DIEGUEZ, Alejandro M. L’archivio particolare di Pio X. Cenni storici e inventario. Collectanea Archivi Vaticani, 51
Città del Vaticano 2003 pp. 506.
Un bel volume, un’autentica novità di edizioni archivistiche, un abbondante materiale per migliori ricerche, a completamento delle precedenti, sul papato di Pio X con tutti i cambiamenti realizzatisi in Italia, nella Chiesa e nel mondo, dal 1903 all’avvio della guerra prevista da pontefice stesso, con tanto dolore che il suo cuore non resse più.
L’anno centenario della sua elezione alla sede di Pietro, 2003, ha ravvivato il dibattito documentale e storico con un senso di attualità che rende straordinaria la figura di questo pontefice. Sono stati editi gli atti del convegno 2000 svoltosi a Treviso con una presentazione che ha coinvolto l’archivio parrocchiale di Salzano ove Giuseppe Sarto fu per nove anni parroco, e conferenze anche a Riese Pio X. Il Dieguez è stato richiesto per il suo prezioso apporto di studio.
Il papa che voleva portare il mondo al Cristo e il Cristo al mondo, non era un “restauratore” (malevola traduzione dell’instaurare omnia in Christo), ma riformatore della Chiesa dall’interno e pedagogo dotato di immediata intuizione dei problemi per la rapida ed appropriata soluzione pacifica. Non separava la fede dalla politica, ma separava la Chiesa dai partiti e dagli interessi finanziari: Di problemi ne incontrò molti, con il governo francese, con lo stato italiano, con i dotti modernisti, con l’obsoleta formazione catechistica, con le unioni di azione cattolica maschile e femminile, le unioni elettorali, culturali, sociali e popolari.
Pio X inesorabile contro gli equivoci ed i compromessi viene rivelato molto bene dal materiale archivistico edito dal Dieguez. Addirittura egil pontefice scriveva lettre a nome dei suoi segretari particolari (p.XXI) ed evitava ogni lungaggine burocratica, specie nei doni caritativi in cui formò don Guanella e don Orione, saliti poi alla gloria degli altari. I cenni storici che danno avvio al volume fanno capire in 32 pagine, come è nato questo archivio della segreteria personale del sommo pontefice e mostrano poi 34 foto documentali. Il Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano (ASV), p. Sergio Pagano, vivamente ringraziato dall’autore, assieme con i molti collaboratori, hanno favorito un’opera di rivelazione documentale meritevole della massima valutazione e da imitare a vantaggio degli studiosi. E’ bello leggere di A. Ratti, 1904, futuro Pio XI, quanto scrive al segretario di Pio X: “E se Egli ricorda ancora un povero cercatore di vecchie pergamene che veniva già un mattino a disturbarlo a Mantova e che Egli edificava e confondeva colla Sua immensa bontà, La preghi di una benedizione speciale”
I documenti sono tantissimi e di tutti i tipi. Il Dieguez definisce il suo lavoro “delicato ed appassionante”. Nel 1985 furono aperti agli studiosi gli archivi di Pio X e Benedetto XV come spiegato nella Rivista di Storia della Chiesa in Italia dello stesso anno. Sono diventate intense le consultazioni: J. Metzler dava notizie dei documenti nella biografia di Pio X edita nel 1987 dalle Paoline. Si cominciò ad osservare il papato da dietro le quinte, non dalle conclusioni esterne, ma dalla gestazione interna. Gli argomenti noti cominciarono ad esser meglio focalizzati. Ora l’inventario del Dieguez apre questa possibilità a tutti i lettori senza che si rechino in Vaticano. A posto degli elenchi di fascicoli e titoli, sottotitoli e rubriche, qui si va oltre il classificare, riferire date e posizioni, come in ogni arido repertorio. Qui si considera l’esigenza degli studiosi di poter cogliere il contenuto delle lettere, per mezzo di un’impostazione descrittiva, con citazioni testuali delle carte e un’autentica rivelazione del modus agendi di Pio X (p. XXXI).
L’indice analitico in 120 pagine fitte fitte, è il miglior aiuto agli studiosi che già si rendono conto della vastità del panorama relazionale dei corrispondenti. Si leggono le citazioni sintetiche delle lettere con le risposte. Ne consegue un approfondimento storiografico inaspettato. Nella sala delle centinaia di Indici dell’ASV, per Pio X esistono sia gli elenco delle pratiche sia quattro volumi del protocollo, ma l’inventario dell’archivio particolare di Pio X supera tutti gli altri riferimenti. La Segreteria di Stato che ha lasciato molto meno materiale in confronto alle 297 buste dei Segretari personali del Pontefice. Le Congregazioni pontificie ricevevano le missive selezionate e smistate dai segretari particolari che mediamente avevano in mano più di 500 lettere ogni giorno. E Pio X voleva controllare personalmente le decisioni da prendere.
Dal 1903 al 1914 questa segreteria particolare ha raccolto duecentoseimila (206.000) documenti, senza contare le lettere calunniatorie specie anonime che non si conservano, come non si conserva l’archivio riservato del pontefice. Per la corrispondenza 142 faldoni; 22 per le benedizioni; 39 per i doni; 10 per SS. Messe; 45 per sussidi; 37 per i protocolli e altre due di scritti autografi, in parte editi da ASTORI (per il card. Bonomelli) nel 1956; dal VIAN nel 1958; dal TORRESIN (per il card. Ferrari) nel 1963 da SARTORETTO_DARIESE nel 1971 e 1974; e per Mons.Longhin nel 1988.
Come mai tanta mole di scritti? Pio X fu un pedagogo che sapeva farsi rivolgere molte domande, diede molte risposte e riscosse molta condivisione. Per la prima comunione ai fanciulli, nella busta 124 si hanno fogli 733. Nella stessa busta c’è anche la corrispondenza sintetizzata dal Dieguez sulle opere cattoliche di Rezzara, Toniolo, Medolago Albani, Necchi, Unione popolare, Lega democratica nazionale e altro. I documenti di questo fondo archivistico particolare contengono missive redatte in grandissima parte di proprio pugno dal pontefice.
Il giudizio ben noto dell’AUBERT di un Pio X tra restaurazione e riforme (citato p. XVII) è eccessivamente negativo. Occorre una visione senza contrapposizioni prestabilite. Dieguez è esperto nel raccogliere studi sugli approcci storici e tematici (1988) e sui rapporti e contributi (2000). Si potrebbe forse dire che d. Giuseppe Sarto, parroco, cancelliere,vescovo, pontefice, agli avversari filantropi socialisti faceva vedere la carità cristiana inesauribile nella beneficenza e nella creatività culturale. Carità industriosa, appassionata, eroica verso i bisognosi. Riformò la disciplina ecclesiastica e la partecipazione sociale dei cattolici. Non può considerarsi restaurazione l’opera di difesa dei principi evangelici e cattolici.
Lo studioso che volesse indagare i personaggi dell’epoca, oltre a questo archivio particolare, deve utilizzare altri fondi, ad esempio per il modernismo il PAGANI ha segnalato nel 1990 il fondo di mons. Benigni, personaggio rocambolesco. Per ricostruire l’azione dei vari personaggi occorre integrare tutte le testimonianze di varia provenienza. Neanche l’archivio relazionato dal Dieguez indica tutti gli autografi. Molte lettere partirono sigillate e rimasero in mano ai destinatari senza che i protocolli vaticani ne indicassero l’oggetto. Pio X fu grande pedagogo nel far capire le motivazioni dei suoi interventi e non basta conoscerne gli scritti, bisogna testimoniare gli incontri personali. A qualche storiografo sembra, ad esempio, di poter dividere il clero del periodo in modernista ed antimodernista. Questo fenomeno riguardò una esigua percentuale, mentre la quasi totalità del clero viveva il desiderio pastorale di santificare le persone del proprio tempo, senza tanto intellettualismo. Molti fenomeni vanno ridimensionati leggendo questo prezioso inventario esplicativo del Dieguez.
Per la rivista dell’Archivio storico arcivescovile di Fermo vale la pena segnalare che la diocesi viene menzionata oltre trenta volte, con sorprendenti notizie su d. Romolo Murri, sul card. D. Svampa, sulle banche cattoliche, sulle candidature elettorali, sulle chiese nuove, come quella di Casette d’Ete per la quale Pio X inviò lire 1000. Il contesto in cui avvengono i fatti riceve una nuova luce