1273.04.19: Consacrazione di Venutula
Nel nome del Signore. Amen. Nell’anno dalla sua natività 1273, indizione prima, il giorno 19 aprile, a tempo del papa Gregorio X, a Matelica nel monastero di Santa Maria Maddalena; presenti don Morico di Giovanni, il signor Finaguerra del signor Albrico, mastro Suppo di Nicola, frate Vitale, frate Lenguatio, frate Andrea, conversi dello stesso monastero, come testimoni a ciò richiesti e chiamati. Venutula figlia del fu Vitale di Cristiano, che è chiamata anche Angeluccia, di proprio diritto, offrì se stessa e i suoi beni a Dio e alla beata Maria Maddalena del monastero delle donne di Matelica, a donna Mattia badessa del detto luogo o monastero, la quale riceve e stipula a nome e per conto dello stesso monastero e convento. Venutola cedette e diede tutti i suoi beni mobili ed immobili o semoventi, diritti e accessioni reali e personali, utili e dirette, miste e contrarie, che lei stessa ebbe un tempo, ha ora o potrebbe avere in qualunque modo o causa nel castello di Matelica e suo distretto e in ogni altro luogo; anche i beni che un’altra persona per lei e da lei tiene e possiede, specialmente i beni, le cose e i terreni che sono pertinenti alla stessa Venutola dalla successione di suo padre Vitale e di sua madre signora Benvenisti figlia di Albrico Carelli, da testamento o senza testamento o diversamente, in modo che la predetta donna abbadessa e sue succeditrici e il predetto monastero e le altre persone per conto di esso, abbiano, tengano e posseggano tutti i beni e ne facciano come vogliono con tutto quello che c’è o ci deve essere per intero e con ogni diritto ed azione, uso o requisizione, per sé, da quelle cose o a quelle cose pertinenti e spettanti. Venutula lo fa per amore di Dio e per il bene dell’anima sua e per la remissione dei peccati suoi e dei suoi parenti. In tutti questi beni, cose e terreni, Venutula stabilì di averne interamente il possesso, a titolo precario, a nome di detta donna abbadessa o del monastero, fino a quando esso ne prenderà possesso corporale e diede licenza e pieno potere di prenderlo di propria autorità e di tenerlo sin da ora. Promise per sé, per i suoi eredi e successori alla stessa donna abbadessa per sé e per le sue succeditrici e per il detto monastero, solennemente stipulante per queste cose, di non muovere lite né controversia, ma legalmente difendere i beni, le cose i terreni da ogni uomo e comunità a favore dell’abbadessa e sue succeditrici; (deve) autorizzare, disbrigare e rifondere ogni danno e spesa, salario con interesse, e tutto quel che la detta donna abbadessa e le sue succeditrici e lo stesso monastero faranno e sosterranno in giudizio o fuori, andando, ritornando, stando o altro luogo e causa, per i beni predetti e qualunque di essi integralmente ripagarli e risarcirli; né mai agire contro le cose dette sopra o alcuna di esse, da sé o per mezzo di altra persona a motivo di età minore o altra qualsiasi ragione od occasione, sotto penalità del doppio dell’estimo di detti beni, cose e terreni, come avranno valore nel tempo o saranno migliorati, tutti i beni stipulati e promessi dalla detta Venutula alla stessa donna abbadessa e al detto monastero. Tutte queste cose scritte e ogni singola, in ogni punto e capitolo abbiano sempre perpetua stabilità, pagata o non pagata la penalità, sotto ipoteca ed obbligazione dei suoi beni.
Io notaio imperiale Matteo fui presente a tutte queste cose e sottoscrissi tutto quanto si legge sopra e lo pubblicai.