1286.11.20: Procura per il residuo di una multa
Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1286, indizione quattordicesima, a tempo del papa Onorio IV, il giorno 20 del mese di novembre, redatto nel monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica, mentre erano presenti Albrico di Giacomo Bruti, Matteo mugnaio e Giovanni da Foligno, come testimoni per questo e su questo chiamati e richiesti; Donna Mattia badessa del monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica con il consenso e la volontà o con il consenso, la presenza e la volontà di Cristina, Agnese, Giacoma, Margherita, Caterina, Illuminata, Daniela, Graziadea, Diotama, Lucia, Vittoria, Cecilia, Cristiana, Aurea, Giacomuccia, Cecilia, Giustina, Andrea, Eugenia, donna Filippa, Isaia, Simonetta, Filippuccia, Amedea, Mattia, Guiduccia, Benvenuta, Isabetta e Sperandea, monache e suore o consorelle del detto monastero, a nome e per conto del detto monastero e del capitolo e del convento riunito ivi al modo solito, tutto lo stesso suo capitolo ed il convento fece, stabilì ed ordinò od ordinarono, fecero e stabilirono concordemente il signor Enrico di Guarnerio presente e ricevente, come legittimo amministratore, attore e procuratore e nunzio speciale suo, di esse e del detto monastero, a presentarsi e comparire per esse e a loro nome e per conto del detto monastero e a favore dello stesso monastero e del suo convento, di fronte al reverendo uomo e padre don Rambotto vescovo camerinese, per chiedere e ricevere e presentar domanda di un termine (di scadenza) per pagare 14 libre ravennati e anconetane che debbono pagare e sono tenute a dare per il residuo del debito e della condamma di 50 libre ravennate e anconetane, fatta dallo stesso vescovo riguardo al detto monastero e contro detto monastero, per motivo e in occasione della dismissione del monastero di Sant’Agata, fatta da parte dello stesso monastero predetto di Santa Maria; in un termine (di scadenza) nella festa di sant’Andrea, o più lontano e prorogare il termine a disposizione, volontà, ed ordine dello stesso vescovo, ed a dichiarare e promettere di pagare lo stesso debito, entro il termine che dovrà esser stabilito dallo stesso vescovo tanto per il signor Gentile di Muralto, quanto per Mosca Savinelli, come l’amministratore dello stesso monastero della detta Santa Maria o altro aveva promesso di pagare e come sarà opportuno e piacerà allo stesso vescovo o diversamente per i creditori scelti a causa del deposito o mutuo, ed a sottoporre se stesso, la detta abbadessa e le consorelle alla ‘minaccia’ di sentenza di scomunica per la cosa stessa, da fare contro l’amministratore, la badessa, e suore, e a sottoporre il monastero all’interdetto ecclesiastico, qualora non pagassero o non pagheranno nel termine scelto, ed a ricevere la quietanza, la conclusione, la liberazioe e l’assoluzione che avranno valore perpetuo, ed a dover fare ed esercitare tutte quelle e singole che riguardo a quanto detto, anche al di fuori ed in occasione di ciò, in generale ed in particolare, considererà da fare e sarà opportuno. Promettono a me notaio sottoscritto, stipulante solennemente per tutti quelli che sono o saranno interessati, tutto ciò che verrà fatto e promesso dallo stesso amministratore nelle cose dette prima, riguardo ad esse, dentro e fuori di esse e di ciascuna ed in occasione di esse, lo considerano deciso e stabile, sotto ipoteca delle cose e dei beni del detto monastero.
Ed io Salimbene del signor Sinibaldo pubblico notaio fui presente a tutte queste cose e, come sopra sopra si legge, scrissi e pubblicai.
(di altra mano aggiunta coeva) Si faccia l’istrumento puntualmente scritto per mano di mastro Voto, cambiando il nome del signor Gentile, anche a Domenico di Francesco.