Il 16 maggio arrivò Pio IX a Fermo grande evento di festa del 1857. In una relazione scritta per la venuta di Pio nono a Fermo il 16 maggio, ci è fatta conoscere una grande festa tra sentimenti di aprezzamento e di intima consolazione che il professore di Letteratura Francesco Trebbi espresse in versi:
“ Io veggo fulgido \ già balenarti in viso \ un raggio di letizia \ un placido sorriso \ che i sensi tuoi palesano \ di Padre e di Pastor.” Furono pubblicate molte epigrafi e poesie.
Fin dalla gioventù il card. Filippo De Angelis ed i coetaneo Pio IX erano amici, da buoni marchigiani, e l’arcivescovo ospitò il papa nel felice scambio di impressioni, di idee e atteggiamenti di fede.
Motivo dell’uscita di Pio IX da Roma era il pellegrinaggio che volle fare a Loreto, alla sacra casa di Nazareth che aveva visitato sin da bambino. Passò da Porto Sant’Elpidio per visitare Fermo. La città era addobbata. La gioventù spargevano fiori sulla via, le bande musicali suonavano inni di gloria, le famiglie esponevano lumi e drappi alle finestre.
Furono giorni luminosi di sole splendente nel cielo azzurro. Sul piazzale del Girfalco, il suono delle campane, lo sparo a salve di mortaletti, gli archi trionfali e le acclamazioni “Benedetto chi viene nel nome del Signore” anticiparono il suono dell’organo nella cattedrale metropolitana con i canti della cappella musicale del maestro Francesco Cellini. Dopo il pontificale, benedisse tutti i presenti, di varie provenienze, dal balcone della villa Paccaroni (Vinci).
Fece ricevimento delle rappresentanze civiche nel Palazzo dei Priori, salutato da “Evviva!” mentre erano alzati dalla piazza i globi aerostatici. Squisiti e vari rinfreschi e confetture giravano per le sale. A sera si ammirarono i razzi colorati dei fuochi d’artificio.
Il papa accolse gli umili affetti, dicendo che “avevano dato al suo cuore una piena consolazione” Venerò nella chiesa del Carmine la Madonna del Pianto, ivi portata. Visitò il monastero di San Giuliano ornato di veli e di abbondanza di fiori intrecciati a ghirlande. Le educande cantavano la fede: “Come Gesù dal Golgota \ dié pace all’universo \ Tu, sua divina immagine, \ lo sguardo a noi converso \ ne benedici, e l’anima \ pace di cielo avrà. “
Ripartì il giorno 18 e i fedeli, accorsi da molti Comuni, affollavano la piazza, le vie che echeggiavano i fragorosi applausi e le acclamazioni di gioia. Il papa era sempre ilare e sorridente benediceva le persone che gli facevano ala sulla strada verso Porto San Giorgio, per quattro chilometri.
Rimase un’iscrizione dettata da Giuseppe Fracassetti: “ Il gonfaloniere e i sette magistrati del governo \ mossi dalla letizie per la desideratissima venuta \ diedero ai posteri da ricordare \ la memoria del giorno 16 maggio \ dell’anno 1857 quando \ Pio nono pontefice massimo \ nel viaggio per Bologna passò per Fermo \ e dal palazzo ospitale \ del Card. Filippo De Angelis Arciv. della nostra città \ passò su un ponte posto per l’occasione \ da qui al palazzo pubblico \ ammise al bacio di rito \ i cittadini di ogni ordine \ e benedisse il popolo da un balcone \ con straordinarie espressioni di benevolenza. “
Per tutto l’apparato di monumenti, statue, ottagono architettonico, statue ed archi si erano prodigati il perito comunale Alessandro Sabatini, l’ingegnere provinciale Pietro Dasti, gli ingegneri fermani Michele Benedeti e Pompeo Marini.
Epigrafe della LAPIDE (tradotta dal latino): Il Gonfaloniere Francesco Conte Cordella Commenda san Gregorio \ Giulio Pucci \Francesco Morroni \ Cav. Francesco conte Raccamadoro commenda san Gregorio\ Luigi Vitali \ Domenico prof. Ranaldi \ Giovanni dott. Cimini.
Il gonfaloniere con i sette magistrati del governo \ mossi dalla letizie per la desideratissima venuta
in ricordo diedero ai posteri \ la memoria del giorno 16 maggio \ dell’anno 1857 quando \ Pio nono pontefice massimo \ nel viaggio per Bologna venne a Fermo \ e accolto ospitalmente nel suo domicilio
dal Card. Filippo De Angelis Arciv. della nostra citta’ \ passò su un ponte posto per l’occasione \ da qui al palazzo pubblico \ e ammise al bacio di rito \ i cittadini di ogni ordine \ e intercedente benedisse il popolo da un balcone \ con straordinarie espressioni di benevolenza.