bufere.

L’altre che m’indica

il caro Bambino

di cuore magnanimo

d’aspetto divino !

93   ANNO NUOVO

Anno  nascente, dentro il fardello

che cosa porti teco di bello ?

Nel nostro tetto vieni, t’avanza

col tuo sorriso di gioventù !

E se di gioie rechi abbondanza

anno nascente, ben vieni tu !

(P. Battaini)

94   SONO BAMBINO PICCOLINO

Sono bambino piccolino,

faccio a stento un complimento;

pur d’amore ho pieno il cuore

per il diletto Pargoletto.

O divino mio Bambino,

so che accetti casti detti

e più senti gli innocenti

che ti pregan con amor.

Mille baci, pieni d’affetto

dunque accetta o mio Signor !

95   IN QUESTO GIORNO

In questo giorno beato e lieto,

tutti prostriamoci al Bambinello.

Ecco il suo volto rispecchia il riso

degli Angioletti del Paradiso.

Tutti l’adoran Magi e pastori,

per Lui di giubilo, battono i cuori.

E nacque povero; l’inviò il Signore

per insegnarci pace e amore.

Per dire agli uomini: “Fratelli siete

v’amate e in ciel con me verrete….”

Per dire al misero che soffre e prega:

“Spera, che in ciel nulla si nega !”

Per dire agli uomini: “Con me diviso

vi sarà il gaudio del Paradiso !”

96   MI AVEVANO INSEGNATO

Mi avevano insegnato

un pur bello sermoncino,

ed io l’avéa imparato

e lo dicéa benino.

Ma guardate se che testa

che balzano cervello !

Nel dì della festa

qui proprio sul più bello

io faccio un fiasco grosso !

M’è scappato di mente….

Sento il visino rosso……

Ma io non so dirvi niente !

Se mi aveste sentito

ieri mattina a scuola

lo recitai spedito

e non sbagliai nemmeno una parola.

Ora ricordo soltanto…..

di Gesù….. di Maria…….

dei pastori….. d’un Santo……

ma non so dir chi sia !…..

E gli Angioletti in coro,

cantavan: gloria, gloria !

E se io fossi come loro

avrei ben più memoria !

E c’erano…. sapete ?

Un bue…. un bue…. e poi….

Ah ! Vedo che ridete…..

Andate avanti voi !

97    IL PARGOLETTO ATTESO

Il Pargoletto atteso,

dal ciel al fine è sceso,

brillano gli Angioletti

nel mitico chiarore.

Felici i fanciulletti

salutano il Signore.

O Bambino che mi vedi

in ginocchio innanzi a te:

la tua grazia mi concedi,

il tuo sguardo volgi a me.

Piccol sono, fammi buono

e alle mie colpe dai perdono !

98   GIACCHE’ BRAMATE PROPRIO

Giacché bramate proprio,

che io faccia un discorsetto,

farmi pregar non voglio,

il vostro invito accetto.

Ma vano è l’ardir mio,

ancor son piccolina

leggo assai male e scrivo

al par d’una gallina.

Però dinanzi a questo

mister di puro amore

chi può restare muto ?

Convien sia senza cuore !

Là giace sulla paglia,

raggiante il Re del cielo

che sol per nostro amore

vestì mortale velo.

Ed io da figlia ingrata

Ti negherò il mio amore ?

Oh!…No! Bambino mio

ecco Ti dono il cuore!

99   PROMESSA

Anno nuovo, vita nuova !

Vuoi sapere se sarà vero ?

Mamma, attendimi alla prova,

e vedrai che son sincero !

Troppe volte ho già promesso

d’esser buono, e fui peggior:

ma un altr’anno ora ci ho messo

e sarò davver miglior.

(G. Soli)

100   AI GENITORI

Sentìi nello svegliarmi stamattina

che il cuore mi batteva di contento,

e a te babbo un augurio, e a la mammina

volevo fare, ed or più non rammento;

ch’ero un pochino distratto, lo sapevo

ma a questo punto poi non lo credevo !

Che devo dir ohimé ! Che devo fare ?

Stringervi al cuore, e poi ?….. E poi gridare:

Vi voglio tanto bene e tanto tanto

che tutti i baci miei non san dir quanto.

(P. Marcati)


101   GIOVANE NEGLIGENTE

La mia povera mammina

da un mesetto o forse più

vuol ficcarmi nella mente

un sonetto al buon  Gesù.

Batti, batti non c’è verso,

ve lo dico francamente

do dei punti a questo muro.

Sol rammento, o miei signori

che quest’oggi appunto è nato,

nella stalla fra i giumenti,

il Bambin vaticinato

che ravvolto in bianchi lini

fu adagiato sulla paglia,

fra il bove e l’asinello,

che mi guarda e intanto raglia.

Asinello sciagurato,

ci scommetto, o birichino,

che m’hai scambiato

per tuo fratello più piccino.

Ai tuoi piedi qui protesto,

Ti prometto, o Bambinello

di studiare, d’esser buono

per non crescer somarello,

e frattanto quale pegno

io Ti dono questo cuore.

Deh ! Accettalo e esaudiscimi

o divino Salvatore.

102   PER NATALE

Mi han detto di essere savio e ubbidiente,

come Gesù quand’era piccolino,

mi ci son provato, inutilmente,

che volete, son troppo birichino.

Ma in fondo, in fondo il cuore non è cattivo.

Voglio un gran bene a babbo e a mamma mia,

se in corpo ho l’argento vivo,

credetelo, la colpa non è mia.

Per natale mi voglio convertire,

dispetti e capricci non ne farò più,

e sarete costretti a convenire

che un pochino somiglio al buon Gesù.

103   PACE IN TERRA

Ecco le tremule

fulgenti stelle

e un inno librasi

nel cielo azzurro.

E pace cantano,

su l’ali d’or

gli Angeli in coro:

“Pace pei miseri

che non han pane.

Pace per gli uomini

che hanno amato, che hanno odiato.

Pace a chi vigila

presso una cuna.

Pace alla bruna

schiera di pargoli.

Cui ride in core

segno d’amore.

Pace nel fremito

delle passioni.

Pace a visioni

di stelle fulgide,

d’Angeli belli

a noi fratelli.

Pace a chi semina

l’odio nel cuor.

Pace a chi implora

sopra una bara.

Pace per gli umili,

pace pei forti,

voce di gloria,

voce d’amor;

e l’inno fulgido

della vittoria

squilli nel cuor.

104   LODE,LODE

Lode, lode o Pargoletto

gloria, gloria in terra e in ciel

sii tu sempre benedetto

di salute apportator.

Sii lodato dalle genti,

d’ogni plaga più lontana

e si curvino contenti

tutti gli uomini al tuo imper.

105   IL DONO D’UN FISCHIETTO

Son qui venuto,

Bambino caro

per farti un dono

ma un dono…. raro.

M’han regalato

un bel fischietto

a Te lo dono

bel Pargoletto.

Oggi il fischiare

è di moda, sai ?

Tutti lo dicono.

Il crederai ?

Ognuno fischia,

caro bambino,

ricco o povero

grande o piccino.

Fischian per casa,

fischian per via,

anche nell’aule

dove che sia.

Pargolo santo

fischierai anche TU ?

Ti prego dimmelo,

o buon Gesù.

Al cuor mi dice:

“Fischierò anch’io

nel giorno ultimo,

fanciullo mio “.

106   SERMONCINO A GESU’ BAMBINO

Bambinello mio ddiletto,

son piccino, è presto detto;

che mai t’offro o buon Gesù ?

“Il tuo cuore e niente più !”

Bambinello mio innocente,

il mio cuore t’offro prontamente,

che ne fai o buon Gesù ?”

“Lo fo bello di virtù !”

Bambinello mio vezzoso,

il tuo dono è prezioso;

ma io chiedo altro, buon Gesù !”

“Che ? Non sei contento ?”

“Bambinel dal dolce viso,

io ti chiedo il Paradiso;

me lo dai, mio buon Gesù ?”

“Amico mio, sì, vieni su !”

107   LO SCOLARETTO NEGLIGENTE

Bambino amabile, sono scolaro

vado a scuola

ma nulla imparo.

Scaldo le panche

straccio i libretti

rompo le penne

fo i pupazzetti !

Bambino amabile,

che te ne pare ?

Su, su, rispondimi !

Non vuoi parlare ?

Il Tuo silenzio

Bambin m’accusa,

capisco, intendo

perdona, scusa.

Io vado a scuola

e nulla imparo

e sento dirmi:

“Che bel somaro !”

A me somaro ?

A me ciuchino ?

Non lo sopporto,

caro bambino.

Voglio studiare,

voglio esser buono;

del mal che ho fatto,

Bambin, perdono !

Così, mio caro

dolce Gesù

a me somaro

non lo diran più !”

108   AFFETTI A GESU’ BAMBINO

Ahimé ! Senza panni, sul fieno adagiato,

sei nato a Bethlemme, o Re del creato !

E tremi…. ed hai freddo, celeste Bambino !

Oh! Vieni a sca.ldarti nel mio cuoricino.

Deh ! Vieni, ! Ti voglio, Ti chiamo, T’aspetto

per dirTi che T’amo, per stringerTi stretto,

ben stretto al mio cuore, qui dentro così…..

Deh! Più non tardar, rispondimi “sì” !

109   PARLA L’ASINO DEL PRESEPE

O miei cari amici,

scusate se vi chiamo

con questo nome, è un pezzo

che noi ci conosciamo !

Io povero asinello,

che mai non ebbi scuola,

a voi, che siete dotti,

domando la parola.

No temete che io voglia

turbarvi ora il programma:

farò un breve discorso

un semplice epigramma.

Anch’io, modestia a parte,

sono un poco poeta

e come voi per musica

ho una virtù discreta.

Di musica, s’intende,

oggi non vo’ dar saggio,

per essa, se volete,

vi aspetto, o cari, a maggio.

Il mio canto armonioso

tanto piace alle asinelle;

esso gradito e gioioso

arriva fino alle stelle.

Al poetico accento,

piuttosto oggi mi appiglio

e con esso, da amico,

vi esprimo un mio consiglio.

Le poesie ed i canti

son grati sì al Bambino;

io posso assicurarvene

perché gli sto vicino;

ma quello che egli cerca

io ve lo dico, udite:

Ei preferisce un cuore

ubbidiente e mite.

E perché alla sua culla

volle sol me e i bue ?

Perché siamo ubbidienti

e miti tutti e due.

Da me venite, dunque,

a imparar, se vi piace,

come si deve ubbidire

come soffrire in pace.

Le parole ascoltate

d’un povero asinello

che vi parla in linguaggio

di amico e di fratello.

Per far piacere a Dio,

non v’è mestier portenti,

siate docili e miti

ognor siate ubbidienti.

Fatelo, e sul mio onore

amici, vi prometto

questo sarà l’omaggio

al Dio Bambin più accetto !

110   DUE VERSI PER NATALE

Questo è il mese di natale.

La maestra ieri ha detto:

“Su bambini, o bene o male

impariam qualche versetto”.

Dei versetti ? Oh questa è nuova !

Tutto il dì ci fa tacere !

L’altro giorno sol per prova

feci un verso. “Oh, sta a vedere,

disse lei, con voce grossa,

dove metto il cattivello:

“Credi tu che qui si possa

fare cosa da monello ?”

E facendomi col dito

il segnal della partenza,

fui a un tratto già servito !

“Fuori dell’uscio in penitenza !

Brr!….che freddo ! Ahimé, che gelo !”

Piansi un poco e a te pensai,

o Bambino, re del cielo,

nato in mezzo a tanti guai !

E rividi, col pensiero,

i pastori, la capanna,

e mi parve udir davvero

de’ tuoi Angeli gli osanna !

Fui commosso; e in pentimento

del mio fallo, o buon Gesù,

io giurai, da quel momento,

di non far versi mai più !

(B.Corradi-Roli)

111    EVVIVA IL BUON SOMARO

Fra tante chiacchiere

più o meno dotte

che mi han del cerebro

fatta una gran botte.

Per me il discorso

più bello e più chiaro

e stato quello

del povero somaro.

Ei, senza prendersi

l’aria del dotto

ha fatto in regola

un vero pistolotto.

Ha detto pratiche

sante parole

come in famiglia

parlar si suole.

“Chi per Dio Pargolo

amor sente,

mite dev’essere

e ubbidiente !”

Questo è discorrere,

non d’animale,

ma da finissima

testa col sale.

A te il mio plauso,

caro asinello,

dei dotti e celebri

tu sei il modello.

E’ un’ingiustizia

che nessun Stato

qualche alta carica

non t’abbia dato.

Fra le miriadi

di professori

tu avresti a cogliere

i primi allori.

Con il rispetto,

che dà al padre

un bravo figlio,

io seguo subito

il tuo consiglio.

Né io son l’unico

a darti ascolto,

altri mi seguono

ilari in volto.

Sì, o mio bell’asino

quanti qui siamo

il tuo consiglio

lieti abbracciamo

E tutti subito

rechiamo a effetto

quello che l’asino

sì ben ci ha detto.

Con tal proposito,

preciso e chiaro,

io l’accademia

chiusa dichiaro.

E a tutti auguro

pace sincera

felice Pasqua

e buona sera !

112   BEN TORNATO DOLCE NATALE

Ben tornato, ben tornato,

o Natal desiderato,

con le chicche e i panettoni,

con i candidi tuoi doni

dolci al labbro e cari al cor !

Ma più dolci dei torroni,

ma più cari dei tuoi doni,

son gli auguri che facciamo,

sono i baci che stampiamo

in sul viso ai genitor.

(M. Derada)

113    A GESU’ BAMBINO

In poca paglia steso,

nel cuor d’inverno rio,

o fanciulletto Iddio

ti veggio qui riposar.

Socchiusi hai gli occhi belli,

ma pur rapisci il core;

par che tu chiegga amore

col lieve respirar.

Gradisci o bel Bambino

il don della fanciulla,

che innanzi alla tua culla

t’offre il suo puro amor.

(B.Corradi)

114   NATALE

In povera capanna

è nato un Bambinello

gli cantan tutti Osanna

i Cherubin del ciel.

Cantate, o angioli belli !

E’ nato il Redentor

che porta ai poverelli

fede, speranza, amor.

Noi pur quell’inno pio

cantiam, compagni, orsù;

gloria nei cieli a Dio

e pace all’uom quaggiù !

(G. Pizzen)

115    NATALE

O che gioconda fiamma

guizza nel caminetto !

Ride il babbo, la mamma

vi bacia e stringe al petto,

e bambole e balocchi

fan tutta un’allegria.

Ma voi, bambini, gli occhi

ficcate nella via:

guardate in giù, bambini.

Mentre si gode e ride

ci son dei poverini

che fame e freddo uccide.

(G. Mazzoni)

116   IL PIU’ BEL FIOR

Ho cercato un fiorellino

per offrirlo a Te Bambino

ed esprimerTi l’affetto

che per Te m’infiamma il petto.

Ma cercai, cercai, cercai

e il bel fiore non trovai,

verso il monte e giù in pianura

tutta è brulla la natura.

Nell’eterna primavera,

nella fervida preghiera

io ho colto alfin quel fiore

che Ti parla del mio amore.

Sai qual’è ? Bimbo, è il mio cuore !

(Marescalchi)

117   CAPPELLO CERVELLO

Oh ! Finalmente

son giunto anch’io

al caro ostello

del Bimbo Dio.

Se tu sapessi,

Bambino santo,

quanto mi costa

l’esser Ti accanto !

Appena usciti,

da casa mia,

con furia il vento

spazza la via,

e mentre muovo

il passo snello,

fischiando rubami

il mio cappello.

Io corro, corro

per acchiapparlo

ma poi…. di prenderlo

neppur sognarlo.

Io grido a tutti

da far pietà:

“Il mio cappello

fermate, olà !”

Un buon vecchietto,

col suo bastone,

lo ferma lesto,

gli fa un bucone.

Lo prendo in mano,

lo guardo in testa,

o che rottura:

è una finestra.

Caro bambino,

rotto ho il cappello

deh ! Fa che sano

io abbia il cervello;

sulla mia testa

che è sì piccina

tieni, o Bambino

la tua manina !

118 IL POLTRONE DEL PRESEPIO

O santa Vergine,

madre di Dio,

tutti qui vengono,

ci vengo anch’io.

O madre amabile,

dico a voi sola:

ho poca voglia

d’andare a scuola.

Se ben non recito

la mia lezione,

il maestro gridami:

“Va là, poltrone !”

Oh ! Fortunato

il Dio Bambino

che mai studiato

no n ha il latino !

Pure ancor piccolo,

sui primi albori,

vincéa la disputa

coi gran Dottori !

Oh ! Se un millesimo

ne sapessi io,

addio grammatica

per sempre addio.

Chi dello studio

l’uso ha inventato

ha fatto, sembrami,

un gran peccato.

Giorni di scuola

giorni infelici !

O bove, o asino,

o voi felici !

Gesù contentasi

che lo scaldiate

e non comandavi

che a scuola andiate.

Ma che mi valgono

tanti lamenti ?

E perché invidio

i due giumenti ?

Ah ! Essi riscaldano

Gesù col fiato

e ognor docili

han faticato.

Se dunque anch’io

faticherò

al Bambin Dio

caro sarò !

119   UNA DOMANDA A GESU’ BAMBINO

Da te la grazia

vorrei, o Signore

di diventar subito

un gran dottore.

Ma bene intendesi

senza studiare,

che poco piacemi

di faticare !

Oh ! Come placido

io dormirei,

fortunatissimo

allor sarei !

Come sarebbero

allor contenti

del loro figlio

tutti i parenti.

Se temerario

è questo voto,

un altro ascoltane

dal tuo devoto:

“Del mio bernoccolo

duro, pietroso

spezza la tempera

Gesù pietoso.

Benigno infondimi

forza e volere

per ben compiere

il mio dovere.

E giunto al termine

dei giorni miei

al fin conducimi

tra i Santi tuoi !”

120   BAMBINO CARO

Bambino caro

son qui venuto

per darti un bacio

ed un saluto;

per domandarti

anche un favore,

mel farai certo

dolce Signore.

Le buone feste

io chiedo a Te

per quelli qui raccolti

e ancor per me.

Da te la grazia

ognuno spera,

arrivederci

a un’altra sera !

121   BUONA SERA

Buona sera,

o Bambinello

m’hanno detto

che sei bello.

Che il mirarti

dà piacer:

m’hanno detto

proprio il ver !

Buona sera,

Bimbo mio,

m’hanno detto

che sei Dio,

che del mondo

sei re:

m’hanno detto

ciò che è !

Buonasera,

o Pargoletto,

che sei caro

m’hanno detto;

che sei ?… cosa ?

Non so più….

Buona sera

mio Gesù !

122   CAMPANE DI NATALE

Questa è la notte; nebbioso velo

cuopre la luna, le stelle asconde…..

ma pel tacente, rigido cielo

ecco un allegro suon si diffonde

Son le campane di Ceppo: liete

scendon le note nel nostro cuore.

– Pace ed amore – quel suon ripete !

– A tutti gli uomini pace ed amore !” –

Nei santi gaudii della famiglia

udite, o bimbi, quei dolci suoni,

come una voce che vi consiglia

ad essere sempre gentili e buoni.

Cari bambini, stretti in quest’ora

nell’amoroso materno amplesso,

di far felici vi sia concesso

chi a voi di rose la vita infiora !

(E. Nencioni)

123   IL DONO DI UNA TROTTOLA A GESU’

Quanto sei cara

mia trottolina !

Tu giri e trottoli

sera e mattina.

Gira, mia trottola,

oh che piacer !

Gira, rigira

che bel veder !

Col mio frustino,

in un  momento,

ti fo rotare

al par del vento.

Gira, mia trottola,

che bel giocar !

Gira, rigira

non ti fermar !

Che faccio ? Innanzi

al Dio Bambino

parlo di trottola

e di frustino ?

Oh ! Per giocar

Bambin trascuro

i miei dover.

Questo Ti è duro.

Ma piango, adesso,

il fallo mio,

deh ! Perdonami

Pargolo Dio.

Sì, perdonami

e scusami, o caro,

al mal ch’hai subito

metto riparo.

Donar Ti voglio

caro bambino

ci penso…. aspetta

un trottolino….

Sì Ti regalo,

Bambin diletto,

frustino e trottola

qui Te li metto !

124   IL PRESEPIO

Quanta pietà mi fai, Divin Bambino

là in quel presepio angusto e mal difeso

scoperto il capo, avvolto il corpicino

in pochi cenci sopra il fien disteso.

Quel bove che ti appressa e quel giumento,

riscaldar non ti possono abbastanza.

Gli Angeli cosa fan nel firmamento

che non ti portan fasce in abbondanza ?

Nel vederti così bianco, tremante,

con la tua Mamma e col tuo Babbo anch’io

piango, e vorrei lasciar quel bel sembiante

in cui si svela la bontà di Dio.

Lascia, o Santo Fanciul, ch’io m’inginocchi,

e che del mio mantel dono ti faccia

cade fitta la neve a fiocchi a fiocchi,

sopra il tuo rozzo tetto e più ti agghiaccia.

Cuopriti dunque col mio mantellino

che sulla terra hai già troppo patito.

Cuopriti, dormi e il sonno tuo divino,

di disturbar nessun si faccia ardito.

Ma nel tuo sonno, pensa a noi meschini

a fai che in questo dì bello, giocondo,

anche il superbo innanzi a te s’inchini

in te ravvisi il salvator del mondo.

(I. Cortona)

125   SARO’ UN BAMBINO CATTIVO ?

M’ha qui mandato, Bambino, a Te

la mamma cara

sai Tu perch?

Dice che ha un bimbo

cattivo assai……

ma non son io, credilo

no, no, giammai.

Sarà Carlino,

oppur Gigetto,

ma non son io

bel Pargoletto !

Questo bambino

rendilo buono….

Ma sarò io ?

No, no, nol sono !

Ma se io fossi,   allora Tu

rendimi buono    caro Gesù !

126   DAMMI UNO SGUARDO

Ecco son giunto,

caro Bambino,

ti mando un bacio

a te m’inchino.

La mamma dissemi

che Tu sei bello,

lascia Ti guardi

o Bambinello.

E’ vero, è vero !

Sei bello assai !

Bimbo sì bello

non vidi mai.

Mi disse ancora

che Tu sei buono,

io, caro Pargolo

cattivo sono.

Dammi uno sguardo,

Bambin Gesù,

e sarò buono

come sei tu !

127   BAMBINELLO TU SEI DIO

O se sapessi

Bambino mio !

M’ha detto mamma

che Tu sei Dio.

Come è possibile

così piccino

che Tu sia Dio

caro Bambino ?

M’ha detto dunque

una bugia ?

Oh, non ne dice

la mamma mia !

Quantunque piccolo

sì, Tu sei Dio !

Lo crede mamma

e lo credo anch’io !

128   LA SCATOLETTA DI CONFETTI

Bambino caro,

ascolta un po’

una cosetta,

io ti dirò.

Deh ! Mi perdona

le scappatine,

benché stavolta

sia un po’ bruttina.

Senti, una scatola

mamma mi dié,

a dire il vero

proprio per Te.

Per via la guardo,

aprirla tento,

caro non piangere,

di cuor mi pento.

Pianino l’apro…..

dentro che v’era ?

Non farmi, o caro

la brutta cera !

Confetti c’erano,

piccini e grossi,

gialli, verdognoli

e bianchi e rossi.

Dentro una voce

mi dice: “Tocca”

e l’acquolina

mi viene in bocca.

La voce seguita:

“Saggia un pochino,

ne restan molti

per Dio Bambino !”

Io mangio, mangio….

La voce intanto…..

”Darai la scatola

al Bimbo santo”.

Tutti, o Bambino

li mangio in fretta,

mi resta vuota

la scatoletta.

Che se di zucchero

la fosse stata

anche la scatola

avrei mangiata.

Deh ! Mi perdona,

io Ti prometto

mai più ascoltare

il diavoletto !

129   PERCHE’, MIO BAMBINELLO

Perché mio Bambinello,

eterno Re del cielo,

in questo freddo ostello

giaci a tremar nel gelo ?

Se insieme con me verrai,

celeste fanciullino,

le membra adagerai

nel caldo mio lettino.

Vieni nella mia stanza,

c’è un morbido origliere,

c’è lana in abbondanza

perfino c’è un braciere.

Se questo, o Bambino amato,

non basta, io ti prometto,

scaldarti col mio fiato,

coi baci, col mio petto !

Tu guardi ? Ah ! I guardi tuoi

io l’intendo, o mio Signore.

Tu scaldar Ti vuoi

tra le fiamme dell’amore.

Madre del santo affetto,

o Vergine Maria,

accendi questo petto

che amar Gesù desìa.

Amarlo ora nascosto

sotto mortali spoglie,

amarlo poi glorioso

nelle celestiali soglie.

130   IL PADRE DI GESU’

Un uomo al Bimbo

scorgo vicino,

è certo, certo

un pellegrino.

Che sia del Pargolo

il buon papà ?

E’ San Giuseppe

dubbio non v’è !

O padre amabile

del Dio Bambino

del cielo insegnami

retto il cammino.

Rendimi caro

al Bambinel.

Eh ! Che io possa

vederlo in ciel !

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