ANTICHITA’ PALEOCRISTIANE A FERMO
Nell’attuale cattedrale fermana si trova un sarcofago di marmo compatto, scolpito nella sola parte anteriore con cinque scene: la centrale raffigura il Cristo-Verbo con gli offerenti Caino ed Abele e nelle nicchie laterali sono scene della vita di san Pietro Apostolo dagli “Atti”. Quest’opera è datata dalla maggioranza degli esperti al quarto secolo d.C. e da taluni alla fine del terzo secolo. Dai documenti successivi si ha notizia che il corpo del vescovo Alessandro riposava dentro un’arca marmorea nella stessa cattedrale. Riguardo al corpo del vescovo martire. Filippo si tramanda che fu collocato “nella confessione” della cattedrale fermana in sepolcro marmoreo, poi sostituito dall’arcivescovo Alessandro Borgia (1724-1764) con un moderno reliquiario.
La cattedrale in cima al colle fermano ha alla base una chiesa paleocristiana a forma di basilica con parte della muratura databile al quinto secolo, e con un ampio e bel mosaico di questo periodo. Nel pavimento dell’abside è stata notata una sede affiancata da altri sedili per cui si è pensato alla cattedra o seggio del vescovo ed ai sedili laterali riservati al clero. Nella stessa abside un mosaico raffigura un cantaro (simbolo del Cristo) con due pavoni a fronte, simboli delle anime che da Lui hanno vita.
Un reperto non più rintracciabile esisteva nel museo De Minicis il quale l’ha descritto come Cristogramma con le lettere greche X, e, P incise su una tegola romana.