MASSIGNANO in appunti sporadici dalla protostoria al cristianesimo sino al secolo XIX date 100 d. C. – 1224 – 1228 – 1258 – 1364 – 1550 – 1407 – 1441 – 1442 – 1446 – 1447 – 1450 – 1454 – 1455 – 1469 – 1483 – 1511 – 1530 – 1537 – 1538 – 1551 – 1559 – 1564 – 1565 – 1566 – 1568 – 1569 – 1570 – 1575 – 1576 – 1577 – 1579 – 1595 – 1597 – 1600 – 1602 – 1622 – 1623 – 1628 – 1629 – 1632 – 1634 – 1642 – 1646 – 1668 – 1673 – 1675 – 1678 – 1684 – 1696 – 1706 – 1762 – 1770 – 1781 – 1785 – 1788 – 1800 – 1830 – 1832 – altro
.Anni della protostoria Nel volume di Innocenzo Dall’Osso sul Museo nazionale archeologico di Ancona Massignano è menzionato nella pagine 6; 179; 244 – \ – \ Un cenno a Massignano archeologica nel volume di Vladimir Dumitrescu “L’età del ferro nel Piceno” pagina 7
.Anni 98-100 ca. d. C. Il martire e presbitero Marone esiliato nel Piceno è l’apostolo della fede in Gesù Cristo in questo territorio.
PER IL CULTO La pratica dei pellegrinaggi contribuisce a facilitare la costruzione o l’ampliamento degli edifici sacri, lungo i percorsi dei pellegrini. La via Lauretana dal litorale passa nell’entroterra attraverso Massignano e Monte Giberto ed ha dei punti di riferimento nelle chiese locali. Il pellegrinare in preghiera è svelamento dell’anima. Negli edifici sacri si realizza la pratica cristiana della preghiera, dell’Eucaristia, della Confessione con l’animo rivolto a Maria che accompagna sempre tutti nel cammino spirituale verso il figlio Gesù. I non credenti o non praticanti ricevono l’annuncio della divina bontà misericordiosa.
.Anno 1224 Onorio vescovo servo dei servi di Dio al venerabile fratello Rainaldo vescovo Fermano, ed a quelli che lo dovranno sostituire come successori <salute>. Per il ruolo a noi affidato, per amministrare, è nostro compito di esprimere la grazia della nostra benevolenza a tutte le chiese ed a quelle che essendo soggette maggiormente alla Sede Apostolica, sono riconosciute come nostra proprietà, per il duplice diritto <= civile e canonico>. A queste vogliamo e dobbiamo provvedere con preferenza. La chiesa Fermana è minuta (dotata) di privilegi spirituali della Sede Apostolica, ma vogliamo aggiungerle il vigore della forza “temporale” (= sulle cose materiali) da parte della Chiesa Romana, seguendo l’esempio del nostro predecessore, il papa Innocenzo di felice ricordo e proibiamo fermamente, d’autorità apostolica, che nessuno presuma di fare esazioni <tassare>, tenere il “placito”, o trattare le cause, ad eccezione del Legato della Chiesa Romana, persona di speciale mandato apostolico, nella città di Fermo o nei castelli cioè Sant’Elpidio, Castro, Civitanova, Montesanto, Montecosaro, Monte Vallente <? Morrovalle>, Poggio San Giuliano ora Macerata, Casali, San Claudio, Montolmo, San Giusto, Cerqueto, Gualdrani, Montegranaro, Monte Astone <Montottone>, Ripatransone con Agello, Capomonte, Monte Antico, e Mussiano <= Massignano>, Marano, Furcilla e altri che ora sono giustamente posseduti dalla chiesa Fermana o che potrà in futuro ottenere legittimamente o negli altri beni che a questa appartengono; mi i suoi beni rimangano integri e restino nella tranquillità, salvi i nostri diritti. Aggiungiamo anche riguardo a tutti i proventi che questa riceve dal “placito”, dal “bando”, dal mercato, dalla piazza o dai porti fuori della città, e per l’Episcopato o per altri diritti regali nella città Fermana o fuori, questi siano pagati a te ed ai tuoi successori, senza alcun contrasto, né diminuzione, salva l’autorità della Sede Apostolica. Nessun uomo osi mai infastidire l’Episcopato Fermano, né rubare, né invadere i suoi beni, né mai molestare i suoi uomini, né aggravarli. Se tuttavia qualcuno avrà la presunzione di mettersi contro questo, o di danneggiare questo privilegio, faccia composizione di cento libre d’oro puro per la pena da pagare, metà al sacro palazzo Lateranense e il resto per il vescovo e per i suoi successori nel tempo. Io Onorio vescovo della chiesa cattolica, io Pelagio vescovo Albanense, io Corrado vescovo Portuense di Santa Rufina, io Nicola vescovo Tuscolano, io Stefano cardinal presbitero della Basilica dei santi dodici Apostoli, io Gregorio cardinal presbitero del titolo di Sant’Anastasia, io Giovanni cardinal presbitero di santa Prassede, Io Ottaviano cardinal diacono dei santi Sergio e Bacco, io Gregorio cardinal diacono di San Teodoro, io Stefano cardinal diacono di Sant’Adriano, io Romano cardinal diacono di Sant’Angelo, io Pietro cardinal diacono di San Giorgio al vello aureo. Data nel Laterano per mano di maestro Wido(ne), cappellano del Papa,\ idi di febbraio <13> indizione XII, nell’anno dell’incarnazione del Signore 1224, anno 8° del Pontificato del Papa Onorio III.
.Anno 1228 Rinaldo vicario di Federico II in COLUCCI – Antichità Picene XVIII app. doc. n. IX p. XIV – “…. Con l’autorità imperiale affidataci, concediamo che i castelli di Massignano, Marano, S. Andrea e Penna siano di pertinenza di Ripatransone. E se il Comune di Ripatransone vorrà, diamo le facoltà di demolire i detti castelli .
.Anno 1258 Se ne interessa Manfredi – Nell’anno 1258 il re Manfredi, grato per i servizi resi da Fermo, conferma ad essa la giurisdizione sui castelli di Monturano, Boccabianca, Torre San Patrizio, Grottammare, Monte San Martino, Petritoli, Montefiore dell’Aso, Monterubbiano, e altri. In precedenza la storia di Fermo assurgere a livello nazionale; qui notiamo che Manfredi il famoso figlio di Federico II, di cui parla Dante nella Divina Commedia, si occupa di Monturano. Egli, dagli accampamenti presso San Ginesio nel mese di ottobre del 1258, dispone: “Concediamo e confermiamo al Comune di Fermo, i diritti perpetui la giurisdizione che la nostra Curia ha nel castello di Marano (Cupramarittima), Boccabianca, Torre di palme, Monturano, Moresco, Massignano, Laireno, Torre San Patrizio, Grottammare, Castel di Monte, San Giovanni, Monsampietro, Monte San Martino, Petritoli, Monte Falcone, Monterubbiano. Concedimus et confirmamus perpetua iura et iurisdictionem, qua et quae Curia nostra habet in Castro Marani, Buccablance, Turris Palme, Monturani, Morisci, Massignani, Layreni, Turris Sancti Patritii, Grutte maris, Castro Montis Sancti Petri, Castro Montis Scti Martini, Castro Petrituli, Castro Montis Falconis, Castro Montis Rubiani”
.Anno 1300 circa e seguenti – manoscritti cenni di storiografia – Cenni di appunti storici su vari paesi, tra cui Fermo, Massignano, Montegranaro, Montegiorgio e al. Manoscritto n. 1323 della Biblioteca Comunale di Fermo
.Anno 1364-.- Archivio di Stato di Fermo – Hubart Elenco delle pergamene di Fermo n. 429 = – Fermo – Copia o trascrizione di una parte del Testamento copiata da un certo Testamento del defunto magnifico ed eccelso Sig. Giovanni del defunto Sig. Filippo Visconte di Oleggio della Diocesi di Novara ecc. come in quel Testamento rogato da Domenico da Gubbio notaio nell’anno del Signore 1364 – rogato in copia da Cicco di Mattiolo da Massignano
.Anno 1400 ca. antichi documenti per vertenza attorno al 1550 -. Hubart n. 2359 molte date- Massignano – Parecchie scritture ed atti nella causa del Comune e della Comunità di Massignano e il Comune della città di Fermo sopra l’acquisto e la liberazione dalla giurisdizione della Sede Apostolica ecc. come in quegli atti insieme con la proibizione, di fronte agli atti, fatta agli uomini del Castello di Massignano di costruire sul lido del mare, sotto pena di 1000 Ducati.
.Anno 1400 seguenti Gli AGOSTINIANI a Massignano nel secolo XV dipinto
.Anno 1407 Hubart n. 1061 – – Massignano – Atto del mandato di procura fatta tramite la Comunità, il Comune e gli uomini del Castello di Massignano nella persona di Vanne di Muzio di Andrea di detto Castello, affinché si presenti a nome di questo Comune di fronte ai magnifici Sigg. Priori della città di Fermo a dover chiedere che il Comune di detto Castello abbia ad esigere il salario del Podestà cioè libre 40 di denari, come si legge più ampiamente in questo atto. Anno del Signore 1407. Rogito di ser Antonio di Vannuccio di detto Castello.
.Anno 1441 Hubart n. 1824 – Montefiore – Sentenza o Lodo fatto tramite il signore Alessandro sforza, vice marchese ed arbitro tra la comunità del Comune di Fermo e gli uomini della Terra di Monte fiore cioè a dire che Vagnozzo e Domenico da Massignano ed altri cittadini e gli abitanti del Comitato di Fermo, possessori nella Terra di Montefiore, sono obbligati a pagare le collette ed altre cose nella Comunità della Terra di Montefiore. Sotto l’anno del signore 1441 – rogato da Andrea Chiavellino da Gualdo.
.Anno 1442 MASSIGNANO DOCUMENTI. studio di FILIPPO BRUTI LIBERATI.”8 novembre 1847 Nel felice imeneo di Amalia Fiori con Giuseppe Laureti ambedue di Massignano il marchese Filippo Bruti Liberati offre al padre della sposa signor Antonio Fiori meritissimo priore comunale la prima memoria sul detto commune di Massignano”
.Anno 1442 Da un opuscolo di Filippo Bruti Liberati edito nel 1847 Questa contiguità [tra Ripatransone e Massignano] sì che Francesco Sforza il 22 settembre 1442 assediando Ripatransone, scrivesse alla Magistratura di Massignano, affinché mandasse 25 grandi tavole forti dette “arse” per fare ripari alle bombarde a Pier Brunoro, uno dei capitani acquartierato con l’armata alla Maddalena oggi villa Boccabianca, La data è nel felice accampamento di rimpetto a “in felicibus castris contra Ripa Transonem. Documento edito dal Colucci <Antichità Picene> al tomo 18 numero 134.
.Anno 1446 La bolla di Eugenio IV del 1446 per i 48 castelli concessi a Fermo, tra cui Massignano, Montottone, Ponzano, Loro, Servigliano, Altidona, Petritoli, Falerone
.Anno 1447 forse? 1450 Pedaso, con Torre di palme, Altidona, Lapedona, Moresco, Cupramarittima, S. Andrea, Campofilone, Grottammare, Massignano, San Benedetto del Tronto , Acquaviva (Picena), Carassai, Petritoli, tutto il castelli della zona marina, dipendenti da Fermo, su invito di questa città mandano un soldato per ogni famiglia per difendere Sant’Angelo in Trisongo, una località, ai confini con Ripatransone, ma, in territorio di Acquaviva Picena allora soggetta a Fermo. I paesi dovevano inviare un soldato a famiglia (unum militem pro foculare) bene armato, con le balestre, lance, schioppi.
.ANNO 1450 CIRCA – VITTORE CRIVELLI A Massignano, nella chiesa parrocchiale di San Giacomo, dipinta ad olio su tavola con cornice frammentaria, costituita da pilastrini laterali con capitelli, è raffigurata la Madonna in ginocchio, lievemente rivolta verso sinistra, a mani giunte, a capo chino con un manto verde bordato d’oro, nell’atto di adorare il Bambino disteso a terra sopra un cuscino.\\ Quattro Cherubini volano in alto; dietro la Vergine è un drappo verticale rosso ed un parapetto su cui a destra si colora un garofano e a sinistra è poggiato un libro aperto. Dietro tale parapetto la Madonna è fiancheggiata da due Angeli, uno con le mani giunte e l’altro con le braccia conserte, a terra, da un lato, è deposta una mela.
.Anno 1454 VICARIO DI FERMO A MONTE GIBERTO anno – 1454: Marino d’Antonio da Massignano;
.Anno 1455 Hubart n. 1062 – Massignano – Bolla di provigione della chiesa campestre di Sant’Attone del Menocchia fuori del Castello di Massignano, diocesi Fermana e anche della prebenda fatta nella stessa chiesa dal Papa nostro Signore Callisto III nella persona del Sig. Nicola de Cagnoli, da Monte Aquilino, a motivo della libera rinuncia del Sig.Leonardo Deotaguidi di recente Rettore di detta chiesa, come più ampiamente si legge in questo atto. Data Roma anno del Signore 1455.
.Anno1469 Scrive Filippo Bruti Liberati in un opuscolo per nozze del 1847. – A Massignano trovai in archivio altro documento contenente una sentenza per i confini territoriali fra Ripatransone e Massignano dei 24 marzo 1469 quando era Francesco Lunerti sindaco, e Niccola vescovo Manduriense Commissario giudice.
.Anno 1483 Hubart n. 1695 -solo notaio – Atto di alcune proposte e deliberazioni fatte da Crisogono di Giacobbe, altrimenti detto Chimente, e da Crisogono di Corradino dal Castello di Mogliano, nel Parlamento degli uomini di detto Castello, sopra le intenzioni di accuse per i danni arrecati, fatto nella Curia di Mogliano, deliberazioni che fatte da predetti uomini, come è possibile vedere in detto atto, ebbero valore per 157 fave nonostante 22 contrarie. Sotto l’anno del Signore 1483 – rogato da ser Armilleo di Marino dal Castello di Massignano, Vicario di detto Castello di Mogliano.
.Anno 1511 A Massignano il Comune ha in archivio un istrumento in pergamena del 20 Novembre 1511 sotto Giulio II papa, in cui Domina Valeria moglie, e signora del signor Giovanni de Bertachinis di Firmo erede per la terza parte, e tutrice di Giovan Francesco figlio, erede, e per la terza parte il Sig. Girolamo Bertacchini di Fermo vendono il Molino in Massignano al Comune, posseduto con questo pro indiviso. Questo Istrumento fu stipulato in Fermo presso la chiesa di San Domenico con l’autorizzazione del giudice Catarino de Silvestrini di Norcia, davanti la Chiesa di S. Maria dell’Umiltà. (Dall’opuscolo di Filippo Bruti Liberati edito 1847)
.Anno 1530 circe forse? Hubart n. 999 non è scritta la data- – Sentenza fatta per Geronimo Vescovo Maceratese, sopra il preteso pagamento di tasse e sulla presunta esenzione di esse fra la magnifica Comunità e gli uomini della città di Fermo da una parte e la Comunità e gli uomini dei Castelli di Mogliano, Falerone, Servigliano, Ponzano, Massignano, e Altidona ecc. nella quale fu stabilito che la magnifica Comunità di Fermo non era da comprendere nel pagamento e nella contribuzione delle tasse da farsi tramite detti Castelli alla Camera Apostolica ecc. come detto in quella sentenza ecc.
.Anno 1537 seguenti-. Nella Biblioteca e nell’archivio di Fermo si hanno i manoscritti di MARINI che riassumono i verbali dei consigli comunali di Fermo e tra il 1537 e il 1547 si ha Massignanum, carte 117, 120v, 132, 137
.Anno 1538.-.- Nelle Cronache di G. Marino Lucidi si fa relazione dello Stato nell’Agro Piceno dal 1537 al 1547 che Paolo II concesse ai nipoti con capoluogo Montottone e ci fu un impiegato massignanese a fare da agente riscossore pontificio. Ecco il testo |: e fu la confederazione di tutto (p.572) lo Stato, Gabelle, Maleficij civili, et immunali nelle prime istanze il Governatore, e molte altre Grazie, come nel Breve, nella forma della Bulla dessimo in mano di Mes. Francesco da Massignano pagatore di buoni Ducati, e così tornammo con il Breve alli 27 Marzo 1538.
.Anno 1551 -.(vertenza nel volume del Ratta)-Ventisei atti amministrativi 1551-1762 approvati dal Consiglio di Fermo- Il podestà Massignano nel sec. XVI è nominato con estrazione del nome. -Anno 1551 Ottobre 20 – Il Consiglio di Fermo non conferma una delibera fatta dal Castello di Massignano e riafferma la giurisdizione della città, dei cittadini fermani e delle autorità secondo gli statuti dei castelli fermani. \(vertenza in Ratta)
.Anno 1552 e seguenti-. Nel manoscritto 220 della Biblioteca di Fermo le lettere dell’arcivescovo fermano Alessandro Borgia. Massignano (sei lettere) 1752\07-14 a congr. concilio per Cosimi Antonio: ipoteca sul beneficio S. Maria p.69 – 1753\03-20 a congr. vescovi e regolari per i confratelli del SS. Sacramento e i Possenti pag.130 – 1753\05-07 a congr. immunità ecclesiastica per un furto a danno dei Gervasi pag.152; – 1756\09-03 al maestro delle cerimonie papali, Reali, per gli ordini sacri a Nicola Laureti pag.219; – 1757\02-04 a congr. vescovi e regolari per la preparazione agli ordini sacri di Niccola Laureti pag.279; – 1757\10-10 a congr. vescovi e regolari a favore di Francesco Curi calunniato pag.331; – 1757\12-05 a congr. vescovi e regolari per enfiteusi perpetua al sac. Casanova Andrea pag.348.
.Anno 1559 Giugno 4 -La Comunità di Massignano aveva chiesto autorizzazione al Consiglio di Fermo per esportare 700 passi di legna vendendone parte al Duca di Urbino e parte alla città di Fermo. La licenza fu concessa, fuori dalla giurisdizione con misurare per esportare e dare all’Ill.mo ed Eccellentissimo Duca di Urbino passi duecentocinquanta. (vertenza in Ratta)
.Anno 1564 Agosto 27 – Giovanni Bernardino Lelii, potestà estratto del Castello di Massignano aveva proposto alla conferma come vicario ser Domenico Raso da Mogliano. Il Consiglio fermano assentiva.
.Anno 1565 – Hubart n. 888 – Bolla di Pio Papa V di concessione e di permuta della Chiesa parrocchiale di Santa Maria da Mogliano, e del Beneficio dell’Altare di Sant’Antonio siti nella chiesa di San Vittore del Castello di Massignano, della diocesi Fermana, fra il Rev.do Sig. Censorio Marziale, ed Angelo di Cordella, con la riserva della persona per conto di detto Censorio, come in quella Bolla, nell’anno del Signore 1565 – anno primo del Pontificato.
.Anno 1566 Montottone doveva pagare un tributo annuale di 10 scudi alla Curia romana. Sin dall’inizio del processo, e cioè dal 1566, un Commissario pontificio, era stato inviato a Montottone, per amministrare la giustizia ed esigere gabelle e imposte. I Fermani, avendo trovati, una volta, alcuni montottonesi nel loro territorio, li fecero prigionieri. allora avvertirono il rettore della Marca e questi prigionieri furono liberati.
.Anno 1568 seguenti-. Autonomia da Fermo — Insieme con Montottone, anche Petritoli, Falerone, Servigliano, Massignano, Ponzano, Altidona e Mogliano mandarono oratori a Roma per supplicare il pontefice che li togliesse dal dominio della città di Fermo. Passarono mesi e mesi per compiere il processo; furono interrogati 36 testimoni per Montottone e 12 per Fermo. Scipione Claretti intanto, procuratore della comunità a Roma, il 7 aprile 1568 scriveva che i Fermani lo stavano avversando in tutti i modi. Quattro lunghi anni durò la schermaglia; e le spese per un tal processo superarono di parecchio le possibilità di pagamento da parte del castello montottonese. Finalmente, Pio V l’11 agosto 1570, assumeva la giurisdizione d’immediata potestà civile su Montottone che fu posto sotto la soggezione, il governo, e la protezione della Camera Apostolica, per cui sborsò al tesoriere della Camera la somma di 2200 scudi, che servirono a sussidiare la guerra contro i Turchi, vinta a Lepanto nell’anno seguente.
.Anno 1569 studio di FILIPPO BRUTI LIBERATI. “8 novembre 1847 Nel felice imeneo di Amalia Fiori con Giuseppe Laureti ambedue di Massignano il marchese Filippo Bruti Liberati offre al padre della sposa signor Antonio Fiori meritissimo priore comunale la prima memoria sul detto commune di Massignano” – 1569 La bolla di S. Pio V del 9 Giugno 1569 che ne richiamava una di Alessandro IV. del secolo XIII e copia di detta Bolla di S. Pio V. esistente nella biblioteca di Macerata nel vol. 7 della collezione de manoscritti, riguardante la Marca pag. 124 da pubblicarsi per esteso, come assai onorifica ai Massignanesi, considerati, come Cittadini Fermani.
.Anno 1570 seguenti-.- Nel 1570, in seguito al diffuso malcontento dei castelli assoggettati a Fermo, a causa del suo dispotico governo, la comunità di Falerone inviò a Roma, per perorare la loro causa, l’insigne dottore Paraninfo Fortunati e Valentino Antonini da Pio V (1566-1572), che concesse ai castelli di Massignano, Montottone, Ponzano, Loro Piceno, Servigliano, Mogliano, Petritoli e Falerone l’autonomia dallo Stato Fermano. Fu vero distacco poiché il provvedimento papale disponeva alla comunità faleronese di pagare le collette camerali, non più all’esattoria di Fermo, bensì a quella della Marca in Macerata, inoltre che le tasse per la movimentazione delle merci, si riversassero a favore dei suoi abitanti, che avevano la possibilità di eleggere un podestà o un vicario che governasse il castello con la conferma di tutti i privilegi concessi precedentemente da Paolo III. Anche in questo caso l’autonomia degli otto comuni separatisti durò poco poiché nel 1573 viene nominato governatore di Fermo Giacomo Buoncompagni, parente prossimo di papa Gregorio XIII (1572-1585), che nel 1575, con otto bolle distinte, una per ogni Comune, decretò il rientro dei castelli all’interno dello Stato Fermano.
.Anno 1575 Dicembre 30 – Alla richiesta di Giovanni Battista di Santoro da Massignano una proprietà terriera nel territorio massignanese ad un acquirente che era fuori dalla giurisdizione governativa fermana, il Consiglio fermano non diede autorizzazione riguardo alla possessione sita presso i confini. (vertenza in Ratta)
.Anno 1575.-.- Hubart n. 168 – – Fermo – Restituzione di otto castelli separati della giurisdizione Fermana, concessa da Gregorio Papa XIII – nell’anno del Signore 1575 – Anno terzo del Pontificato. I castelli sono questi Massignano, Montottone, Ponzano, Loro, Servigliano, Altidona, Petritoli e il Castello di Falerone.
.Anno 1576 ?Pergamena dell’archivio arcivescovile anno 1576. 01. 23 – Fermo – Massignano. Pergamena lacera nella parte superiore con testo perduto. Il vicario di Felice Peretti, che gestisce i benefici Fermani, concede al chierico Silvestro De Silvestris la nomina per l’altare di San Giovanni Battista nella chiesa di San Giacomo a Massignano, dopo la morte del predecessore Don Giovanni Battista Massi. Al tempo di Gregorio XIII.
.Anno 1577. 06. 24 Il pontefice Pio V sotto pretesto di inosservanza di capitoli e di altri espressi e pretesi titoli di gravami presentati da alcuni Castelli, aveva tolto allo Stato fermano, Massignano, Montottone, Ponzano, Loro, Servigliano, Altidona, Petritoli, e Falerone; e Papa Gregorio XIII con solenne Bolla restituisce gli otto Castelli alla Città dichiarando essere stata eseguita quella separazione contro la mente del suo predecessore.
.Anno 1579 Archivio Stato Fermo Hubart n. 1337 – – Fermo – Mandato di esecuzione del Protonotario apostolico Girolamo di Matteo, uditore generale delle cause della Curia della Camera Apostolica, per la sentenza pubblicata ad opera del Rev.mo Sig. Piero Melchiodo Vescovo di Macerata, nella vertenza introdotta in forza del decreto camerale tra la magnifica Comunità e gli uomini della città di Fermo da una parte e dall’altra parte la Comunità e gli uomini dei castelli di Mogliano, di Falerone, di Massignano, di Ponzano, di Servigliano e di Altidona riguardante il preteso pagamento delle dative e assegnamenti e sgravi di questi, ecc. In essa dichiarò che la magnifica Comunità Fermana e gli uomini non erano tenuti a pagare e contribuire alle dative o collette da farsi alla Camera Apostolica da parte di detti castelli e uomini ed essa ebbe assoluzione. Come scritto nell’atto. Data nell’anno del Signore 1579.
.Anno 1595 – Archivio Atto arcivescovile – 1595 – Licenza (consenso con permesso) di fare permuta di un pezzo di terra di propretà ecclesiastica per l’evidente utilità a Massignano
.ANNO 1597 circa BONAVENTURA DA MASSIGNANO. Da Antichità Picene vol. XII p. CI Minore Osservante – Massignano, uno dei castelli di Fermo, fu la patria del nostro Bonaventura, il quale si acquistò molta fama nelle dottrine Teologiche. Per molti anni ne fu Lettore Generale in vari illustri Conventi di questa Provincia, come in Matelica, in Macerata, in Ripatransone, in Fano, in Fermo, in Ancona, ma meritando che il suo merito risuonasse fuori dei limiti della Provincia e di coprire le Cattedre più distinte, passò Lettore a Perugia e a Napoli. Meritava purtroppo questa lunga faticosa carriera del nostro Bonaventura qualche onorevole ricompensa, per cui, per giusto discernimento dei Padri suoi correligiosi, i quali nel 1616 lo elessero Custode Provinciale. Nel 1619 Ministro Provinciale e il P. Benigno da Genova Ministro Generale lo deputò Procuratore Generale e nel 1623 cessò di vivere in Roma, con aver lasciato molto nome della sua dottrina egualmente che della prudenza. Fu discepolo del chiarissimo P. Giovan Battista Uncini dal Massaccio.
.Anno 1600 19 Novembre 8 – Alessandro Tassoni da Massignano chiese licenza di poter fare una finestra nelle mura castellane massignanesi, alta da terra 10 passi, come esistevano molte altre per dare luce alla sua casa. Il Consiglio fermano affidò ai Priori e ai Regolatori di verificare tramite un cittadino se sussistesse alcun danno e il Magistrato poi deliberava. (vertenza in Ratta)
.Anno 1602 Febbraio 27 -La Comunità di Massignano aveva chiesto che come vicario per questo Castello non fosse nominato ser Francesco Boezio. Il Consiglio di Fermo inviava la pratica all’Adunanza della Cause per gli accertamenti contro Francesco Boezio. (vertenza in Ratta)
.Anno 1602 Gennaio 30 – Giovanni di Berardo Gentili da Massignano che chiedeva la licenza di fare una finestra nella parete della sua casa, nelle mura del castello massignanese, dell’altezza di palmi quattro sopra terra, il Consiglio fermano dopo ricevuta una relazione di fede inviata dal Comune di Massignano il giorno 8 Febbraio 1602 dava licenza. (vertenza in Ratta)
.Anno 1622 Maggio 18 – Flaminio di Marco Quintilio da Massignano desiderava fabbricare un’abitazione per la sua famiglia fuori dalla porta del Castello, 10 passi distante dalle mura, avendone ottenuta approvazione dal parlamento massignanese. Il Consiglio fermano nel dare approvazione stabiliva che il calcolo di 10 passi di distanza dalle mura fosse calcolato con la misura di quattro piedi fermani per passo. (vertenza in Ratta)
.Anno 1623 Ottobre 20 – Dionisio di mastro Buonanno da Massignano chiedeva di fare una finestra nelle mura castellane di due piedi da ogni banda. Il Consiglio affidò ai Priori di inviare un cittadino per sopralluogo e relazione e su risultato favorevole si autorizzasse. (vertenza in Ratta)
.Anno 1628 Dicembre 10 – Per i capitoli <dei contratti> sopra l’appalto del mulino pubblico, dell’osteria nelle spiagge della marina e dello spaccio dell’olio, il Consiglio fermano dava conferma a quelli sottoscritti dai deputati. (vertenza in Ratta)
.Anno 1629 Marzo 2 – Donna Dorotea Chierici da Massignano chiedeva la licenza per ristabilire erede sua figlia maritata nella terra di Montefiore e il Consiglio fermano, pur trattandosi di erede residente fuori dalla sua giurisdizione, dava assenso. (vertenza in Ratta)
.Anno 1632 Febbraio 27 – Giustiniano Mazzoni da Massignano non era inserito nel Bussolo dei Notai e chiedeva di esservi imbussolato. Il Consiglio fermano assentiva purché non vi fossero ragioni in contrario. (vertenza in Ratta)
.Anno 1634 Aprile 1 – Il parlamento della Comunità di Massignano aveva fatto decreto intorno al Bussolo del capitano della festa comunitaria, con la pena di 10 fiorini contro chi, dopo estratto il nome, ne ricusasse l’esercizio. Il Consiglio fermano confermava questo decreto. (vertenza in Ratta)
.Anno 1642 Giugno 25 – Giovanni Palma da Massignano, tintore, aveva ottenuto licenza dal Parlamento massignanese il 4 maggio precedente di fabbricare una stanza per la sua tintoria attaccandola alle muraglie castellane fuori dalla porta del Castello, nella parte da sole. Il Consiglio fermano stabiliva si facesse un sopralluogo e Claudio Paccaroni fece la visita con la relazione favorevole. Si diede l’approvazione. (vertenza in Ratta)
.Anno 1642 Marzo 6 – La Comunità di Massignano chiese che gli fosse confermato per il periodo successivo il precedente Vicario e per questa volta soltanto il Consiglio di Fermo lo concedeva.
.Anno 1646 Dicembre 22 – Pier Santo di Federico da Massignano chiese di fare una finestra nel muro del Castello. Il Consiglio fermano acquisì la relazione di Lorenzo Fazi che non vi era alcun danno nel farla e la autorizzò. (vertenza in Ratta)
.Anno 1668 Settembre 6 – Messer Teofilo Salvi da Massignano fece un esposto perché iscritto nel libro dello Specchio ed escluso dall’ufficio del vicariato, chiedendo di essere reintegrato e abilitato, come prima, ad esercitare l’ufficio di Vicario nei castelli fermani. Il Consiglio della città fu favorevole. (vertenza in Ratta)
.Anno 1673 Agosto 2 – I capitoli di Massignano di contratto con il fornaro erano stati rivisti e approvati dalla Comunità. Fermo approvava questi capitoli sopra l’appalto del forno massignanese.
.Anno 1675 Pergamena arcivescovile 1675. 05. 28 – Roma – Clemente X, beneficio a Massignano, per miglioria nei beni del beneficio: licenza a comperare un pezzo di terra favore del monastero dei SS. Felice ed Adaucto a Massignano di cui è commendatario il cardinale Decio Azzolino
.Anno 1678 – Furono aggiornati i capitoli della Comunità di Massignano sopra l’appalto del forno comunale e l’autorità di Fermo li confermò. (vertenza in Ratta)
.Anno 1684 Settembre 14 – L’antica consuetudine tra gli abitanti di Montefiore quelli di Massignano faceva condividere la facoltà di pascolare gli animali nei terreni dell’uno e dell’altro dei due castelli. Il Consiglio di Cernita approvava l’antica consuetudine di comunione dei pascoli. (vertenza in Ratta)
.Anno 1691 Novembre 6 – Giovanni Orlando Massi da Massignano chiese di fabbricare presso le mura del Castello, con relazione del signor Celio Carlucci riguardo al sito. (vertenza in Ratta)
.Anno 1696 Gennaio 9 – Il Consiglio della Cernita fermana diede la licenza a Gervasio Marconi da Massignano chiedente facoltà per fare due gradini nella strada per l’ingresso nella sua cantina, con relazione del cittadino deputato a ciò, signor Concetto Calabria. (vertenza in Ratta)
.Anno 1706 Febbraio 18 – Il Consiglio di Cernita di Fermo concedeva licenza, a richiesta di Pietro Massa da Massignano al fine di fare una scala all’ingresso alla sua casa con relazione fatta dal signor Pier Matteo Scattoni deputato a riconoscere il sito. (vertenza in Ratta)
.Anno 1707 Gennaio 12 – Silvio di Nicola da Massignano chiese licenza per edificare una nuova casa, con il consenso del Parlamento massignanese e con la relazione fatta dal signor Alessandro Cordella deputato a riconoscere il sito. La Cernita di Fermo diede approvazione. (vertenza in Ratta).-Anno .Anno 1717 Aprile 3 – Giovanni Antonio Ciarrocca da Massignano fece domanda per poter costruire una casa, con relazione fatta dal marchese Giovanni Battista Matteucci deputato a riconoscere il sito presso le pubbliche mura del castello, la Cernita Fermana faceva la concessione purché non aprisse mai ina porta nelle pubbliche mura. (vertenza in Ratta)
.Anno 1762 Maggio 10 – Il signor Don Marcello Enrighi, priore di Massignano, presenta una relazione per poter ingrandire due finestre che si trovano nella cantina della sua casa. (vertenza in Ratta)
.Anno 1770 -.Pergamena arcivescovile – 1770. 05. 05 – Copia cartacea di bolla di Clemente XIV per Massignano, chiesa SS. Felice ed Adaucto
.Anno 1781 circa secolo XVIII anno circa 1782 PAGLIALUNGA Luigi costruttore del teatro fermano e del Municipio di Castel Clementino (=SERVIGLIANO); a MASSIGNANO la chiesa di S. Giacomo Maggiore
.Anno 1785 – Fra i Frati Cappuccini un Acciarri da Massignano(1785-1822)
.Anno 1788 varie date A Fermo fu attiva la bottega dell’argentiere Raffaele Antonelli, noto dal 1788 al 1828, ed ebbe un seguito nel secolo XIX con la produzione del figlio Luigi. La più antica notizia risale al 1788; anno in cui modellò una muta di cartegloria d’argento per il Santuario della Madonna del Pianto in Fermo. Nel 1791, per la Compagnia del SS. Sacramento di Massignano eseguì un ostensorio in argento, sbalzato e cesellato con ornati in princisbek, firmato “Raffaele Antonelli di Fermo”. Nel 1812, chiese licenza alla prefettura del Dipartimento del Tronto, sotto il napoleonico “Governo Italico” con sede a Fermo, di bollare la sua produzione con le iniziali “R.A.” e col punzone raffigurante “Palma d’olivo”; poi, sotto il “Governo Pontificio” alla sigla personale aggiunse il punzone con lo stemma camerale, detto di “Padiglione” ed usato per lavori in argento.
.Anno 1800 LIBRI\\\ GARULLI, E. Nicola Laurantoni di Massignano deputato della costituente romana 1849 caduto per Roma. Ancona post 1949 LIBRO \\ SANTINI, G. All’on. Sig. Leonardo Laurantoni di Massignano. S. n. 1872
.Anno 1830 -LIBRO\. Matteucci, Felice <1808-1887> – Matteucci, Giacomo. Per le nozze fauste della donzella Camilla Costantini patrizia fermana con il signore Filippo Marconi di Massignano / i fratelli Felice e Giacomo marchesi Matteucci in attestato di congratulazione e parentela offrono la seguente …. Fermo : dalla stamperia Bolis, con approv., 1830
.Anno 1832 -.-.EDILIZIA MASTRO MURATORE = ; Marconi Giocondo (1832, 1853) da Massignano
.Anno 1834 -.-La popolazione di Massignano nel 1834 era calcolata a 1520 abitanti
.Anno 1922 Francescano Acciarri 1922-2015 da Massignano; e altro
= Parole di don Germano. Nel 1997 il successore mons. Gennaro Franceschetti ha creduto fortemente nel museo come “bene pastorale” e quindi come strumento di evangelizzazione e di incontro anche con chi non è particolarmente partecipe della vita cristiana, ed ha sostenuto, promosso, favorito e sollecitato la conclusione dei lavori ed ha curato la disposizione delle opere con adeguamento dell’apparato didattico. Al vicario generale mons. Armando Trasarti è stata affidata la oculata gestione delle risorse finanziarie. Finalmente il 16 aprile 2004, alla presenza del ministro per i Beni Culturali, on. Giuliano Urbani, di numerose autorità e gran folla di cittadini, il museo è stato inaugurato. E’ il polo di una ricchissima e preziosa rete di musei e di raccolte parrocchiali, diffuse nel territorio dell’arcidiocesi. La Chiesa Fermana si sta dimostrando molto sensibile alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico. Numerosi sacerdoti con grande passione ed entusiasmo ed anche con sacrifici economici hanno sistemato locali, realizzato impianti, restaurato opere, allestendo piccoli, ma straordinari musei parrocchiali. Il territorio di questa arcidiocesi è costellato da tali raccolte che vanno da Massignano a Campofilone, a Carassai e, da Capodarco di Fermo, a Petriolo, a Corridonia, a Mogliano, a Morrovalle fino a Montefortino, mentre si progettano altre sedi ancora. Il museo ecclesiastico si pone come luogo di valorizzazione e recupero di un patrimonio posto al servizio della missione della Chiesa ed è significativo da un punto di vista storico-artistico. E’ strumento di evangelizzazione cristiana, di elevazione spirituale, di dialogo con i lontani, di formazione culturale, di fruizione artistica, di conoscenza storica, come ha scritto la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, nel testo: “La funzione pastorale dei musei ecclesiastici”. Città del Vaticano 2001.
Nel 2002 pubblicava un opuscolo su questi temi.