Anno <1022> gennaio. Fermo. Da “Codice 1030” FM ed. pp.85-88
Il vescovo Fermano, Uberto donò alla Chiesa Fermana il castello di Asculculo.
“ Nel nome di Dio, Signore e salvatore nostro Gesù Cristo. Dalla sua incarnazione sono 1102 anni, a tempo dell’augusto imperatore Enrico, per disposizione della provvidenza, nell’anno ottavo del suo impero <anno calcolato dall’impero = 1022> mese di gennaio, a Fermo, indizione ottava. Io Uberto vescovo, figlio del conte Tebaldo defunto, dichiaro di mia buona volontà, secondo gli editti dei Longobardi, per cui un vescovo può fare di sua volontà per le sue proprietà e possessi, con atto stabile e valido, come conveniente all’episcopato; oggi, pensando alla misericordia di Dio onnipotente, a rimedio della mia anima, per meritare di ricevere dal Signore la ricompensa quando arriverà il giorno del giudizio, pertanto per la redenzione ed assoluzione della mia anima, faccio questa consegna secondo i capitolare imperiali della mia proprietà ereditata dai genitori, cioè il mio castello di Asculculo con quanto gli spetta ed appartiene di dovere, con la chiesa di sant’Aronzio con suo altare ed arredi, con terreni uniti o lontani di misura moggi tre mila, con alberi e frutta, con quanto vi è sopra o sotto (a confine) da capo con il rivo detto Flubio, da piedi il litorale marittimo, con pescagioni; da un lato il rivo Tronta; dall’altro lato il rivo detto Rigiolo, senza fare alcuna riserva su quanto c’è dentro detti confini e corsi d’acqua, tutto do, dono, consegno e concedo in proprietà, per la mia anima, a questa santa Chiesa Fermana, che ne abbia tenuta, possesso, diritto inviolabile, senza che alcun uomo né erede possa mai presentarsi a contraddirlo. Se qualcuno volesse contrastare il vescovo Uberto e i suoi eredi successori nella santa Chiesa Fermana, o turbare, corrompere, o annullare o falsare questo contratto di donazione che io ho deciso per la mia anima, si fa composizione di mille libre d’oro e quanto è stato scritto sopra in questo contratto di donazione, rimane valido in ogni tempo e stabile. Io Azo notaio ho scritto questa carta di donazione, richiestone dal vescovo Uberto, nei detti giorno, mese e indizione, felicemente. Firmai di mia mano io Uberto in questa carta di donazione. Firme di propria mano, richiesti dal vescovo Uberto: io Gosberto; io Atto.