Pio X Benedetto XV e il no al partito cattolico in Italia

L’articolo sulle elezioni amministrative del 1921, a distanza di un secolo, nella rivista «La Civiltà Cattolica n.4113» ricorda Pio X Benedetto XV e il no al partito cattolico ricorda. Nel 1905 ecco le indicazioni che Pio X aveva dato ai cattolici spagnoli in materia elettorale: «I cattolici – aveva scritto il Papa – debbono con ogni industria sforzarsi a far riuscire nelle elezioni, siano municipali o nazionali, coloro che, giusta la circostanza di ciascuna elezione, dei tempi e dei luoghi, sembra che meglio debbano provvedere, nel loro governo, ai vantaggi della religione e della patria». In seguito, dopo costituito il Partito Popolare di don Sturzo, sotto il pontificato di Benedetto XV, la parola d’ordine che la Santa Sede dava in quel momento agli elettori cattolici, attraverso le pagine della rivista dei gesuiti, “La Civiltà cattolica” era che essi continuassero a votare per il Ppi, scegliendo però, all’interno delle sue liste, quei candidati più sensibili alle questioni di carattere religioso. Questo era il punto di vista del Papa, che non desiderava che il partito dei cattolici si scindesse al suo interno, o che le sue forze si disperdessero in alleanze politiche diverse. Benedetto XV non era favorevole alla formazione di un «partito guelfo», cioè apertamente cattolico, accanto a quello «popolare». Questo indirizzo politico fu poi ribadito dalla maggioranza del partito nel Congresso di Venezia dell’ottobre 1921.

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