LA VITA DI UN GRANDE 1592 – 1671
Il b. Antonio Grassi: gloria della città e della diocesi di Fermo, angelo di pace e padre dei poveri.
Fu illustre non solo nell’archidiocesi, anche a Roma e in Europa tanto che la domanda per la sua beatificazione fu presentata dalla regina Cristina di Svezia, la cui firma fu completata da cardinali e vescovi. Il territorio del Fermano ha notevoli esempi di bontà nel beato Antonio Grassi. L’arcivescovo Gennaro Franceschetti lo ha definito una vera “poesia di Dio da gustare ed imitare”. Il Sindaco di Fermo. Saturnino Di Ruscio, lo qualifica ” angelo della pace e padre dei poveri.” Ci voleva proprio una nuova biografia perché il beato Grassi fece molto per il progresso spirituale della società nel cammino della pace nella storia.
I santi si consideravano inadeguati alla loro missione. La vita del beato, dall’infanzia agli studi, al sacerdozio, all’Oratorio filippino di Fermo che resse come superiore responsabile per 36 anni. Manifestano il costante desiderio di vivere la fiducia in Dio. “Rinnovargli l’incarico era indice di vera gratitudine, attesa la sua credibilità” – ha scritto dall’arcivescovo mons. Luigi Conti – ” La sua predicazione suscitava entusiasmo, perché le sue parole provenivano da un animo assiduo ad ascoltare, custodire e mettere in pratica la Parola di Dio. Praticava ciò che insegnava. ”
Ecco infatti un messaggio autografo del beato Antonio fermano: ” Voi sapete che la Parola divina è una Lettera mandata dal sommo Pontefice dei Pontefici, Iddio, dal quale dipende ogni nostro bene. Se questa Lettera della Parola divina vi vien presentata da un postiglione povero, come son io, privo di ogni virtù e d’ogni ricchezza spirituale, inesperto ed ignorante, non guardate le cattive qualità del postiglione, ma considerate la qualità della Lettera della Parola divina con devozione e riverenza che merita.”
Tanti messaggi ha da dare questo beato alle persone per spinger ciascuno a sostenere il maggior bene spirituale di tutto il popolo. Non era un santo “speciale”, era una persona come ciascuno di noi, dedito alla pietà e alla carità. Dell’uomo è la lotta, di Dio è donare la vittoria.
In occasione della beatificazione compiuta da Leone XIII nell’anno santo 1900 il vescovo di Forlì disse: ” Oggi si parla tanto di necessità di soccorrere le classi diseredate dalla fortuna. Se le parole fossero fatti, la miseria dovrebbe, a quest’ora, esser scomparsa. ” Del beato Antonio Grassi si vedevano le opere di misericordia corporale e spirituale.
Era nato a Fermo il 13 novembre 1592 e qui visse fino al 13 dicembre 1671. Ora le sue spoglie riposano nella chiesa fermana del Carmine, a conferma della sua devozione alla Madonna. Sull’esempio di costei, giovane di 17 anni, si dedicò completamente all’amore di Dio e del prossimo nell’Oratorio qui fondato da san Filippo Neri. Nella sua vita, offerta per la missione della salvezza operata da Gesù, non si è chiuso in un’ascesi personale. Come ha detto l’arcivescovo Cleto Belluucci, la sua vita fu una testimonianza a favore del progresso spirituale e sociale delle persone del suo tempo. La sua persona ridestava nei cuori i sentimenti di concordia, di carità operosa. Era il consigliere della gioventù che riuniva nell’oratorio per la formazione che comprendeva anche la musica, i canti e la formazione. Egli ci ricorda che la vera strada, per essere grandi presso Dio, è la santa umiltà che ci porta a non approvare l’errore, ma a compatire l’errante. L’umiltà porta la pace. La Pia unione del Beato Antonio Grassi si impegnò a solennizzare il 13 dicembre, ricorrenza della morte del beato, con lo scopo di implorare il suo potente patrocinio per la santificazione del clero e delle famiglie.