Ministro del Salvatore è San Giuseppe
Nella ricorrenza del 150º anniversario della proclamazione di san «Giuseppe patrono della Chiesa universale», Papa Francesco ha pubblicato la lettera apostolica sul «Padre di cuore» ed ha aggiunto sette litanie a quelle approvate nel 1909 con invocazioni attinte dai testi pubblicati dai papi predecessori, riguardo a san Giuseppe: “Patrono degli esuli, degli afflitti e dei poveri” inoltre “Custode del Redentore; Servo di Cristo; Ministro della salvezza; Sostegno nelle difficoltà”.
Un fatto che unisce questi titoli è che Dio dona la salvezza servendosi di cooperatori. Nella sacra Scrittura, specie nei salmi, la salvezza viene dichiarata unicamente come opera di Dio che pertanto viene invocato. San Giuseppe prega perché si realizzino i divini disegni. Oggi, gli spiriti affranti, i piccoli, i retti di cuore, i poveri, i perseguitati e tutti coloro che hanno timore di Dio pregano per essere salvati unicamente da Dio e vengono esauditi dalla divina bontà. San Giuseppe sa che lui da solo non può far nulla, ma con umiltà contempla il realizzarsi del mistero di salvezza che è opera divina di cui è ministro perché il suo ruolo è di mettersi a servizio della vita nascosta del divin Redentore, Figlio di Dio incarnato e di custodirlo. Vede tutto come è nelle divine mani. «Dio salva», in lingua ebraico dice «Yesua», in italiano «Gesù» ed i credenti lo invocano, lodano e ringraziano come salvatore, redentore, medico delle anime e dei corpi. San Giuseppe apre le porte a Gesù, nutrendolo e difendendolo. Rappresenta in terra il Padre divino e offre a tutti l’esempio di amore, di pace e di giustizia.
Giuseppe vive assieme con “Dio salva – Gesù ” e con lui è proteso a realizzare la salvezza delle persone. E’ il padre legale che pratica l’obbedienza, la prudenza e la fedeltà e attua il suo ministero di educatore del fanciullo Gesù con l’esempio e con i consigli. Per ottenere perdono e grazie per tutti, vive di speranza e intercede con cuore benevolo, misericordioso, sincero, caritatevole verso gli altri, affidandosi a Dio. Con il salmo prega: «In te confidarono i nostri padri, confidarono e Tu li liberasti, a Te gridarono e furono salvati, in Te confidarono e non rimasero delusi» (Sal 22,5s). «Aiutaci Dio, nostra salvezza per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome» (79,9). «Lodarti sarà la nostra gloria» (106,47). «Ero misero ed Egli mi ha salvato» (116,6). Nel salmo 35 Dio chiede che si abbia fede riconoscendolo Salvatore: «Dimmi: sono io la tua salvezza». San Giuseppe prega, con la lode e con il ringraziamento.
A fondamento della preghiera tiene la fede che è certezza nella fiducia. Professa: «Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? (27,1)». «La salvezza dei giusti viene dal Signore» (37,39)». «Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare (62,7)». Giovanni, il cugino di Gesù che è detto il “precursore” dichiara: «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (Lc 3,6)».
San Giuseppe è ministro fedele del divino Amore misericordioso. San Paolo considera la speranza propulsiva: «Per questo infatti noi ci affatichiamo e combattiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono (1Tm 4,10)».
L’intervento di san Giuseppe oggi è attuato come opera della divina volontà che lo rende operoso nel salvare le persone, le etnie, le società, i popoli quando desiderano di essere salvati e resi immuni dai mali, dal maligno, in particolare da sofferenze, da disperazioni, da difetti, da incapacità, da avversioni e da odi; come anche dai pericoli che li danneggiano.
L’incarnazione di Dio Figlio, in Gesù Messia, è lo speciale intervento salvifico che diffonde la grazia della redenzione. Questa agisce fondamentalmente sul piano spirituale per recuperare le persone e sanarle nella vita interiore. La radice da sanare è la lontananza da Dio. La radice maligna è tutto quanto divide e pone una persona contro altra persona, pone un popolo o un’etnia contro altri. Ogni ministro della salvezza al contrario riavvicina e unisce a Dio. Svolge il servizio per amore di Dio e del prossimo. Così fa san Giuseppe.
I cristiani professano la salvezza realizzata dal Cristo vivente e glorioso perché dopo l’immolazione sulla croce è risorto con una natura umana sana quale era nella creazione e come persona gloriosa che trasformerà le persone fedeli con la risurrezione finale dei loro corpi che saranno parimenti gloriosi in coloro che operano il bene nel suo regno divino. Ciò è già realizzato per la Vergine Madre Maria. In attesa di questa trasformazione definitiva dei credenti, Giuseppe vissuto in terra con la confidenza in Dio, sta oggi al suo servizio con apertura di cuore, anzi è modello per tutti i cuori.
Il termine ministro è usato dalla Chiesa nel Nuovo Testamento per indicare colui che compie un servizio per il Vangelo. Il vocabolo, in generale, è usato anche in altri sensi non religiosi nella lingua italiana, e indica che sono ministri coloro che devono custodire fedelmente tutto quanto è loro affidato per il bene delle persone e in tale funzione le difendono dai falsi operatori che le danneggiano.
In senso cristiano ciascun ministro del Salvatore è animato unicamente dallo Spirito Santo, effuso nella Chiesa cioè nei fedeli tramite gli apostoli, i diaconi, i presbiteri, i ‘episcopi’ specifici ministri del Salvatore. L’apostolo Giuda Taddeo, cugino di Gesù, nella sua Lettera raccomanda ai servi di Dio di agire contro gli impostori «che provocano divisioni, gente che vive di istinti, ma non ha lo spirito».
C’è in san Giuseppe, ministro della salvezza, un’esemplarità nelle difficoltà da lui affrontate per la natività in una grotta, per la persecuzione di Erode e altro, egli è santo nell’accogliere il disegno divino. Fa capire che Dio tiene unite a sé le persone per liberarle dal male. In ciò san Giuseppe è coinvolto insieme con la santa sua famiglia, con Gesù e con Maria e assieme sono il più valido modello della missione della Chiesa nel mondo. Gesù è «causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,9)». Il Messia vuole che tutti gli uomini siano salvati, sia salvato «ciò che era perduto (Lc 19,10)».
Ogni persona cristiana, a cominciare dalla Madre Maria, è ministra nel modo «come il Signore gli ha concesso (1Cor 3,5)» e ha da confrontarsi con San Giuseppe mite, pacifico, dolce, sapiente, modello di ministerialità tra il popolo di Dio. Riguardo alla collaborazione l’apostolo Paolo dice che deve servire a confermare e ad esortare (1Tes 3,2). Precisa: «Sarai un buon ministro di Gesù Cristo, nutrito delle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Evita invece le favole profane, roba da vecchie donnicciole (1Tm 4,6)».
San Giuseppe ministro della salvezza ha seguito la buona dottrina che ha ricevuto dalla rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento, si è nutrito di fede, di fiducia e di amore per testimoniare il bene divino con tutti. E’ ministro esemplare, anche per noi, oggi.
(Antimo Fattoretta)