BEATO ANTONIO DA AMANDOLA
Antonio Migliorati nacque ad Amandola il 17 gennaio 1355 da padre contadino. La fama dei santi agostiniani lo spinse ad entrare nel convento del paese natio, dove fu ordinato sacerdote. Passò circa dodici anni nel convento di Tolentino, poi a Bari, da dove ai primi del sec. XV fece ritorno ad Amandola, e fu superiore del conventino, che fece ampliare e accanto a questo diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa. Riponeva la sua fiducia nel Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio che ha vinto ogni male per mezzo della sua risurrezione dalla morte. “Chiamo Lui, speranza mia” pregava il beato Antonio. E recava pellegrino al santuario della Madonna dell’Ambro a Montefortino. Come persona pellegrinante, gustava la dolcezza di affidare ogni speranza a Dio, in attesa della visione beatifica, seguendo l’esempio di Maria. Era ammirato per l’umiltà, lo spirito d’obbedienza e di mortificazione e per lo zelo apostolico, fino alla morte, sopravvenuta il 25 gennaio 1450. Nel 1453 il suo corpo fu sistemato in un’arca di legno su un altare che si intitolò al suo nome, mentre i prodigi (persino la resurrezione di morti) si moltiplicavano. Nel 1759 Clemente XIII ascrisse Antonio nel numero dei beati. Nel 1890 Leone XIII concesse l’indulgenza plenaria ai visitatori del suo santuario in Amandola. Nel 2006 una tavola dipinta che lo raffigura, opera del pittore Salvatore Tricarico, è stata apposta nel santuario della Madonna dell’Ambro.