Gualdo di Macerata: la chiesa di San Savino (diocesi di Fermo)

LA CHIESA DI SAN SAVINO DI GUALDO (MC) NEL SECOLO XVIII

Note di descrizione dall’anno 1759 al 1771  dagli Inventari dell’Archivio Storico Arcivescovile di Fermo.

Impianto\\   La Chiesa di San Savino “del Gualdo” nel secolo XVIII, aveva adiacenti due case, di cui una era la casa canonica parrocchiale. La facciata della chiesa  sulla piazza soprastante, l’abside sulle mura castellane che erano spesso in pericolo di franare. Al Comune era chiesto il riattamento dei muri portanti della casa parrocchiale.

Costruzione\\   Secondo il racconto trasmesso per tradizione ,circa l’anno 1309, questa chiesa fu fatta costruire dai Brunforte, signori del castello.

Amministrazione\\   Il card. Bandini arcivescovo di Fermo e Legato papale della Marca, nel 1601, stabilì il giuspatronato amministrativo del Comune sulla chiesa, non la proprietà.  La manutenzione e riattamento dell’edificio erano compiti del comune.

Secolo XVIII\\   La chiesa nel secolo XVIII era a due navate e vi erano sei altari con ciascuno la sua  cappella ornata.

   Nella prima navata della chiesa, l’altare maggiore aveva attorno una cappella, cioè una volta con stucchi dorati.  Dietro l’ altare c’era il coro, (spazio per i cantori) ed un finestrone di 24 vetri. La porta maggiore era nella prima navata, verso piazza e vi erano tre finestre. Nella facciata, da  piedi, vi era una seconda porta e vi era  il finestrone che corrispondeva con quello del coro.

Tre Parrocchie\\   A San Savino era intitolata la Parrocchia principale a cui affluivano due altri parroci.  A San Savino si festeggiava la Santa Croce di cui custodiva la reliquia con le feste del 3 maggio e del 14 settembre.

Altre feste parrocchiali: Corpus Domini, S. Antonio da Padova, S. Rosario, S. Casa di Loreto (10.dicembre), S. Marco.

   Sull’altare maggiore aveva sede la confraternita del SS. Sacramento che provvedeva gli arredi sacri. Vi erano il tabernacolo. La Confraternita del SS. Sacramento solennizzava la festa del Corpus Domini ed altre feste. Nella cappella dell’altare maggiore, il lampadario pendente con lumino, era tenuto acceso come segno della presenza  SS. Sacramento. La Confraternita del SS. Sacramento aveva l’altare dell’Ultima Cena con due locali  tipo oratori, dietro a questo altare. Inoltre aveva  la “Casetta della Madonna di Loreto”.

   Il quadro (o pala) aveva dipinti su tela:  il vescovo san Savino e san Giovanni Battista in contemplazione della beata Vergine Maria raffigurati in alto tra angeli.

A sinistra, sul muro di una nicchia, era dipinta l’effige di san Nicola da Bari.

   L’altare cappella del SS. Crocifisso era a sinistra dell’altare maggiore ed aveva la Croce in una nicchia.

   Sul lato destro dell’altare maggiore, c’era un  altare dedicato a san Giovanni Evangelista. L’altare del beneficio di san Giovanni Evangelista nel 1765 aveva unito il titolo di san Michele arcangelo,  con dipinti sulla tela, questi due santi.

 I predetti tre altari  di questa prima navata erano situati  in prospettiva di una porta d’ingresso della chiesa.

   La seconda navata, aveva in alto tre finestre, poste sopra ciascuno dei tre suoi altari

   Un  altare situato di rimpetto alla porta principale aveva la forma di urna. Vi era un quadro con tela dipinta raffigurante l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli. In oltre vi erano le sacre Reliquie e anche vari dipinti della Passione del Cristo.ù

   L’altare dell’Ultima Cena e della Passione di Cristo, nel secolo XVIII, era nella seconda navata, di rimpetto alla porta maggiore. Questo era amministrato dalla Confraternita del SS. Sacramento. Ai lati di questo altare, c’erano due porte che immettevano in due locali, od oratori, di cui uno, sulla destra era usato per far vestire i confratelli del SS. Sacramento, l’altro, a sinistra, per la liturgia delle Quarant’ore (come Cappellina per l’adorazione del SS. Sacramento).

   Da capo a questa seconda navata un secondo  altare, con sua cappella a stucchi, era dedicata alla ss. Concezione della beata Vergine raffigurata su tela dipinta con suo quadro. Qui era stabilita la confraternita con lo stesso nome della Ss. Concezione.

A destra della pala d’altare era dipinto san Francesco d’Assisi; a sinistra di essa sant’Antonio da Padova. Altri santi erano dipinti in una nicchia.

   Un terzo altare era dedicato alla beata Vergine del santo Rosario, raffigurata insieme con san Domenico nella tela dipinta del quadro, con attorno i quindici piccoli quadri raffiguranti i misteri del Rosario.  Vi era inoltre la statua della Madonna  del s. Rosario, che attirava molta devozione con la fama delle grazie ed era festeggiata la prima domenica di ottobre. Di lato c’era un lampadario appeso. L’altare cappella del ss. Concezione era da capo la seconda navata. Da piedi alla stessa navata l’altare, e cappella del ss. Rosario.

La Confraternita del ss. Rosario aveva questo suo altare in cui, sopra la tela raffigurante san Domenico e la beata Vergine, nel 1765 si vedevano, in alto, alcuni dipinti. Anzitutto il Padre Eterno, a lato sinistro la Fuga in Egitto della sacra Famiglia, ed a destra il Parto di S. Anna. Altri dipinti: S. Caterina da Siena, S. Pietro martire, Adorazione dei Magi, Sposalizio di S. Giuseppe, S. Colomba, S. Tommaso d’Aquino.

 Vicino alla seconda porta, il Battistero, in legno, ai piedi della chiesa, e poggiava su un pilastro murato. V’era l’immagine del Cristo battezzato da san Giovanni. L’acqua battesimale che al momento del rito veniva infusa sul capo del battezzato, fluiva poi attraverso un foro verso il “sacrario”.

   A destra del Battistero, c’era lo spazio era stato demolito un altare, di cui restava il quadro con tela dipinta raffigurante san Carlo Borromeo, contemplante la beata Vergine con in braccio il s. Bambino.

   A quattro passi di rimpetto al Battistero, c’era la porta principale dell’edificio, con sue porticelle, e con attorno la cornice in pietra bianca (portale). Ad un passo da questa c’era il pulpito in alto e, sotto di esso, un confessionale. Questo pulpito stava sopra la porta maggiore. I tre parroci avevano, nella chiesa, un confessionale ciascuno: il parroco di san Savino l’aveva sotto il pulpito. Di rimpetto a questo, il confessionale del parroco di sant’Elpidio era di lato alla cappella del ss. Concezione; mentre il parroco di S. Pietro l’aveva di lato alla cappella del ss. Rosario, da piedi.

   Dalla parte del coro, verso la piazza e la strada pubblica, nella prima navata, sulla facciata della porta maggiore, v’erano tre finestre corrispondenti agli archi della stessa chiesa. Nella seconda porta vi era il finestrone corrispondente a quello che si vedeva nel coro.

   La copertura della chiesa era a tetto con “cavalli” di legno e “braccioli” a pianelle e “cordesche”.

   Il pavimento era a tutto “piancito” con ventiquattro lastre di altrettante sepolture.

Da una  parte del coro verso piazza vi era il cimitero con sua porta.

   Dall’altra parte, vi era il Campanile con una campana maggiore ed una minore le cui corde passavano dentro la sacrestia. A lato destro del coro, una porta immetteva nella sacrestia che era soffittata con pianelle di sopra. In sacrestia oltre al Crocifisso e al canterano c’erano gli archivi di ciascuno dei tre parroci.

   Secondo l’inventario del 1771, di lato alla chiesa, sulle mura c’era un orticello.

   Alla parrocchiale di San Savino erano unite le altre chiese del territorio di Gualdo: la pievania S. Elpidio; S. Pietro; S. Salvatore in Cardine,;S. Maria Maddalena; S. Salvatore in Ceresciolo, prepositura in Massa, e s. Pietro in Monteleone.

Oltre ai Brunforte dominarono come signori  anche gli Azzolino, e gli Adami, signori fermani.

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