IL VESCOVO DI FANO ANDREA NELLO STEMMA E NELLE PUBBLICAZION SUE

LO STEMMA E LE PUBBLICAZIONI DEL VESCOVO ANDREA

   Lo stemma episcopale del vescovo Andrea è incoraggiante. Ha l’importante motto derivato dalle parole di Gesù: «Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me» (Gv 6,45) con la serena profezia che tutti siamo discepoli ammaestrabili e istruibili di Dio: «Omnes docibiles Dei». Il colore prevalente nell’emblema è l’azzurro e fa pensare al vangelo: «Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare» (Mt 13,1). Così don Andrea di fronte al ceruleo Adriatico a Porto Sant’Elpidio ha contemplato l’azzurro del cielo nel mare. L’azzurro splende a suggerire la lealtà, la buona reputazione, la giustizia.

   I giornali riferiscono che in questo nostro tempo vengono abbattute le croci sulle vette dei nostri monti, mentre il vescovo Andrea ha messo la croce con i segni delle cinque stimmate in cima allo stemma e fa pensare alla riconciliazione di Dio con l’umanità nella generosa offerta sacrificale dell’amore misericordioso del Crocifisso. Con il segno della croce i cristiani professano il riscatto dal male e il trionfo del Risorto salvatore e santificatore. Il detto “In questo segno vincerai” infonde fiducia per la liberazione dal male e per il perdono. La Croce argentea di sant’Andrea evoca il nome del vescovo stesso, entro il colore azzurro e l’argento si vede al centro dello stemma, attorno al legno di un giogo. Questo colore significa l’amicizia, la gentilezza, la clemenza, la concordia, la sincerità, l’allegrezza e la vittoria. Una stella argentea sta nell’azzurro, a suggerire anzitutto la «Stella del Mare» Maria madre di Gesù e nostra. Con una stella si idnica anche ogni persona cristiana che dà luce. Così ogni animo apre i pensieri e muove gli atti luminosi con progetti fulgenti.

   Nell stemma le onde delineate nel continuo sollevarsi e nell’abbassarsi sulla cresta argentea dell’acqua echeggiano le continue alterne vicende umane. E l’iscrizione nella fascia dello stemma suggerisce che i cuori dei figli di Dio ammaestrabili e formabili come discepoli si rinvigoriscono nelle opere di pace, di cortesia, di pazienza al sapersi e sentirsi amati da Dio.

   E quel giogo di legno? Si dice ‘coniuge’ al marito e alla moglie perché uniti a uno stesso giogo. Ancor più Gesù offre al vescovo Andrea il giogo rassicurandolo: «Il mio giogo è dolce» (Mt 11,30). E già lo accoglieva in molti modi, anche negli Oratori parrocchiali e nei campi-scuola.

   Da docente è stato anche scrivente e lascia leggibili le riflessioni meditate. Qui ci limitiamo a un cenno sugli scritti editi che sono segnalati nel sito wikipedia (al suo nome) anche nel sito Internet dell’Istituto Teologico di Fermo.

   Con un bel libro scritto assieme con Giulio Michelini fa amare Giuseppe di Nazaret in cammino con le divine ispirazioni che sono il cibo spirituale quotidiano dei discepoli di Dio. Nel 2013 pubblicava “L’officina delle parabole. La comprensione dei discepoli come snodo pragmatico in Mt 13”. Le parabole illuminanti e parenetiche del Maestro divino sciolgono le difficoltà e incoraggiano la vita nel pensare e nell’agire. La predicazione di Gesù nel dinamismo della missione è l’argomento che lo scrittore ha svolto nel 2001 nella rivista “Firmana”.

   Sono risultate utili le indicazioni che egli ha espletato su richiesta degli editori di periodici, inoltre le revisioni chiestegli sui libri tradotti da altre lingue. Varie riviste pubblicano i suoi contributi alle tematiche bibliche. Si segnalano “Il servizio della parola” e la “Lectio divina” della editrice Queriniana (Brescia); i seminari “Giovani e lavoro” anche per il “Progetto Policoro” della CEI; ”L’agorà dei giovani del Mediterraneo”, i seminari dell’Angelicum su “Educare i giovani alla fede”; ancora le “Settimane biblico-pastorali diocesane” e la rubrica “Il segno” nel periodico di Fermo «La voce delle Marche» di cui era vicedirettore

   La centralità del meditare «la Parola» torna in “Firmana” nel 2011, e fa eco ai titoli “I poveri li avrete sempre con voi” in “Orientamenti Pastorali” del 2002; “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” in “Itinerari” del 2005. Il cammino nel vivere la fraternità, la fede, l’affettività è stato pubblicato nel 2006 in “Italia Francescana”. La parola biblica infonde la forza dell’ispirazione divina dell’Emanuele.

   Insieme con i docenti teologi fermani nel 2009 don Andreozzi ha pubblicato uno scritto sulla missione di Gesù a Nazareth. La chiamata si coniuga con la missione nel vivere quotidiano, non per mezzo di prestazioni, ma nella mente, nel cuore e nella volontà che esplicano l’oblatività misericordiosa. E la conformità al Cristo fa entrare nella pienezza della comunione con Il Padre e con i fratelli. Certamente tutti siamo discepoli ammaestrabili di Dio.

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