Nel presentare il limpido dipinto di Salvatore Tricarico do un cenno sulla personalità della patrona, santa Caterina da Siena che è modello umano di magnanimità, di disinteresse fraterno.
L’assistenza è oggi un’attività richiesta e indispensabile per i malati e per i bisognosi in tutti i settori della vita sociale. Il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana ha questa Santa patrona celeste che si è distinta nella meravigliosa opera di assistenza e di beneficenza a favore dei deboli, dei poveri e degli ammalati. Nel 1939 il papa Pio XII ha proclamato santa Caterina da Siena «Patrona dell’Italia» insieme con San Francesco d’Assisi, e nel 1947, «Patrona delle Crocerossine». Giovanni Paolo II nel 1999 l’ha dichiarata «Compatrona dell’Europa» insieme con Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), e a santa Brigida di Svezia. Questa presenza celestiale sta a dirci che non viviamo né soli, né abbandonati, ma protetti da persone che sono modelli nell’amore divino e fraterno che accoglie il valore di ogni persona, pur debilitata, ma che non va emarginata.
S. Caterina splende nella vita per sapienza, purezza, coraggio ed è festeggiata ogni anno il 29 aprile. Il suo esempio risveglia le coscienze all’altruismo.
Le più alte autorità civili e militari, celebrano la festa liturgica di Santa Caterina da Siena, insieme con queste Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana portatrici di umana vicinanza generosa verso i bisognosi che, con la loro opera e il loro sguardo benevolo, esprimono sincero impegno nel difficile compito di curare l’umanità sofferente.
L’iconografia di santa Caterina è molteplice nelle forme, in sintesi esprime la sua purezza, il suo coraggio e la sua dedizione interiore che non è fatta di parole, ma di pensieri, di sentimenti, di volontà, come nel dipinto del Tricarico si nota dallo sguardo intimizzato.
La vediamo dipinta con la veste regolare dell’ordine religioso Domenicano di cui lei era partecipe e questo bianco segno dominante nel dipinto è eletto per far intuire ed apprezzare una donna dotata di forte volontà e dedita in modo umile e disinteressato al bene del prossimo. Il bianco vivido della veste si associa al pensoso nero del mantello. La santa è presentata in meditazione con la mente rivolta al divino Crocifisso che sorregge su una mano vicino al suo cuore, come a significare il centro ideale del dipinto nel meditare sulla risurrezione quando il corpo diviene immortale, glorioso e splendido, simboleggiato dai brillanti gigli che lo coprono. Con l’altra mano la santa sorregge il cuscino che accoglie i simboli delle Infermiere Volontarie Crocerossine di cui è patrona. Il colore del cuscino rosso esprime emblematicamente il martirio del volontariato coraggioso e sopra c’è il bianco del telo ricamato a giorno a significare il bene fulgente che si compie.
Il dipinto esprime inoltre, nella varietà azzurrina del cielo, le condizioni dell’animo umano sempre mosso da gioie e da preoccupazioni. Sul solido terreno poggiano i piedi della Santa. Le opere umane rendono fiorente e fruttifera questa terra. Attorno, nell’accogliente paesaggio delle valli dolomiti, si vedono fiori e frutti sui filari che scendono a valle insieme con le pure acque sempre utili. Il colore che tende al verde infonde speranza.
È significativa l’aureola elaborata in oro, attorno al volto della Santa, per indicare che è la persona che vive la dimensione celestiale della vita immortale nella beatitudine del Padre nostro che è nei cieli. Il ritmo armonioso e pacato di questa immagine infonde in chi la guarda uno stato d’animo di serena contemplazione.
Il dipinto reca la firma dell’autore.
Olio su tela di lino, cm. 61 x 126 onorerà la Croce Rossa Italiana
(Prof. Carlo Tomassini)