25 dicembre – NATALE –
La data 25 dicembre presso gli Ebrei, secondo l’editto di Giuda Maccabeo del 164 avanti Cristo celebrava la dedicazione del Tempio di Gerusalemme ove era presente Dio e ricordava l’elezione del nuovo altare degli olocausti. Novità nell’era cristiana con la nascita della Luce del mondo, come dicono i Vangeli.
Tra i racconti mi è utile usare “L’Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta (vol.3° 314s).
Giuseppe con la sposa Maria percorrono la strada verso Betlemme. Maria in groppa a un asinello ed è in maternità al nono mese. Mentre Giuseppe avverte il freddo pungente e i disagi della strada dissestata, piena di buche, Maria è serena, sorridente, con ardore celestiale, le sembra di procedere nel cammino sorretta dagli angeli, riposata in Dio. A lato della strada presso la tomba di Rachele (che esiste tuttora un cubo sormontato da una piccola cupoletta tonda) si fermano per rifocillarsi con un poco di pane e di olive, dato che è l’ora della cena. Dal campo veniva avanti il pastore Elia con le sue pecore e Giuseppe che ha molta cura di Maria gli chiede del latte. Il pastore si ferma a mungere il latte caldo e ristoratore che è ben accolto. Arrivati a Betlemme, città dal nome che significa Casa del pane, cercano ospitalità, in molte abitazioni, ma non ottengono nessuna accoglienza. Indubbiamente secondo la profezia a Betlemme doveva nascere Colui che avrebbe dato il Pane vero al mondo che muore di fame spirituale, come scrive la Valtorta. Ma a questi santi sposi dà ospitalità la natura amica, in una grotta dei ruderi della Torre di David e vicino a un rivolo d’acqua, tra pietre e piante. La legna serve per riaccendere fuoco in un angolo. Ma in quella notte, una luce splende splendida sorge sopra la grotta, più forte di ogni faro, splendida. Maria entra nella grotta dove vede un bue in un lato e si avvicina per sentire un po’ di calore e per appoggiarsi al fieno. Con questo fieno Giuseppe sfama l’asinello e fa anche un letto asciutto vicino a Maria. Di lato al focolare mangiano il pane e il formaggio che portano. Poi Giuseppe mette il suo mantello per fare ostacolo all’apertura. Allora il sonno gli sopraggiunge per la stanchezza. Maria, vicino al bue e all’asinello, entra in un’estasi paradisiaca, in un oceano di luce di gioia, di pace, di amore, nel preconoscimento di Dio mentre tante scintille di luci brillano davanti a lei. Ecco vede sopra di lei il Neonato e lei lo abbraccia. Poi lo dà a Giuseppe che si avvicina e prende l’Infante e lo fa riposare sul suo cuore. Con l’occorrente portato Maria fascia Gesù e lo adagia nel fieno. Si inginocchiano in adorazione. Poco dopo, attratti dalla luce splendida e dalla voce di un angelo arrivano i pastori con il loro odore di umanità, di greggi e di fieno. Gli angeli cantano ovunque fra i loro fulgori fulgenti: “Gloria di Dio nell’alto dei cieli e agli uomini che egli ama”. Poi i pastori riescono a procurare un migliore alloggio per la santa Famiglia, presso la casa di Anna