UN INCONTRO IN CLASSE CON IL MISSIONARIO ANDATO IN ARGENTINA.
Racconto dal GIORNALINO SCOLASTICO di molti anni fa.
Nella classe Prima Media venerdì scorso è venuto un signore di circa sessant’anni che dopo frequentate le scuole elementari a Montottone, si è preparato per diventare prete. Per sette anni è stato assistente spirituale all’Istituto dei giovani diversamente abili a Porto Potenza Picena. Poi a trentadue anni è partito missionario per l’Argentina. Don Italo è vissuto a Tintina, una parrocchia dal territorio vasto più della nostra regione Marche. Sta nella provincia di Santiago del Estero, regione povera. Le strade verso i molti paesetti sono di nuda terra.
La gente è molto ospitale, affabile, sensibile e solidale. Le case sono piccole, fatte di terra, e sono piene di bambini. Hanno perciò cercato di creare insieme le novità di gli edifici scolastici di Asilo per i più piccoli, di scuole elementari e cappelle in varie località.
Il missionario ha portato a vedere varie foto. Si ammirano la vastità e la varietà ambientale del territorio. Il fatto più importante fra gli argentini è la gioia di vivere che li manifesta felici. Lodevole il rispetto che praticano gli uni verso gli altri. La popolazione forma una comunità.
Un commento significativo del missionario: «Qui, quello che c’è di più bello, sono gli occhi dei bambini”. La scuola li riunisce, come una seconda famiglia. ll vescovo Gottau si è preoccupato di far costruire le scuole perché altrimenti solo pochissimi ragazzi avrebbero un’istruzione, quelli in città.
Quando il missionario è arrivato a Tintina le aule della scuola primaria non erano sufficienti. Hanno chiesto, sollecitato e atteso per un anno che il governo provvedesse. Niente. Allora con lui si sono messi all’opera gli abitanti. Così pure per le piccole chiese dislocate a molti chilometri le une dalle altre. Inoltre si è provveduto a formare i catechisti e altre persone organizzando l’assistenza caritas.
Per le varie opere hanno speso più di cinquecento mila dollari. Nel vastissimo territorio della parrocchia ora sono efficienti 25 centri, ciascuno con scuola e chiesa proprie. Non è diffusa la criminalità. Di notte si dorme con la porta aperta. Da ottobre a marzo, per il grande caldo, si dorme sotto le stelle.
Quello che manca è il lavoro. Nella zona c’è solo il lavoro forestale per i taglialegna ed i carbonari. Quasi mai ricevono paga. Prendono a debito quello che serve loro per procurarsi da mangiare in famiglia ed a fine mese pagano col salario che non sempre copre le spese già fatte. In famiglia i bambini non hanno denaro per comprare i libri. Per carità da Buenos Aires alcune Dame inviano materiale scolastico.
Don Italo è contento dei tanti aiuti che gli sono giunti nell’associarsi al vescovo per realizzare le opere. Altri ragazzi emigrati a Buenos Aires hanno inviato i risparmi, un invalido dava la sua pensione. Due sposi di Falerone, andati in Argentina in viaggio di nozze, hanno portato a don Italo i soldi avuti nella festa del loro matrimonio. Sono ammirevoli.
Quando a fine settimana non si sapeva come pagare le spese fatte a debito, c’era la gente ad aiutare. Le donne preparavano e offrivano dei pasti a pagamento per soddisfare i debiti. Alcuni giovani, per frequentare le scuole Superiori, vanno in città a pensione, perché le distanze sono enormi. A Tintina le opere dedicate a santa Rita da Cascia sono la chiesa, l’asilo, la scuola, il consultorio sanitario della caritas con due medici a settimana.
Nei molti anni vissuti a Tintina, il missionario ha notato un grande cambiamento sociale. Prima era diffusa l’ubriachezza, oggi gli adulti pensano di più a migliorare le case e si preoccupano del futuro dei figli e gli ubriaconi sono quasi del tutto ravveduti e in molti luoghi scomparsi. La gioventù ha sentimenti sani. Permane ancora la disoccupazione. Lui ha dato lavoro creando chiese e scuole e la vita si è andata trasformando.
Un’esperienza significativa in un paesetto isolato dove la gente viveva abbandonata: un giorno due uomini litiganti si erano messi a far duello. Sono uscite le mamme piangenti che chiedevano pace e i duellanti hanno smesso. La Chiesa fa crescere la volontà di rispetto reciproco e di amore. Il missionario ha dichiarato che ammira la bontà della gente.
Gli studenti hanno ascoltato con gioia le notizie e conosciuto così la gente di Tintina. Tra l’altro, hanno apprezzato soprattutto la condivisione umana che c’è fra gli abitanti. Non usano la droga. Non chiudono a chiave le porte perché non si ruba. Sono poveri, ma vivono con responsabilità.
E ’stato bello ascoltare d. Italo. L’esperienza è servita a sentirsi vicini con queste persone lontane. Si comprende che è utile aiutare i bambini nelle attività per la loro formazione.
(Classe IF Servigliano)