A Fermo la reliquia del cranio di san Savino patrono della città.

A Fermo la memoria liturgica di SAN SABINO PROTETTORE DELLA CITTA’

A Fermo la memoria liturgica di SAN SABINO PROTETTORE DELLA CITTA’

   San Sabino o Savino è un martire morto nel 303 circa a Spoleto ed è considerato anche vescovo. Nella diocesi Fermana è patrono di Fermo e altrove lo è anche di Spoleto, di Assisi e di Siena. Durante l’antichità Sabino fu uno dei santi più venerati. Della sua vita gli studiosi possono ricostruire soltanto poche date. Per la fedeltà e la testimonianza data a Gesù Cristo fu perseguitato e considerato criminale fino all’assassinio, dato che soprattutto sotto gli imperatori Valeriano e Diocleziano la religione cristiana non era lecita, ma considerata un crimine contro lo Stato. L’editto imperale per la libertà al cristianesimo fu emanato nel 313. Il popolo cristiano ha cominciato a venerare Sabino martire subito dopo il suo assassinio, dici anni prima. Alla sua tomba, a Spoleto, affluivano numerosi pellegrini. A lui si è attribuito l’episcopato di questa diocesi in base agli antichi dipinti che lo raffigurano tale. Siamo sicuri che già nel quinto secolo davanti alle mura di Spoleto esisteva una basilica che era stata dedicata a San Sabino e lo troviamo anche raffigurato in un mosaico, a San Apollinare nuovo a Ravenna che è stato edificato attorno al 503.

   Nell’iconografia l’immagine più antica del santo martire lo si vede con le mani coperte da un velo su cui c’è una corona. Nella figura di vescovo con mitra e pastorale lo troviamo in un affresco di Andrea di Bologna nella basilica di San Francesco ad Assisi, immagine riferibile al 14º secolo.

   Le notizie per Fermo sono documentate da una lettera di papa Gregorio Magno che nell’anno 598 dispose che il vescovo di Spoleto concedesse al vescovo di Fermo una reliquia di san Savino martire e allora fu concessa ai Fermani la reliquia del cranio di san Sabino, in un bel reliquiario che ancora si conserva nella cattedrale di Fermo.

  

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