1301.03.24: Procura a riscuotere un credito
Nel nome dei Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1301, indizione quattordicesima, al tempo del papa Bonifacio VIII, il giorno 24 marzo, redatto a Matelica nel monastero di Santa Maria Maddalena, alla presenza di Tomassio cappellano della chiesa di Santa Maria di Cerreto, Guarinuccio di Corrado Guidarelli, con il convento del sopradetto monastero, come testimoni richiesti e chiamati; donna Mattia badessa del monastero di Santa Maria Maddalena insieme con le suore Isabetta, Graziadea, Mattiola, Eugenia, Bartolomea, Datadeo, Mansueta, Simonetta, Vittoria, Filippuccia, Gera, Agata, Diotama, Lucia, Angelica, Cecilia, Isaia, Clavella, Margherita, Daniela, suore e monache dello stesso monastero e del convento del detto monastero, dopo che al suono della campana, come d’uso, si erano riunite, senza alcuna discordanza, la stessa badessa con la licenza ed il consenso del detto convento ed insieme con loro, stabilì ed ordinò frate Giacomuccio della comunità del sopradetto monastero come amministratore vero e legittimo, agente, fattore e nunzio speciale del convento di esso monastero e dello stesso monastero, per ricevere e prendere dal camerario (cassiere) del comune di Matelica o dall’amministratore del detto comune che è, e sarà in carica, e da Buto di Tomassio o da qualsiasi altra persona che è posta sopra ai predetti, tutta la somma di denaro o di generi che il detto monastero di Santa Maria Maddalena deve avere dal comune di Matelica o da interposta persona, per la promessa per il detto comune, a prendere la detta somma di denaro o di generi, tutta o in parte, ed a rilasciare quietanza, remissione e ad assolvere il camerario o l’amministratore e Buto di Tomassio e tutte le altre persone che dovranno ricevere quietanza per il pagamento da parte del predetto comune, di tutto quello che lo stesso frate Giacomuccio amministratore del detto monastero riceverà e in ogni cosa che per mezzo di lui sarà trovata, a nome e per conto del detto monastero e del suo convento. La predetta donna Mattia badessa insieme con tutto il convento del detto monastero, promette di considerare deciso per sempre in perpetuo e di mantenere tutto ciò che viene fatto, detto, messo, quietanzato, operato e realizzato da parte del detto amministratore nelle cose dette sopra ed in ciascuna di esse, e di non contrastare o mettersi contro ad esse in alcun punto o capitolo, sotto penalità ed obbligazione dei beni e delle cose del detto monastero e del suo convento. Promise e accordò che avrebbe dato e pagato questa penalità tutte le volte che avessero agito contro o anche contravvenuto, e avrebbe ripagato l’amministratore, i danni e le spese.
Ed io Ventura Massei notaio pubblico fui presente a tutto ciò e, richiesto di scrivere, scrissi e pubblicai.