L’UNIVERSITA’ E IL PORTO concessi dai carolingi a Fermo(FM) Gabriele Nepi
“In questa tomba riposa il corpo di Carlo, grande imperatore, accrebbe nobilmente il regno dei Franchi e lo governò felicemente per 47 anni. Morì settantenne l’anno del Signore 814, settima indizione, quinto giorno dalle calende di febbraio.” Questo è l’epitaffio sulla tomba di Carlo Magno ad Aquisgrana e sembra riecheggiare l’acclamazione della folla nella basilica di S. Pietro, quando, nella notte di Natale dell’anno 800, papa Leone III lo incoronava imperatore: “A Carlo Augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore, vita e vittoria” e le volte del tempio riecheggiavano poderosamente nel latino originale vitam et victoriam. Leggende e tradizioni orali parlerebbero di atti e documenti di Carlo Magno relativi alla Marca. Tutto falso! Di vero, c’è il fatto narratoci da Anastasio Bibliotecario (817-877 c.) che dopo la sconfitta dei Longobardi per opera di Carlo Magno alle Chiuse (anno 773), quando Carlo scese in Italia in aiuto di papa Adriano (772-795), gli abitanti del ducato di Fermo, gli Anconetani e i cittadini di Osimo e gli Spoletani, si diedero spontaneamente al Papa, gli giuravano fedeltà e per documentare questa sudditanza si tagliarono barba e capelli, secondo il costume romano (more romano tonsorati sunt). Non ci risulta che Carlo Magno sia venuto a Fermo mentre il suo secondogenito, Pipino, proclamato re d’Italia nel 791, venne in questa città alla testa di un esercito, accompagnato dal duca di Spoleto Vinigisio e vi soggiornò prima di marciare contro Grimoaldo, duca di Benevento. Pipino a Fermo reclutò molti soldati per il suo esercito. Fermo deve ad uno dei Carolingi, cioè all’imperatore Lotario (795-855), nipote di Carlo Magno, la fondazione dello studio generale, studium generale, Università del tempo, avvenuta nell’anno 825. In tutta Italia ve n’erano soltanto nove: Torino, Ivrea, Civitale del Friuli, Pavia, Cremona, Vicenza, Verona, Firenze, Fermo. Come si vede, Firenze e Fermo erano i soli bacini di utenza per l’Italia centrale. Nel capitolare di Lotario, emanato a Corte Olona, si specifica tra l’altro che dovevano recarsi a studiare a Fermo tutti quelli del ducato di Spoleto, ducato vastissimo che comprendeva Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo spingendosi fino al ducato di Benevento. Nel 1165 Federico Barbarossa farà proclamare santo il nostro Carlo Magno e ciò dall’antipapa Pasquale II, dato che egli era in rotta con il vero papa. La Chiesa, tuttavia, non riconobbe mai tale canonizzazione, anche se permise il culto in qualche diocesi di Francia e di Germania. Il Barbarossa che volle proclamazione di Carlo Magno a santo, si interessò anche di Fermo e del suo Porto esattamente l’anno precedente cioè nel 1164. (Gabriele Nepi 27.IV.1994)