Nella camera di Maria a Nazareth le basi delle pareti erano tagliate nella roccia
Santa Casa di Loreto
Il bassorilievo di fine sec. XV che si vede nel corridoio del santuario lauretano fa pensare che le pareti della camera della Madonna a Nazareth in basso erano lisce, intagliate nella pietra. Per verificarlo usiamo il libro di padre Giuseppe Santarelli “ La santa casa di Loreto “ ed. 1996, di cui citiamo le pagine. Immersa nella roccia, e intagliata era la città di Petra, capitale dei Nabatei.
I Saraceni, nel devastare Nazareth, rispettarono l’abitazione della Vergine, onorata da Maometto. Nel 1102 il monaco Sewulfo testimoniava: ‘Il luogo dell’Annunciazione del Signore si mostra come un monastero molto preclaro’.(p.85). L’abate- igumeno Daniele, nel 1115 circa, nell’entrare in questa stanza dovette scendere dei gradini perché era una cripta. Parimenti per Fra Belardo d’Ascoli ‘ la camera della nostra Signora, in cui entrò l’angelo, fu una cripta situata a lato della città.‘ (p.89) Secondo l’antica memoria trasmessa da Pietro Diacono nel 1173 ‘La caverna (spelunga) in cui lei abitò è grande’ (p.85).
Tra i luoghi sacri, descritti nel 1172 dal tedesco Teodorico, a Nazaret: si scendeva per quasi quindici gradini nella cavità (specus) sotterranea dell’Annunciazione. (p.91) Una xilografia databile attorno al 1490 mostra il sollevamento della parte superiore della casa, di cui resta a terra la parte inferiore, come recita la scritta: ‘senza le fondamenta che sono ancorate a Nazareth.(p.74) ‘Ancorate’ queste basi tagliate in altezza nella roccia. Era infatti ‘ tagliato dalla rupe di pietra’ il luogo in cui l’Angelo portò l’annuncio, come ha scritto nel 1283 Burcardo da Monte Sion che vi trovò tre altari a modo di cappella. (p.85 capella excisa de rupe in petra).
Il sultano decretò che le pietre che cadevano dall’abitazione storica della Vergine di Nazareth non potevano essere rimurate. Allora i cristiani le raccolsero. Nel 1294 le sante pietre tolte (ablatas) dalla casa di Nostra Signora, Madre di Dio sono elencate, nel foglio 181 del codice di Collegano, tra i beni dotali di Ithmar (Margherita) figlia del despota dell’Epiro, Niceforo, sposata con l’angioino Filippo II, figlio del re di Napoli. (pp. 235-255).
Giacomo da Verona nel 1335 descrisse nel Libro dei pellegrinaggi: la cappella ‘a modo di caverna, o in volta, la quale fu la caverna dove abitava la Vergine Maria, e dove, sedendo in contemplazione, arrivò da lei l’angelo (…) In questa cappella, o caverna, della Vergine Maria c’è un altare e vicino un’altra piccola grotta.’ (p.95) La grotta era distanziata dall’incavo della camera. Nel 1411 le misure erano riferite da Frate Federico: ‘camera della Vergine Maria lunga piedi VII e larga VI (…)la quale è cavata dentro de un sasso.’ (p.96) Nel 1384 Leonardo Frescobaldi scrisse che il luogo ‘dove nostra Donna fu annunziata è una caverna sotterra.’ (p.97) Parimenti nello stesso anno Giorgio Gucci pellegrino a Nazareth scrisse: ‘Questo luogo scende più scaglioni sotterra.’ (p.97).
Nella scultura riprodotta (p. 445) la parte inferiore delle pareti è liscia e sopra si distinguono i blocchi di pietra. Gesù disse che costruiva la sua Chiesa sulla pietra, fondandola su Pietro ( Mt. 16,18).