1278.07.17: Appello contro il precetto dell’uditore camerinese
Nel nome di Dio. Amen. Nel suo anno 1278, indizione sesta, a tempo di papa Nicolò III, il giorno 17 luglio, domenica. Redatto presso la casa del monastero di Santa Maria Maddalena del castello di Matelica, mentre sono presenti don Sabbatino di Attone, Giacomo di Benetino e altri testimoni. Ivano del signor Scagno, amministratore del monastero di Santa Maria Maddalena del castello di Matelica, a nome e per conto dello stesso monastero ed a favore del monastero, dichiarando che egli e il monastero si considerano gravati dal contenuto della lettera qui trascritta, a motivo dell’aggravio inflitto e da infliggere a lui e al monastero in l’occasione della stessa lettera, vivamente fecero l’appello. Il contenuto della lettera è questo.
(Don) Scagno pievano di Tolentino, canonico camerinese e vicegerente dell’arcidiacono e del capitolo della chiesa maggiore di Camerino, saluta nel Signore suora Mattia badessa del monastero di santa Maria Maddalena di Matelica e le altre religiose monache di detto luogo. Si ha notizia di pubblica diffusione che voi avete cominciato l’unione della chiesa di santa Maria del sopradetto monastero con quella di Sant’Agata della detta terra, d’autorità propria. Noi siamo meravigliati dell’unione che fate delle predette chiese poiché ciò non spetta a voi, e in nessun modo vi appartiene. Pertanto con l’ordine della presente lettera comandiamo a voi ed a ciascuna di voi, con l’autorità che esercitiamo per la chiesa camerinese, facendo precetto che voi non procediate in nessun modo nel fare la predetta unione, poiché ciò spetta al vescovo camerinese nella sua diocesi, soprattutto in attesa del ritorno dello stesso vescovo, sotto penalità di scomunica immediata che vogliamo comminare a voi ed a ciascuna di voi per lo stesso fatto, se pensate di fare diversamente. Se avete proceduto nel cambiare qualcosa, riportatelo alla precedente situazione. E’ ad arbitrio dello stesso vescovo per togliere la penalità. Diversamente procederemo contro di voi secondo giustizia.
Dato a Camerino il giorno 16 luglio entrante, indizione sesta. Se in verità vi dichiarate gravate dalle cose dette sopra, provvedete a far giungere il vostro amministratore alla nostra presenza affinché riceva da noi il completamento della giustizia riguardo a ciò.
Io Giunta di Albertuccio notaio pubblico di autorità della imperiale maestà fui presente a questo appello e richiesto dal detto Ivano sottoscrissi e pubblicai.