1278.02.16: Oblazione del luogo di Sant’Agata
Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1278, indizione sesta, al tempo di papa Nicolò III, il giorno 16 febbraio, redatto nel monastero o chiesa di Sant’Agata di Matelica, presenti il signor Ventura, mastro Compagnono, Ivano del signor Scagno, Boccabreza di Bartolo, Pietro del signor Giacomo e Napoliono di Raniero, testimoni a ciò chiamati. Donna Alluminata o Latina badessa o prioressa del luogo e delle suore di Sant’Agata di Matelica e suor Benvenuta monaca di detto luogo di Sant’Agata, dettero, donarono, consegnarono e sottomisero se stesse e il detto luogo con i beni, le cose e i terreni pertinenti, al monastero di Santa Maria Maddalena e a frate Giacomo amministratore di questo monastero, il quale le accoglie a nome e per conto di questo stesso monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica. Esse promisero all’amministratore che le riceve, a nome di Mattia badessa di esso monastero di Santa Maria Maddalena, la loro obbedienza, riverenza, povertà e castità e di osservare le istituzioni della regola di detto monastero. La predetta donna badessa ha il potere di stabilire le dette monache e suore nel detto luogo di Sant’Agata e può rimuoverle, dato il fatto che le stesse suore di Sant’Agata vedono e riconoscono che esse non possono vivere decorosamente nel luogo di Sant’Agata e per questo motivo si donarono e consegnarono al predetto monastero per la redenzione dell’anima e dei loro peccati. Frate Giacomo amministratore del detto monastero di Santa Maria Maddalena accolse le dette suore sotto la regola di esso monastero, con le case, gli edifici, lo spiazzo e le terre del monastero di Sant’Agata e con tutti gli altri diritti, azioni e tutto quello che il luogo loro e le stesse suore, insieme o singolarmente, hanno o possono avere in ogni modo o causa.
Donna Alluminata si riserva la tenuta del fruttato, il possesso e la proprietà di un pezzo di terra posta nel distretto di Matelica, a Villa “Camoiano” a confine con il signor Fantegino e con la via. La stessa Alluminata in vita ed in morte può fare e lasciare questo terrenuccio a sua volontà. Dà e concede a frate Giacomo, amministratore del monastero di Santa Maria Maddalena, libera licenza e pieno potere, di propria autorità di prendere la tenuta ed il possesso delle predette cose di San’Agata, e di fare di queste tutto ciò che vorranno, promettendo di tenere stabile e deciso per sempre e non agire o fare in contrario, in nessun occasione, né eccezione, obbligando in ciò i beni di Sant’Agata.
Io Bonaventura Benenanti pubblico notaio richiesto, fui presente a tutte le cose scritte sopra, ho sottoscritto e pubblicato.