E/mo Padrone mio ed Amico Veneratissimo
L’Eminenza Vostra mi ha fatto un vero favore con la gent.ma Sua del 19 p. p., e se mi furono di consolazione le amorose accoglienze per parte del S<anto> Padre e dei Colleghi nostri, molto più mi commossero le amichevoli parole della Eminenza Vostra; gradisca adunque le mie più vive azioni di grazie e insieme alla assicurazione che giornalmente pregherò nella S. Messa per V. E., e che spero, che lieto, sano e robusto vedrà non solo il 50.mo anniversario del glorioso Suo Episcopato, ma molti e molti anni ancora, per il bene della Chiesa e per la consolazione dei Suoi amici ed ammiratori, tra i quali mi glorio di nominarmi.
V.E. ha indovinato, che preferisco questo soggiorno di Tivoli ad altro, e specialmente il carnevale l’ho passato tutto qui, ma per la solita congregazione del Concilio conviene andare domani a Roma, e così potrò anche assistere alla passeggiata di S. S.
Godo assai di vedere l’Accademia Ecclesiastica sotto la Presidenza del car/mo Mons. Agnelli, speriamo che presto sarà anche Vescovo come i predecessori. Voglia gradire le espressioni di profondo rispetto e venerazione sinceramente baciandole um/te le mani ho l’onore di ripetermi di Vostra Eminenza
Villa d’Este, 2 Marzo, 76
umil/mo e devot/mo servo ed amico
Gustavo Card. D’Hohenlohe
\\\ < Documento dell’archivio privato Felice Catalini a Loreto riguardante il Cardinale arcivescovo di Fermo, trascritto per la tesi di Laurea da ILLUMINATI Romolo nel 1968>