P. VITTORIO BLASI MISSIONARIO BURUNDI natale 2010 accoglienza Bambino Gesù

Vittorio.p.Vittorio. Natale 2009
Carissimi,
Desidero scriverti per sostenere le nostre attività, caritative. Siamo alla vigilia del Natale, forse le mie lettere ti sono giunte in ritardo per poter preparare la lettera per i benefattori, ma penso che il materiale ricevuto ti potrà essere utile per informare i nostri benefattori.
Ieri domenica quarta di Avvento ho fatto una riflessione con i cristiani ed i nostri ragazzi al momento della predica. La parola del profeta Isaia ci ha chiesto di chiedere un segno. E’ sembrato opportuno anche a me di chiedere un segno in questi tempi tanto difficili come al tempo del Profeta: ho chiesto un segno per tutti noi il SEGNO della Confessione in occasione del NATALE per accogliere il BAMBINO con il CUORE pulito, per poter costruire il Regno dell’AMORE e della PACE che ci vuol portare, sentendoci e vivendo nella santità. Ieri stesso Paolo nella seconda lettura ci ha raccomandato: “Siate Santi” E’ la raccomandazione che ci ha fatto per NATALE.
Ed è l’augurio che vorrei fare a tutti gli amici e benefattori che ci sostengono con l’obolo della vedova e l’obolo dei pensionati. Sono LORO che ci hanno dato la GRAZIA di operare meraviglie per i più poveri del Burundi, i bambini abbandonati ed orfani.
Ma mi sono soffermato soprattutto nella figura di san GIUSEPPE, che ha notato la maternità di MARIA e che ha riflettuto sul da farsi. L’Angelo lo ha avvertito nel sogno: “Non temere, Giuseppe, di prendere con con te MARIA tua sposa, perché nel suo seno c’è il frutto dello SPIRITO SANTO”. Abbiamo riflettuto insieme su che cosa ha fatto: GIUSEPPE ha salvato GESÙ feto, ha difeso la MADRE DI DIO davanti alla severità della legge.
Sono tanto devoto di san Giuseppe e forse mi ha messo nel cuore questa riflessione: “Vittorio non aver paura, ti ho accompagno nei tuoi anni di missione fin dagli anni ‘980 quando eri a MUMURI. Ti fatto capire di non aver paura quando il Vescovo ti ha chiesto di aiutarlo a sistemare la parrocchia ed ad accogliere le suore di santa Bernadetta, costruendo per il loro NOVIZIATO. In seguito ti ha chiesto di aiutarlo a costruire il Santuario della ROSA MISTICA dove “LEI LO HA VOLUTO”. Ti ho aiutato. Tutto è stato realizzato. Negli anni ‘990 abbiamo dato inizio al FOYER SANTA MARIA MADRE della MISERICORDIA (F0MAMI0R) e sempre con l’obolo della Vedova e dei pensionati ho dato speranza. Oggi all’inizio del terzo millennio, lavoriamo ancora insieme per dare speranza ai bambini abbandonati.
” Caro Vittorio, la “CASA della GIOIA” che volgiamo costruire per i bambini di SANDRA, non è una favola, ma è ancora la difesa che ho fatto per il mio BAMBINO Gesù e per Sua MAMMA la mia sposa Maria. Sono tanti i bambini massacrati nel grembo materno „ sono tanti i bambini non accolti”:
E’ con il cuore di sa Giuseppe che cerco di aiutarli: Foyer Sainte Marie, Mère de la Miséricorde pour l’Accueil des Orphilins. B.P. 409
Carissima, questa nuova impresa ci sovrasta e ci supera in tutti i modi: è per questo che ho osato chiedere a tutti i sacerdoti della Diocesi di Fermo e a tutti i Vescovi delle Marche un sostegno e a coloro che possono contribuire perché non vivono solo di pensione, ma hanno anche il superfluo. Ho bussato a tutte le porte come ha fatto Giuseppe a NATALE, le ha trovate tutte chiuse ed anche con risposte offensive, ha trovato solo la grotta di Betlemme ad accoglierlo per preparare il PRESEPE tra il bue e l’asinello.
Sarà così anche per noi, per me, ma sono con San Giuseppe e come ha sistemato e difeso il Bambino Gesù e così sistemerà e difenderà tutti noi. Viviamo nella discrezione, nel silenzio, nell‘amore dell’attesa, nella povertà, nella dipendenza di DIO. Da uomini facciamo tutto il possibile» (posso dire da pazzo) come S. GIUSEPPE (mi perdoni) ma è il cuore che ci sprona alla generosità ed alla speranza, perché speriamo in un mondo migliore e speriamo nella GLORIA di Dio su questa terra (come in Cielo così in Terra). E’ questo che ci anima, e puoi ben scriverlo a tutti i benefattori vecchi-e nuovi poveri, ricchi giovani e vecchi, pensionati o benestanti, per tutti domandiamo e vogliamo il Paradiso su questa terra e nell’altro MONDO CON DIO e tutti i SANTI.
Père Vittorio Blasi

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Vescovo RUHUNA Gioacchino e P. VITTORIO BLASI MISSIONARIO BURUNDI 1995

ARCHIDIOCESI di GlTEGA (BURUNDI) Bujumbura 3 Febbraio 1995
Cari Amici e Benefattori,
Ringrazio il Signore per il dono che ci avete fatto pervenire con tanta generosità per gli orfani ed i bimbi vittime della guerra fratricida in Burundi.
La Vergine Santissima ha suscitato nei vostri cuori sentimenti di amore e compassione. Avete riversato in Burundi tanto calore del vostro cuore desideroso di compiere il bene.
Desidero ringraziarvi tutti perché ci avete permesso di venir in aiuto di tanti bimbi sofferenti che sono l’assillo delle nostre preoccupazioni paterne. Circa settemila orfani vivono nei campi profughi, altri sono raccolti negli orfanotrofi della Diocesi, mentre un grande numero di bimbi soli sono ospiti di famiglie cristiane che desiderano compiere opere di misericordia.
Per tutti abbiamo il cuore aperto e preoccupato, e vorremmo avere le mani per donare. Siete Voi cari amici, benefattori e famigliari di P. Vittorio Blasi, missionario nella mia Diocesi, che ci avete dato concretamente la possibilità di consolare tanti cuoricini affranti.
A tutti voi un grazie riconoscente degli orfani e da parte mia una gratitudine immensa. Voglia il Signore benedire e ricompensare la vostra carità premurosa, e vi dia sempre un cuore attento e generoso.
Restiamo uniti nel Signore, Gesù misericordioso.
Grazie. Vi Benedico.
+ Gioacchino RUHUNA Arcivescovo di Gitega

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P. VITTORIO BLASI MISSIONARIO IN BURUNDI TRA I POVERI, I MALATI, IN SINTONIA CON LA CHIESA ottobre 2007

Bujumbura ottobre 2007
Carissimi Amici e Benefattori,
vorrei farvi giungere il mio ringraziamento in occasione della giornata internazionale delle Missioni. Da ormai quarant’anni servo il Signore nella sua vigna e cerco di essere fedele alla missione di Gesù soprattutto nella vita di preghiera, che si fa carità in favore dei ragazzi più difesi e in favore dei malati nel corpo e nello spirito.
Il Santo Padre nel suo messaggio non tralascia di ringraziare il Signore per tutte le grazie che ha effuso sui popoli dell’Africa che in questi ultimi cinquanta anni hanno accolto il dono della fede. Grazie a Dio siamo testimoni di tanta grazia e voi siete stati gli strumenti che ci hanno permesso di compiere tanto bene per la crescita della fede e dello sviluppo. Senza la vostra costante presenza caritativa non avrei mai avuto la possibilità di realizzare le opere di bene come scuole per i ragazzi nelle parrocchie dove ho svolto il mio ministero apostolico. Ho avuto anche la gioia di costruire il Santuario alla Madre della Misericordia, la ROSA MISTICA, “là dove lei lo ha voluto”, per il sollievo delle anime e dei corpi, come il compianto Mons. Gioacchino Ruhuna, ha tenuto a sottolineare in una sua predica presentando il nuovo luogo di pellegrinaggio in Burundi.
Mi avete sempre accompagnato nelle vicende liete e tristi di questo paese e di questa comunità cristiana dando tutto il vostro sostegno per la Casa della Madre della Misericordia che accoglie da oltre 15 anni ragazzi soli e abbandonati. La bambina portata dal nonno come offerta “alla vita nuova” sta studiando all’università e cerca di aiutare i fratelli più piccoli a crescere nella fede e nell’amore di Dio. Avete nella vostra vita un esempio di missione realizzata secondo il Cuore di Gesù: “Andate in tutto il mondo, insegnate a tutti gli uomini, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”.
Grazie al vostro sostegno ho potuto diffondere presso i più poveri, piccoli sussidi di catechismo per ragazzi e genitori, ho diffuso foglietti di catechesi in occasione delle giornate internazionali del malato, ho provveduto alla diffusione dei misteri del Rosario e soprattutto ultimamente ho stampato e ristampato i misteri della Luce in Kirundi per farci sentire in sintonia con la Chiesa e con il Papa. Abbiamo in preparazione un foglio per il prossimo mese di novembre, il mese delle anime Sante del Purgatorio, proprio per essere in sintonia con tutti voi che chiedete preghiere per i vivi ed i defunti.
Mi sembra proprio di essere in sintonia con il Santo Padre Benedetto XVI che ci invita a recitare il Padre Nostro come preghiera missionaria per eccellenza, per la costruzione del regno di Dio sulla terra. Invita la gioventù ad impegnarsi nella MISSIONE, esorta anche i malati e tutti coloro che soffrono a partecipare alla missione di Gesù.
Non tralascia di invocare la Madre di Gesù perché interceda per noi il dono dello Spirito Santo per renderci testimoni dell’Amore di Dio nel mondo.
Vorrei proprio essere un testimone fedele di Gesù in mezzo al popolo che soffre. Ringraziandovi in Gesù e Maria vi benedico. P. Vittorio Blasi

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Mario Blasi Evangelizza il Natale Luca 2

25 DICEMBRE 2003
NATALE DEL SIGNORE (Lc. 2,1-15) “Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto”.
“Giuseppe, venuto a conoscenza del fatto che l’imperatore di Roma aveva ordinato un censimento, risiedendo momentaneamente in Galilea, decise di tornare a Betlemme, dove lui era nato. La cosa più naturale sarebbe stata quella di lasciare in Galilea la sua giovane sposa Maria, visto che per la legge non era necessario che comparisse di fronte alle autorità del censimento. Se la conduce con sé, nonostante lo stato in cui la giovane si trova, è perché pensa di trasferirsi definitivamente a Betlemme. Se dunque Giuseppe aveva la residenza a Betlemme, allora è corretto pensare che portasse Maria con sé, perché si stabilisse nella sua stessa casa”.
“Anche Giuseppe e Maria avevano probabilmente dato alloggio a parenti e amici in tutti gli spazi della loro casa”.
“Per loro, tanti restii a disturbare, per loro così delicati, non c’era posto in mezzo all’andirivieni, al rumore e alla promiscuità che regnavano nella parte superiore della casa”. “Fu in una delle grotte destinate a stalla, nella casa di famiglia di Giuseppe a Betlemme, ad aver luogo la nascita del Messia” (Ariel Alvarez Valdes).
“Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia: Oggi vi è nato nella città di David un Salvatore, che è Cristo Signore”.
“I pastori, considerati peccatori incalliti, non solo sono esclusi dalla salvezza, ma sono tra i primi ad essere nella lista delle persone” che saranno eliminate dalla salvezza, secondo la mentalità del tempo. Eppure, “proprio a costoro, i più lontani da Dio, si rivolge l’Angelo del Signore” (A.Maggi).
La salvezza portata da Gesù è per ogni uomo buono e cattivo. “I pastori vanno a Betlemme a trasmettere la buona notizia che hanno ricevuto”. “Tutti vengono sconvolti da questa tremenda novità, Maria compresa. Ma lei non la rifiuta, l’accoglie”.
“I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio: glorificare e lodare Dio era ritenuto compito esclusivo degli Angeli. Dopo aver fatto esperienza del Dio-Amore, ciò è possibile anche ai pastori”. (A.Maggi).

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BLASI MARIO EVANGELIZZA NATALE Luca 2. Pastori peccatori castigo riscatto ad opera del Salvatore

25 DICEMBRE 2004 NATALE DEL SIGNORE(Lc.2,1-15) “C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo guardia al loro gregge “.
I pastori erano per lo più servi dei proprietari del gregge, sfruttati e malpagati e si rifacevano con il furto al padrone o ad altri pastori. Vivendo per gran parte dell’anno isolati, senza altra compagnia oltre agli animali e senza alcuna sorveglianza, i pastori avevano una cattiva fama, erano considerati dei selvaggi, dei bruti che vivevano di ruberie. Emarginati dalla società, i pastori erano discriminati anche dalla religione.
Trascorrendo il loro tempo sempre tra gli animali, con scarsa possibilità di accedere alla Sinagoga o al Tempio, i pastori vivevano in una condizione di totale impurità e si pensava che per essi non ci fosse alcuna possibilità di salvezza.
Ai pastori spettava solo il castigo che Dio avrebbe inflitto ai peccatori attraverso il Messia.
Proprio ai pastori, che erano rifiuti della società e ritenuti i più lontani da Dio, per primi viene annunciata la nascita del Figlio dell’Altissimo. E ai pastori che furono presi da grande spavento, perché sanno che non è possibile vedere Dio e rimanere in vita, l’Angelo dice di non avere alcuna paura perché è portatore della buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
“Oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore “.
La grande gioia di questa buona notizia non è solo per i pastori, ma per tutto il popolo. La buona notizia è che il Signore non premia i buoni e castiga i malvagi, ma a tutti, senza distinzioni, comunica il Suo Amore.
L’Amore di Dio non dipende dal comportamento dell’uomo e dalle sue risposte, ma viene riversato su tutti, “perché Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”.
Dio non concede il Suo Amore e il Suo perdono agli uomini perché questi lo meritano, ma perché ne hanno bisogno.
L’Amore di Dio non va meritato, ma accolto come espressione gratuita e generosa della Sua infinita misericordia.
I pastori non hanno alcun merito per ottenere la salvezza del Signore. Il Signore li avvolge nella Sua Luce, non perché i pastori ne siano degni, ma perché Dio è solo Amore.( da A.Maggi)

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BLASI MARIO EVANGELIZZA NATALE novità Salvatore dai peccati

25 DICEMBRE 2007

NATALE DEL SIGNORE (Lc.2,1-14) “Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore “.
Dio, per amore degli uomini, si è fatto Bambino.
In un mondo che sembra sprofondare nelle tenebre del male, una luce risplende! Nasce un Bambino per dare agli uomini una realtà nuova e una speranza che non delude.
Il Figlio di Dio, Gesù, entra nella storia degli uomini e incomincia così una nuova creazione. La nascita di Gesù chiede a tutti un nuovo stile di vita: vivere tutti i giorni come figli di Dio amando e servendo i fratelli con serenità di spirito.
Gesù nasce in una grotta-stalla adiacente all’abitazione perché non c’è alloggio nella sala comune della casa. “Suo padre legale, Giuseppe, aveva allestito tutto ciò per quando Egli fosse venuto al mondo. Ma per ragioni storiche, nel momento in cui venne alla luce, c’erano altri che ne avevano bisogno”. “Quindi Giuseppe, con gesto decisivo, risolse di lasciare il posto previsto e di scendere nella oscura stalla.
Gesù non nacque povero perché le circostanze lo esigevano, ma per una scelta di Giuseppe”.
“E quando crebbe, scelse di abbracciare perpetuamente la povertà cui fu fedele per tutta la vita. Visse povero, condivise quello che possedeva, si circondò dei più bisognosi, mangiò quello che gli davano e morì nella più assoluta indigenza. Non pretese nulla per Sé. Non volle occupare qualcosa che ad altri poteva mancare. Lo si vide applicare costantemente il principio per cui, se qualcuno aveva bisogno della Sua stanza, lui doveva scendere nella stalla”.
“Troverete un Bambino adagiato in una mangiatoia”.
I primi destinatari dell’annuncio della nascita di Gesù sono i pastori.
“Proprio ai pastori, che erano rifiutati dalla società e ritenuti i più lontani da Dio, per primi viene annunciata la nascita del Figlio dell’Altissimo”. “All’epoca di Gesù erano bistrattati ed emarginati come persone impure di poco conto e inaffidabili, esclusi: umili e poveri. Essi sono i primi destinatari della buona notizia, caparra di una gioia che sarà di tutto il popolo. Gioia per il perdono dei peccati. Gioia per un nuovo rapporto con Dio”.
“Lo stupore è di tutti, Maria compresa”. “Ma Lei non si scandalizza di quel che i pastori dicono”. “Lei non rifiuta la novità su Dio, cerca di comprenderla! Maria, da parte sua, custodiva tutti questi fatti meditandoli nel suo cuore. Lei si mette sempre in sintonia con Dio che fa nuove tutte le cose”.

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Blasi Mario Parroco evangelizza Natale Luca 2

25 DICEMBRE 2001 NATALE DEL SIGNORE(Lc.2,1-15) “CESARE AUGUSTO ORDINO’ CHE SI FACESSE IL CENSIMENTO DI TUTTA LA TERRA. QUESTO CENSIMENTO…FU FATTO QUANDO ERA GOVERNATORE DELLA SIRIA QUIRINIO”.
Dio, Creatore del Cielo e della terra, entra visibilmente nella nostra storia per mezzo di una piccola, ma straordinaria famiglia: la famiglia di Nazareth.
Dio va cercato, riconosciuto e accolto nella famiglia.
Tutto sembra che cammini per l’autorità dell’imperatore. Chi comanda, chi decide è Cesare Augusto. Egli è il padrone di “tutta la terra”. Egli decide “tutto”. Ha orgoglio smisurato. Ha il potere di censire “tutta la terra”, ma non si accorge che è un piccolo strumento di Colui che è veramente Signore.
Giuseppe obbedisce al comando di Cesare, va a Betlem con “Maria sua sposa che era incinta”. Il germoglio di Jesse deve nascere a Betlem. Così avviene.
Dio guida la storia, non Cesare. Dio decide, non l’imperatore.
Colui che ha disteso i cieli si fa bambino, bisognoso di tutto e di tutti, ma è lo specchio del volto di Dio Creatore.
Dio va amato, riconosciuto nell’uomo.
L’uomo è al centro del creato, Dio al vertice di tutto.
Tutto cammina verso di Lui.
Chi contempla per primo il volto di Dio fatto uomo? Sono gli emarginati e i lontani da Dio: i pastori.
“Oggi è nato per voi… un Salvatore”.
I pastori, considerati peccatori incalliti, non sono esclusi dalla salvezza, ma sono i primi ad accoglierla. Proprio a costoro l’Angelo del Signore si rivolge e la gloria di Dio li avvolge.
“La gloria di Dio si manifesta visibilmente comunicando pace (felicità) a tutti gli uomini in quanto destinatari del Suo amore… I pastori vanno a Betlem a trasmettere la buona notizia che hanno ricevuto” (A.Maggi).
Dio dimostra il Suo Amore ai lontani e ai vicini. “Tutti vengono sconvolti da questa straordinaria novità, Maria compresa, ma lei non la rifiuta, la accoglie” (A.Maggi).
Tutti gli uomini sono chiamati a fare l’esperienza del Dio-Amore.

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VANGELO DI SAN LUCA inizio: Blasi Mario Parroco evangelizza il Natale dono

Mario Blasi Parroco evangelizza il Natale Giovanni “Il Verbo fatto Carne” 25 DICEMBRE 2002
NATALE DEL SIGNORE(Lc. 2,1-15) “Non temete, vi annuncio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: oggi vi è nato un Salvatore”. “Non temete” è il verbo della svolta. L’Angelo non vuole spaventare i pastori, ma li rassicura perché è venuto il momento della svolta nella loro vita. Gli ultimi in Israele sono i primi a conoscere il Salvatore.
“Se c’è gente in Israele che è malvista perché pericolosa, è proprio la categoria dei pastori. Gente da temere e comunque da tenere alla larga. Ritenuto un mestiere da ladro quello del pastore, spesso lo diviene; la mancanza di qualsiasi controllo per molti mesi rende agevole trasportare gli armenti in proprietà altrui e sottrarre parte dei prodotti del gregge.
Considerati dalla gente alla stregue di briganti, trattati da assassini, i pastori non godono dei più elementari diritti civili.
E’ proibito avere qualunque rapporto con essi e anche comprare lana, latte o carne, perché c’è il sospetto che possa trattarsi di prodotti rubati. Vengono trattati come bestie selvagge. Ai pastori viene perfino negata la possibilità di fare penitenza e di essere così perdonati dalle loro colpe. Per loro non c’è speranza di salvezza” (A.Maggi).
L’Angelo del Signore si rivolge proprio a queste persone disprezzate da tutti. I pastori “sono i primi a rendersi conto della luce che risplende… percepiscono i segni di Dio” (A.Maggi).
“Tutti quelli che li udirono furono sorpresi dalle cose che i pastori dicevano “. “Da che mondo è mondo Dio premia i buoni e castiga i cattivi: cos’è mai questa novità di un Dio che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi (Lc. 6,33) se Dio ora, anziché punire i peccatori, dimostra loro il suo amore, non c’è più religione!
Tutti vengono sconvolti da questa tremenda novità. Maria compresa. Ma lei non la rifiuta, la accoglie per essere in sintonia con un Dio sempre nuovo. E i pastori “se ne tornarono, glorificando Dio”; glorificare e lodare Dio era ritenuto compito esclusivo degli Angeli (Lc. 2, 13-14). Dopo aver fatto esperienza di Dio-Amore, è possibile anche ai pastori” (A.Maggi) lodare e glorificare Dio.
Dio, con la venuta di Gesù, dona il Suo Amore a tutti: è un amore che deve essere accolto per avere la vita. Anche noi abbiamo l’oggi della salvezza: accogliere l’amore di Dio e ridonarlo ai fratelli.

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SANTUARIO MADONNA DELL’AMBRO in Montefortino (FM). San Giuseppe Benedetto Labre pellegrino qui dipinto da Salvatore Tricarico

Nel poemetto in versi latini sul Piceno, il poeta Francesco Barletta che si firmava con lo pseudonimo di Panfilo, ricorda il fiume Ambro per le acque gelide che spumeggiano scorrendo fragorose fra gli scogli. Qui, tra i monti Priora e Castel Manardo, i secoli cristiani hanno elevato un santuario che per l’affluenza dei pellegrini è il secondo delle Marche, subito dopo Loreto, che è tutto dire. Come santuario mariano, è stato definito da mons. Giuseppe Fabiani: “il più antico delle Marche”.

L’arte vi regna, originata dall’ispirazione dei devoti che considerano la vergine Maria di Nazaret come la gloria dei popoli e la onorano con preghiere, canti, fiori, dipinti, sculture, riti, feste e omaggi, tanto che l’umile cappellina costruita attorno al 1000 dai monaci dell’abbazia dei santi Vincenzo ed Anastasio, è diventata un tempio.

Si narra che una pastorella di nome Santina, muta, secondo la tradizione, offriva fiori e preghiere all’immagine di lei nella cavità di un faggio, ed ebbe sciolta la parola. Allora la gente cominciò a frequentare sempre più numerosa questo luogo. E la devozione crebbe sempre più portando anche opere d’arte.

L’arcivescovo di Fermo, Felice Peretti, che divenne poi papa con il nome di Sisto quinto, dispose che i canonici della cattedrale Fermana mettessero qui stabilmente un cappellano. Poi divenuto papa inviò da Loreto l’architetto Venturi a progettare la chiesa che risulta come quella Lauretana con la chiesina originaria incorporata nel vasto edificio e le cappelline laterali alla navata.

Per stabilire gli altari laterali si adoperarono in molti, a cominciare dai cavallari della zona montana che formavano una loro Confraternita e secondo l’uso avevano qui il sepolcro. Allevavano cavalli e facevao trasporti. Essi fecero dipingere le loro immagini a lato del primo altare. Altre famiglie ricche del circondario fecero creare altari e dipinti nei secoli 18º, 19º e 20º, con la protezione dei sommi pontefici. Pio IX concesse speciali indulgenze in occasione delle feste della Madonna e queste furono ampliate da Benedetto XV e da Pio XI che donò il magnifico Crocefisso.
Gli arcivescovi Fermani vennero qui in visita e in preghiera. L’arcivescovo Roberto Papiri, nativo di Montefortino, fece aprire la nuova strada alla fine del secolo 19º e sistemò gli argini del fiume Ambro e allargò lo spiazzale. Sempre nuovi interventi di pittori, lungo il corso dei secoli, tra cui Bonfini da Patrignone, e Malpiedi da San Ginesio e molti altri di cui alcuni dipinsero anche a Loreto. Ora si vanno completando alcuni dei riquadri delle cappelle a sinistra della navata, perché rimaste senza dipinti, mentre quelli sulla destra erano stati già completati.
D’intesa con il Direttore dei Beni Culturali diocesani, monsignor Germano Liberati, di felice memoria, il pittore Salvatore Tricarico, nativo della Basilicata ed ora a Milano, ha dato un prezioso apporto. Si era già fatto apprezzare per i dipinti del volto di Cristo e dell’Immacolata e di san Pio da Pietrelcina. Aveva dipinto anche i beati famosi come pellegrini venuti all’Ambro, come il beato Liberato da Loro, il beato Pietro da Amandola, la beata Maria Assunta Pallotta, San Serafino da Monte Granaro, San Giacomo della Marca. Ora è la volta di San Benedetto Giuseppe Labre, il pellegrino più famoso del mondo, ricordato anche presso la Madonna dell’Ambro.
Domenica 25 marzo monsignor Pietro Orazi, ordinario diocesano, benedice questo dipinto che completa il ciclo degli specchi vuoti dei pilastri, nel pomeriggio, celebrando la Santa Messa vespertina. È un omaggio alla Madonna che non si fa vincere in generosità. Già erano stati pubblicati sulla stampa i rallegramenti dei pellegrini, dei religiosi Cappuccini qui presenti, degli esperti e dei fedeli che sono venuti in pellegrinaggio con i sacerdoti e dei giovani che si sono compiaciuti di questi beati pellegrini come loro, considerati compagni di viaggio.
Sono quadri apposti al muro, ma le immagini sacre hanno valore per l’uso liturgico di devozione. Ringraziamo il pittore Salvatore Tricarico, apprezzato per queste e per altre opere, il celebrante monsignor Pietro Orazi, i Cappuccini della Rettoria della Madonna dell’Ambro e tutti i partecipanti sui quali sarà invocata la divina benedizione.

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BLASI MARIO PARROCO EVANGELIZZA – QUARTA DOMENICA AVVENTO ANNO C

Il Parroco don Mario Blasi evangelizza nella quarta domenica di Avvento anno C
(Lc 1, 39-48)
“Elisabetta esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”.
Come può Elisabetta conoscere il mistero del concepimento di Maria se questo evento è ancora segreto? Elisabetta è ricolma dello Spirito di Dio e lo Spirito di Dio le ha fatto conoscere questa realtà. Riconosce Maria l’Amata da Dio e la Madre del Suo Signore.

Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, va in fretta alla casa di Elisabetta. E’ una ragazza gioiosa di servire una futura mamma anziana. L’Amore di Dio che ha nel cuore la spinge ad andare per aiutare chi è nel bisogno.
Maria è la vera credente. E’ la Madre della nostra fede.
Giunta nella casa di Elisabetta le rivolge il saluto. E’ un augurio di gioia, di pace e di salvezza. E’ un saluto di grazia. E’ un saluto che annuncia la presenza di Dio nella storia. E’ l’incontro di due figli: Gesù e Giovanni.
“Ha esultato di gioia “.
“Giovanni, nel seno della madre, riconosce Gesù nel seno della Madre. E’ un saluto di riconoscimento da parte dei due bambini non ancora nati: si incontrano e si riconoscono”.
La forza dell’Amore dello Spirito Santo entra nel cuore delle persone fin dal seno materno.
· · “Beata colei che ha creduto”.
Maria è il modello della beatitudine di ogni discepolo. La felicità di Maria non viene soltanto dal fatto che è Madre del Messia, ma dalla fede, dall’Amore di Dio che accoglie nel cuore. Ha piena e totale fiducia nella Parola di Dio. Crede e il Verbo di Dio si fa carne.
“La grandezza di Maria sta nell’essere discepola”. Maria non risponde ad Elisabetta che la chiama: “Tu sei la benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”, ma eleva un inno di lode a Dio ed esalta il progetto di salvezza preparato dal Signore per tutti i popoli.
L’anima di Maria è immersa in Dio e lo loda con giubilo incontenibile.
Dio è la gioia e la salvezza di tutti.
“L’anima mia esulta in Dio mio Salvatore!”.

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