A SANTA VITTORIA IN MATENANO (FM) la tradizione della FONTE DEL LATTE.

Una tradizione millenaria che si mantiene a Santa Vittoria in Matenano, narra un fatto prodigioso che sarebbe avvenuto, durante la Traslazione nella chiesa sul colle del sacro corpo della Patrona, santa Vittoria, ad opera dell’abate di Farfa, Ratfredo, verso il 934. Il corteo dalla lontana Sabina, nel Lazio, in devota solennità, percorrendo l’Umbria e le Marche, accompagnava il carro a quattro ruote, tirato da buoi, per recare, nella basilica sul colle Matenano, il sarcofago di pietra con entro le sacre reliquie. Quando giunse a circa un miglio dal luogo di destinazione, le persone avvertendo la stanchezza per le fatiche del lungo viaggio e quasi estenuate dall’ arsura e dal caldo, fecero sosta per trovare riposo e ristoro, in vista del Colle Matenano, in un punto dell’attuale contrada San Giovanni.

Mentre l’ombra delle verdi piante rendeva confortante il meriggio e offriva refrigerio ai corpi accaldati, purtroppo gli uomini invano cercavano per ogni dove acqua cui accostare le labbra riarse e non riuscivano a placare la loro sete ardente. Sofferenti e pensosi i monaci, imitati da tutto il popolo del seguito, si prostrarono in preghiera e stringendosi con accresciuta fede e con fervore intorno alla preziosa urna della santa, di cui erano custodi, invocarono devotamente la protezione e l’aiuto dell’amata santa Vittoria.

La suggestiva e pia tradizione tramanda che la Santa protettrice accoglieva i voti e per sua intercessione ecco il miracolo: vedono sgorgare dal suolo un’acqua color latte e provano che ha le proprietà dissetanti e nutritizie.

Il fatto accertato e innegabile è che nella località denominata Fonte del Latte, da secoli e secoli una perenne vena è veramente esistita, situata a parecchi metri di profondità e da questa scaturisce un getto di pura acqua potabile. Il popolo, fin dai tempi remoti, attribuisce a quest’acqua il vantaggioso potere di far tornare il latte alle mamme e alle nutrici che ne soffrissero la scarsità o di farne aumentar la portata.

Quale valore, da un punto di vista umano e scientifico, si può dare a questa tradizione? Ha un fondamento di verità? La multisecolare credenza delle mamme del popolo mantiene l’usanza per cui si recano a prendere e a bere di quest’acqua. Ci domandiamo se sia veramente salutifera ed abbia, come si crede, l’effetto di favorire la detta formazione del latte.

Al punto come stanno oggi le cose, si riscontra l’impossibilità di dare una risposta precisa a questi interrogativi. Bisognerebbe, con diligente e rigoroso esame critico, poter acquisire le testimonianze e vagliarle in modo che risultino sicure, con la dovuta serenità e severità, registrando il numero e le esatte generalità delle persone a cui la detta acqua avrebbe procurato i desiderati effetti favorevoli al latte. Inoltre occorrerebbe accertare con precisione le circostanze e le modalità con cui detti effetti si siano manifestati. Soprattutto sarebbe necessaria ancora una scrupolosa analisi chimica e clinica dell’acqua stessa. Soltanto dopo tali verifiche si potrà, con maggior cognizione di causa, parlare di quanto vi sia di provato in questa interessante disanima. Per ora una cosa è sicura ed è motivo di orgoglio per gli abitanti del centro Matenano: a tutt’oggi – nel pieno secolo delle telecomunicazioni e dell’energia atomica, della sutura chirurgica del cuore e del trapianto degli occhi – la fama di questa Fonte del Latte è ancora diffusa, anche tra persone qualificate, non soltanto fra il popolino tentato di suggestioni. Non è facile capacitarsi a spiegare come tale tradizione popolare possa prosperare ben sicura, ancora nella mentalità scientifica e da oltre mille anni, quando la si volesse considerare basata unicamente sulla superstizione.

Sul luogo del detto prodigio attribuito alla virtù di S. Vittoria sin dall’antichità esisteva una fontana adiacente ad una piccola edicola dotata dell’immagine di santa Vittoria in una nicchia. Questa costruzione aveva sfidato secoli e secoli, ma finì completamente franata. Di conseguenza la ben nota Fonte del Latte si ridusse ad una qualsiasi pozza di acqua terrosa. Eppure nonostante fosse stata così ridotta, restava meta di viaggi da parte di mamme che, addolorate di non poter ben nutrire il loro figlio con il proprio latte, prendevano tale acqua e la bevevano e pregavano, convinte della sua virtù prodigiosa che emanava dall’intercessione della santa Patrona!

E’ rimasta anche una prassi curiosa. La donna che desiderasse la grazia di ottenere il ritorno o l’aumento della portata lattea, usa fare il giro di sette case in ognuna elemosinando un pezzo di pane che poi deve lasciare presso la statua della santa, nella nicchia, a beneficio dei poveri. In antico, questo pane, che raggiungeva fin la quantità di sette pagnotte, veniva lasciato, talora insieme con qualche moneta o monetina nella nicchia dove i poveri andavano poi a prelevare l’elemosina. Ma dopo franata la costruzione il pane e l’eventuale moneta venivano lasciati, sempre a beneficio dei poveri, nella casa più vicina. Non sembra che possa dirsi superstizione questa pratica che non rappresenta altro che un’applicazione del principio cristiano dell’umile carità verso il prossimo.

 Nel 1934 – anno in cui fu celebrato solennemente il millenario della traslazione sul Matenano delle reliquie della martire santa Vittoria – fu posta e benedetta la prima pietra per la ricostruzione della Fonte del Latte. Una pergamena, con magnifica epigrafe latina dettata dal Prof. Cicconi, venne inclusa nella pietra a ricordo dell’evento. Purtroppo molte e tristi difficoltà di vario genere per lunghi anni impedirono il completamento della progettata ricostruzione. Poi, finalmente, il sogno è divenuto realtà. La Fonte del Latte è risorta, nell’anno santo 1950, in occasione del XVII centenario del martirio di santa Vittoria (dall’anno 250), per volontà dell’amministrazione comunale che ha esaudito i voti dei credenti compaesani. la costruzione è stata allora abbellita con unartistica statua delia Santa, ha continuato ad essere meta di pellegrinaggio delle mamme che, con la fede nel cuore, invocano l’ausilio di santa Vittoria per nutrire il corpo delle loro creature con il latte e con la preghiera arricchirne l’anima. <Queste notizie derivate da un articolo edito nel periodico santavittoriese “Santa Vittoria astro dello Stato Farfense” nell’agosto 1950>. Aggiungiamo che gli attuali proprietari del terreno sono gli Antolini che informano i curiosi che il terreno arato si è molto abbassato, facendo crollare la muratura, ma l’acqua vi scorre permanentemente anche in piena estate e scendono a valle dove facilitano una boscaglia arborea le piante sul terreno e vi si muovono i caprioli e i lupi. L’acqua permane utile.

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