1272.06.01: Procura per i beni di Mattia
Nel nome del Signore. Amen. Nell’anno dalla sua natività 1272 indizione XV, a tempo di papa Gregorio decimo, il giorno primo del mese di giugno; redatto davanti alla porta del monastero di santa Maria Maddalena di Matelica, alla presenza di Petruzzolo Sartore, Pietro di Attone Filippi,e Giovanni di Compagnone da Sant’Angelo, testimoni chiamati e richiesti. La prioressa del monastero di santa Maria Maddalena di Matelica, donna Allumenata, con il consenso unanime delle consorelle monache ivi esistenti, espresso collegialmente in capitolo, stabilirono e ordinarono come amministratore, rappresentante e messaggero speciale del loro monastero, Fra’ Andrea converso, per prendere posseso e tenuta, a nome e per conto del monastero, di tutti i beni e cose dell’eredità di Mattiola, figlia del defunto Guarnerio del signor Gentile Lazani e a tenerne corporalmemte il possesso, usarne, fruirne ed agire in modo ordinario e straordinario contro Mattiola di fronte ad ogni Curia, in particolare di fronte a Maestro Gugliemo giudice e vicario generale del papa nella Marca, e per chiedere che la stessa Mattiola venga, dal vicario stesso, costretta a tornare al predetto monastero per abitarvi e servire Dio in esso, come è tenuta e deve fare, e promise al tempo della dedizione ed offerta da lei fatta nel monastero predetto ed a vivervi come monaca e regolare dello stesso monastero. L’amministratore chieda di persona al vicario che ammonisca e costringa, con coercizione canonica e giuridica, Mattiola a tornare nel monastero stesso vicino all’abbadessa o prioressa o rettrice ed alle monache per viverci insieme con loro, come conviene e come esigono le sanzioni canoniche, per ivi servire nostro Signor Gesù Cristo. Inoltre chieda a Ivano del signor Scagno e sua moglie donna Sibilia un paio di panni di “gattinello” che Fioretta o Rosa figlia del fu Masseo del signor Rainaldo ha diritto a ricevere da loro. Deve agire, difendere ed esercitare ogni altra cosa in occasione ed a motivo di quanto detto, secondo quanto necessario ed utile al monastero, come meglio potrà decidere, anche stabilendo un altro o più amministratori, nello stesso tempo o in tempi diversi, per fare le cose predette. Promettono per sé e successori, a nome e per conto del monastero e del convento di santa Maria Maddalena di tenere come deciso e stabilito quello che sarà fatto al riguardo dall’amministratore o dagli amministratori, sotto ipoteca dei beni e delle cose del monastero.
Io notaio Matteo di auorità imperiale, richiesto da prioressa, monache e suore sottoscrissi e pubblicai quanto scritto sopra.