QUADERNI DELL’ARCHIVIO STORICO ARCIVESCOVILE DI FERMO 25 ANNI NEL COMMENTO DEL DIRETTORE DON EMILIO TASSI

VENTICINQUE ANNI DELLA RIVISTA

«QUADERNI DELL’ARCHIVIO STORICO ARCIVESCOVILE DI FERMO»

E’ per me e per i collaboratori motivo di gioia e di soddisfazione annunciare a tutti i lettori del nostro periodico che allo scadere di quest’anno si compiono venticinque anni da quando la pubblicazione ha avuto inizio. Nell’autunno infatti del 1985, in occasione della inaugurazione dei nuovi locali dell’Archivio diocesano, venne pubblicato un volume: «L’Archivio storico arcivescovile di Fermo» che fu presentato in un apposito Convegno, nel quale venne tracciata la storia della formazione dell’Archivio diocesano e furono sinteticamente descritte le Serie documentarie che vi sono custodite.

L’iniziativa del Convegno fu lanciata dall’arcivescovo mons. Cleto Bellucci che nei precedenti cinque anni aveva rivolto tutta la sua attenzione a risanare e ad ampliare la sede dell’Archivio, fornendolo di una nuova ed efficiente attrezzatura. Fu in quella circostanza che egli, introducendo il Convegno, tracciò la storia della formazione dell’Archivio, ne illustrò l’importanza e descrisse minutamente i lavori realizzati per permetterne un più efficiente funzionamento.

Con ciò egli intendeva farsi continuatore di due suoi illustri predecessori, mons. Alessandro Borgia e il card. Urbano Paracciani che dell’Archivio furono i due fondatori. A conclusione del Convegno mons. Bellucci si augurava che, oltre alle attività istituzionali della conservazione e del riordino dei documenti, venissero curate delle periodiche pubblicazioni grazie alle quali fosse via via fatto conoscere il copioso materiale documentario onde raggiungere un duplice scopo: quello di rendere l’Archivio sempre più fruibile agli studiosi e ai giovani ricercatori e l’altro di sviluppare la trattazione di tematiche riguardanti la storia religiosa della Chiesa Fermana e di altre Chiese della regione Picena e anche studiare vari aspetti della vita civile e sociale del territorio.

Nei mesi successivi con un gruppo di collaboratori l’invito di mons. Arcivescovo prese corpo e nacque così l’iniziativa di dar vita ad una rivista semestrale: «Quaderni dell’Archivio storico Arcivescovile di Fermo». L’importanza e l’utilità della Rivista è stata sottolineata nelle disposizioni del Sinodo Diocesano celebrato dal 1992 al 1994; anche per questo abbiamo continuato l’impegno della pubblicazione.

L’occasione dei venticinque anni della rivista deve fornire l’occasione innanzitutto di fare un bilancio e anche di dar vita ad una presenza maggiormente incisiva della rivista sul piano culturale, grazie al coinvolgimento di più numerosi collaboratori e all’ampliamento dei lettori. Ho il piacere di annunciare che è in preparazione un volume di notevole impegno che mi auguro farà piacere agli studiosi, ma soprattutto a tutti coloro che amano questa nostra cara Chiesa Fermana. Si tratta di una importante iniziativa editoriale che prevede:

= La edizione della famosa opera del canonico Michele Catalani intitolata «De Ecclesia Firmana eiusque Episcopi set Archiepiscopis Commentarius» opera ricercata da tanti studiosi e ormai introvabile. I documenti in copia anastatica.

= La traduzione italiana dell’opera rende possibile la lettura a tutti, visto il difficile stile latino usato dal Catalani.

= Un ampio apparato di note spiegano il testo e offrono allo studioso la possibilità di approfondirlo e di continuare le ricerche in modo tale che i successivi studi possano fornire una più compiuta storia della Chiesa Fermana.

= Un accurato Regesto dei documenti in latino con il necessario apparato critico.

= Degli ampi e articolati indici che facilitino la ricerca sistematica.

L’attiva condivisione degli studiosi di storia locale, di giovani ricercatori serva a migliorare la qualità della Rivista, a suggerire nuove ricerche e ad intraprendere nuove iniziative culturali.

Non posso esimermi di esprimere il più profondo ringraziamento a tutti i collaboratori e ai lettori che in questi venticinque anni hanno permesso alla rivista di vivere e di superare le difficoltà che, specie all’inizio, sono state tante e gravi, ma che, sotto alcuni aspetti, permangono.

Una speciale gratitudine la dobbiamo tutti alla meritoria Fondazione CARIFERMO per il sostegno che non ci ha fatto mai mancare.

Con stima e amicizia. Tassi don Emilio.

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