1237: Procura per Rosa (data dal contenuto dei precedenti atti)
. . . . . . . . . . . . . . . . .donna Isulana, donna Chiara (pergamena stralciata) . . . Lucia, Agnese e Catalina stabilirono il. . . . notaio presente loro amministratore, attore, fattore, procuratore, responsabile sufficiente ad agire contro il signor Masseo e contro il signor Gentile Lazarii, di fronte a Frate Pietro da Vercelli e di fronte a Filippo vescovo di Camerino per contestare la lite, per giurare nell’accusa e per fare tutto, transazione, compromesso, ascolto della sentenza, appello se necessario, con procura che agisca, riceva e replichi come loro stesse potrebbero agire e replicare riguarda all’eredità (di Rosa) dal padre, signor Ranno e dalla madre, donna Biatrice, specialmente per 555 libbre e per tutti gli altri beni spettanti a lei. Questo atto della badessa e delle monache sarà mantenuto stabile in ogni circostanza, senza limiti di foro ecclesiastico, condizione di causa o senza causa, per dolo o timore, per ogni ausilio legale, restituzione intera e per tutto quanto potesse essere di vantaggio per loro e di svantaggio per le persone in causa con loro. Promisero ciò sotto penalità di 200 libbre. E, pagata, oppure non pagata la penalità, tutto quanto detto sopra resta stabile.
Redatto nel monastero di santa Maria Maddalena, alla presenza dei testimoni il signor Albrico di Finaguerra, il signor Finaguerra, il signor Morico da Rocca, il signor Suppolino, il signor Albrico di Moro, Giovanni di Albrico, il signor Blasio.
Io notaio apostolico Atto di Deone avvocato fui presente a queste cose e, richiesto dalla detta abbadessa e dalle consorelle, scrissi quanto si legge sopra e lo pubblicai.