SAN GIUSEPPE
-Rallegrati Maria che sei sposa,
gradita sei tu qual fresca rosa –
Giuseppe la riguarda e tira via
per non sentire il pianto di Maria.
Giuseppe parte con dolce allegria
ed accarezza la madre Maria.
“Un pezzo di pane ci porteremo,
per quando noi la fame sentiremo.
Un somarello con noi condurremo
per quando noi ci stancheremo”.
Quando fu l’ora del solleone
si confortano con santa orazione.
“Su, Maria, se non puoi camminare,
c’è il somarello che ti può portare”.
“Io, Giuseppe, non sono stanca.
Lo Spirito Santo mi rinfranca”.
Quando Maria in sella era salita,
guarda la stella che era apparita.
Era apparsa in certe capannelle,
dove dormivano poche pecorelle.
“Qui Maria, dormi assai sicura,
e di nessuno puoi aver paura.
“Stai pure tu, Giuseppe, qui sicuro,
per me sei sempre lo sposo puro”.
Quando è l’ora della mezzanotte,
Maria ha il Figlio in una delle grotte.
Il parto di Maria è un bel sorriso,
è nato il Signore del Paradiso.
Il parto di Maria è gigli e canti,
è nato il Signore di tutti quanti.
Nel parto di Maria è nato un fiore,
è nato Gesù Cristo Salvatore.
Nel parto di Maria è nato un giglio,
beato Giuseppe con questo figlio.
Nel parto di Maria è nato un santo,
Giuseppe lo onora per tutto quanto”.
Sulla paglia sta il bambinello
scaldato dal bue con l’asinello.
Gesù è più bello d’ogni figlio,
Giuseppe gli cerca un bel giaciglio.
A Betlemme offre a loro la casa
donna Anna per l’amore che travasa.
<Derivato da un canto di Belmonte Piceno>