1279.07.03: Donazione della dote sponsale
(Copia) Nel nome di Dio. Amen. Copia di un atto notarile presente nei quaderni di mastro Matteo del signor Bentevoglio notaio defunto. L’anno 1279, indizione settima, a tempo di papa Nicolò III, il giorno 3 luglio nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Matelica, presenti come testimoni: frate Alessandro lettore fermano dell’ordine dei Predicatori, frate Giacomo da Camerino dello stesso ordine, frate Pietro di Egidio, frate Vitale di Benvenuto, ed il signor Giacomo da Gubbio. Ecco il contenuto. Donna Ricca figlia del fu Curtufonne da “Pudio” fece dono puro, libero e semplice a donna Mattia badessa del monastero di Santa Maria Maddalena, stipulante a nome e per conto ed a favore del monastero, diede la sua dote di cento libbre ravennati od anconetane, con riserva di usufrutto vita natural durante. Dopo la sua morte, l’usufrutto sia riunito al monastero predetto. Dà e concede allo stesso ogni diritto ed azione che ha sui beni del signor Berretillo suo marito, per occasione di dote, e l’abbadessa è resa procuratrice, con diritto di agire dopo la sua morte per ricercare e ricevere la predetta dote contro il signor Berretillo ed i suoi beni ed abbia potere di fare come per legge. La donatrice fa questo per la sua anima e per il rimedio dei peccati suoi e dei suoi genitori. Promise che questa donazione non sarebbe revocata per nessuna causa d’ingratitudine o in qualsiasi altro modo, sotto penalità del doppio della dote. Inoltre giurò sui santi vangeli di Dio di mantenere stabile e deciso tutto quanto detto sopra e di non fare azione contraria sotto la penalità già detta e con l’obbligo di ripagare i danni e le spese con interessi.
La copia del presente atto fu fatta dal notaio pubblico Bonacosa Benvegnati per ordine del giudice e vicario del comune di Matelica, il signor Ugolino del Signor Leti della città di Osimo e per ordine di Giacomello del signor Claudio da Osimo, su mandato del consiglio generale e speciale di detto comune, nell’anno 1280 il giorno 26 novembre, in tempo di sede romana vacante, a Matelica, nella “trasanna” del comune mentre erano presenti come testimoni don Giacomo Plebani, Giacomo (di) Benencasa, Ivano di Giacopone e Francesco di mastro Pietro.
(In calce si legge di altra grafia) Il giorno 19 luglio fu presentato di fronte al vicario da frate Giacomo, alla presenza di frate Guglielmo.