1286.09.13: Bolla vescovile di unione di due monasteri
Rambotto, per divina misericordia, vescovo di Camerino, saluta nel Signore le religiose donne, badessa e convento del monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica. Di fronte alla richiesta da voi giustamente presentataci, tanto la forza dell’equità, quanto l’ordine razionale esigono che ciò giunga al dovuto effetto con la nostra sollecitudine. Pertanto, o dilette in Cristo, confermiamo l’unione, l’obbligazione, la sottomissione, la promessa, la donazione o cessione fatta ad opera della prioressa o badessa e monache del luogo di Sant’Agata sito presso Matelica, dopo aver considerato la vicinanza e la povertà del predetto luogo di Sant’Agata, in cui le monache ivi dimoranti non potevano osservare la regolare continenza, come risulta più chiaramente dal documento redatto dal notaio Morico da Fabriano il cui contenuto viene qui inserito parola per parola a motivo della maggiore certezza e stabilità.
( QUI IL TESTO DEL DOCUMENTO 7 MARZO 1278 = vedilo a questa data)
Conosciamo con pienezza di scienza la sottomissione, la donazione, la cessione, la promessa, l’unione e ogni altro impegno verso la badessa ed verso l’amministratore del detto monastero, nell’atto scritto da mastro Morico da Fabriano, deciso dalle monache del detto luogo di Sant’Agata e confermiamo tutto; e se in tale atto si trovasse qualche difetto, suppliamo con la nostra ordinaria autorità e uniamo i predetti luoghi delle religiose.
Non sia lecito a nessuna persona violare questo nostro atto di unione e di conferma, né contrastarlo con temerario ardire. Se qualcuno userà la presunzione di tentarlo, sappia che incorre nell’indignazione dell’onnipotente Dio, della beata Vergine Maria, dei beati apostoli Pietro e Paolo, dei santi Venanzo martire ed Ansovino confessore.
Su nostro ordine il notaio Riccerio, nostro redattore, scrive e rende pubblica la presente lettera e la consolida con l’apporvi il nostro sigillo per maggior fede e certezza. Redatto e dato a Camerino, nella cappella del palazzo dell’episcopato, nell’anno del Signore 1286, indizione XIV, a tempo del papa Onorio quarto, il giorno 13 settembre, alla presenza di don Pietro priore di San Giacomo di Muralto, don Gualtiero priore di San Sebastiano, mastro Offreduccio notaio, Corrado di Giovannuccio e Corrado di Domestico, testimoni chiamati per l’atto.
Ed io Riccerio da Camerino, pubblico notaio, ora notario del detto vescovo, presente a tutto ciò, su richiesta del vescovo, scrissi per sua autorità, sottoscrissi e pubblicai l’atto in cui apposi il mio sigillo consueto ed il mio nome.