NOTIZIE DI CROCETTI GIUSEPPE con attribuzione a Fra’ Marino Angeli da Santa Vittoria in Matenano e data probabile 1459
MONTOTTONE (FM)
Pittore: FRA’ MARINO ANGELI DA S. VITTORIA IN MATENANO
Chiesa: MADONNA DELLE GRAZIE
Affresco restaurato nel 1885, con molte integrazioni.
Datazione: sec. XV (anno 1459 ca.)
Ubicazione: Montottone, chiesa Madonna della Grazie
Proprietà: Comune di Montottone
L’immagine si sviluppa nelle proporzioni di una persona a grandezza naturale. Il dipinto è stato molto ritoccato nel restauro eseguito alla fine del secolo XIX (anno 1885), da un tale che ne riprodusse anche una fedele copia su tavola da portare in processione. Preoccupazione del restauratore non fu quella di conservare un’opera d’arte del sec. XV, ma di presentare ai devoti una immagine integralmente risarcita nelle parti lacunose, che dovevano essere grandi assai dal mezzo in giù. La parte superiore conserva ancora nella loro integrità originale il Coro degli Angeli musici e la testa della Vergine; il Bambino è stato oggetto di totale ridipintura, al pari del fondo celeste, del sedile e di tutta la parte inferiore.
L’arte di Fra’ Marino è abbastanza evidente quando si osserva lo schema compositivo dell’affresco votivo ove sintetizza i tre elementi fondamentali già proposti in altre sue composizioni: il Bambino dritto sulle ginocchia della Madre, come nel Trittico “Madonna delle rose”; il tipo di velo con cui copre il capo della Vergine disegnato in modo analogo a quello della Madonna, il coro degli Angeli musici, proposto come variante del coro degli Angeli oranti della “Madonna degli Angeli” a Santa Vittoria in Matenano (FM); ma un maggiore convincimento si consegue ammirando la dolcezza del volto materno della Madre di Dio; l’accollatura della sua veste, la scansione cromatica nell’accostamento dei vari colori, prediletti dal monaco pittore. Questo affresco votivo, per l’evidente rapporto stilistico e culturale con la “Madonna degli Angeli” di Santa Vittoria (FM) e l’”Adorazione dei Magi” di Patrignone (AP) sembra doversi datare all’anno 1459.
Concorderebbero con questa data alcuni avvenimenti storici decisivi e fondamentalmente determinanti sia per la diffusione del culto verso la “Madonna delle Grazie”, legato alla predicazione di san Giacomo della Marca, sia per l’assetto definitivo della terra di Montottone e dei suoi abitanti, divenuti cittadini fermani.
Le cose andarono così: dopo la liberazione del territorio Fermano e delle Marche dal dispotico governo di Francesco Sforza, avvenuta tra la fine del 1445 e gli inizi del 1446, fu preoccupazione di ogni libero Comune e Castello del territorio fermano di rivedere i propri confini e ristabilire i propri diritti contro gli usurpatori, chiedendo protezione al Papa.
Nel 1447 il Card. Domenico Capranica, Vescovo di Fermo e Legato Pontificio per la Marca di Ancona, venne a Montottone per stipulare, con il Comune montottonese, nuovi e più sicuri patti, che il Papa Nicolò V aveva sanzionato con suo Breve del 1 giugno 1447, scrivendo che “Il Vescovo di Fermo dovesse sempre tenere in sua proprietà la Comunità e gli uomini di Monte Ottone e a non cederli a nessuno”.
Ciò non piacque ai fermani, né a quei montottonesi che, per tradizione familiare, aveva preferito la sottomissione alla città di Fermo. Per oltre dieci anni, con alterne vicende, si mossero guerra le opposte fazioni, anche quando era stato raggiunto quell’accordo del 21 agosto 1448, che divise il dominio civile di Montottone tra il Comune di Fermo e il Vescovo fermano.
Alla morte del papa Nicolò V (1455) i fermani tentarono di impossessarsi di tutto il castello di Montottone, ma il colpo non riuscì. L’impresa dei fermani ebbe invece successo tre anni più tardi alla morte del Papa Callisto III (6 agosto 1458) e del Vescovo di Fermo Card. Domenico Capranica (14 agosto 1458).
Affinché poi il nuovo vescovo Nicolò Capranica, nipote dell’antecessore, non si lamentasse della rioccupazione del castello, i Priori fermani contrattarono con lui una permuta permanente. Riferisce lo storico Catalani nel volume “De Ecclesia Firmana”, che il Vescovo nell’anno 1459 cedette il potere di quella mezza porzione del castello di Montottone al Comune di Fermo dal quale ricevette a sua volta molti latifondi, siti nel territorio rurale a Grottazzolina, a Magliano e a Monteverde: di questo ultimo castello conseguì anche il pieno dominio; per cui, più tardi, il Vescovo di Fermo poteva fregiarsi del titolo di “Conte di Monteverde”.
Con detta permuta passò tutto alla città di Fermo, dalla quale ottenne concessioni e privilegi d’una magnanimità senza precedenti. Basti ricordare: la cittadinanza fermana per tutti, la presentazione di una terna di nomi per l’elezione del Podestà, la convalida degli Statuti Comunali di Montottone, il condono totale di tutti i delitti commessi in passato dai castellani montottonesi.
Tutte queste cose maturarono mentre era Vicario Apostolico nelle Provincie della Marca di Ancona, del Presidato Farfense e di Massa Trabaria”, Fra’ Giacomo della Marca da Monteprandone, detto della Marca, e, come tale, certamente influì positivamente nelle cose di Montottone.
Rispettando le consuetudini di quei tempi, siffatto avvenimento fu suggellato con la costruzione di una cappella votiva, innalzata a totale carico della Comunità, e dedicata alla “Madonna delle Grazie”. Il sito scelto “a capo de la via grande, nel trivio che conduce al girone” doveva essere monito e ricordo di celeste protezione al Montottonesi e ai forestieri che vi transitavano davanti.
In seguito la primitiva cappella fu ampliata, e vi fu trasferito il culto a S. Rocco ed ai Santi Protettori Fabiano e Sebastiano, per voto della Comunità, fatto in occasione di una epidemia pestilenziale.
Il dipinto “Madonna delle Grazie” benché notevole nella parte originale, non è stato oggetto di studio approfondito da parte di critici della storia dell’arte. Luigi Dania, nel volume “La pittura a Fermo e nel suo circondario”, si limita a farne solo una citazione per alcune concordanze con l’affresco “S. Maria degli Angeli” di Montegiorgio, attribuita vagamente ad una “Scuola Marchigiana del quattrocento”, da datare attorno al 1440. Pertanto la presente scheda è da considerarsi un intervento più circostanziato ed approfondito in relazione alla ricerca per l’attribuzione a un autore, in Fra’ Marino Angeli da Santa Vittoria in Matenano e per una più probabile datazione, intorno all’anno 1459.
<Scritto da Giuseppe Crocetti>