BLASI MARIO PARROCO EVANGELIZZA – domenica seconda avvento anno C – Lc 3, 1

Domenica seconda di avvento dell’anno C – Luca 3, 1ss.
Blasi don Mario evangelizza chi cerca Dio
“La Parola di Dio scese su Giovanni… Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore “.
L’attività di Giovanni è collocata nel deserto. Su di lui scende la Parola di Dio in un momento ben preciso della storia: al tempo dell’imperatore Tiberio, al tempo di Erode, governatore della Giudea, al tempo dei sommi sacerdoti Anna e Caifa.
La Parola scende dal cielo per illuminare la storia degli uomini. E’ un dono elargito a tutti gli uomini senza distinzione. La Parola scesa dal cielo deve illuminare quelli che hanno il potere sia civile che religioso e la gente semplice nella loro vita quotidiana. E’ un dono per tutti: buoni e cattivi, giusti e ingiusti, onesti e peccatori. Ogni uomo è chiamato ad accogliere il dono della bontà della Parola di Dio che redime e salva.
Gli uomini tutti, piccoli e grandi, ebrei e pagani, sono spettatori e destinatari dei grandi e piccoli avvenimenti operati da Dio.
L’iniziativa della salvezza parte sempre da Dio, ma la risposta è sempre dell’uomo. La salvezza è un dono di Dio che esige la risposta libera e gioiosa dell’uomo. Ogni uomo è chiamato ad accogliere il messaggio di amore che viene dalla Parola (Gesù) per ridonarla ai fratelli nella semplicità della vita di ogni giorno.
Il cristiano, accogliendo l’amore di Dio nel cuore, deve diventare una persona gradita a Dio e ai fratelli in ogni circostanza della vita.
“Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio “.
Giovanni Battista, nel deserto, al di là del Giordano, predica un battesimo di penitenza, cioè di morte al peccato per risorgere ad una nuova vita. Giovanni è un uomo austero e povero, senza potere religioso e politico, e riceve la parola dal cielo per ridonarla agli uomini. Egli chiama tutti a passare dalla logica umana ed egoistica alla logica dell’Amore di Dio.
Ogni uomo è chiamato a rompere i legami del male per incontrare Colui che dona Amore e vita.
Per mezzo di Gesù il mondo di Dio e quello degli uomini (Cielo e Terra) sono riuniti: l’uomo è chiamato ad avere la condizione divina per vivere felice.

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AVVENTO prima domenica anno C – BLASI MARIO PARROCO EVANGELIZZA

Prima Domenica di Avvento anno C – Don Mario Blasi evangelizza
I DOMENICA DI AVVENTO (Lc21,25-28.34-36) – “Quando incominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina “.
Inizia un nuovo cammino liturgico, conosceremo le diverse tappe della nostra salvezza. All’inizio del cammino si vede già il termine ultimo dell’esistenza umana. L’uomo va verso Dio per diventare simile a Lui. DIO E’ LA META DI OGNI UOMO. Solo Dio appaga tutti i desideri di questa piccola fragile creatura. Dio è Amore che dona vita. Solo Gesù rivela l’Amore di Dio tra gli uomini. Con la Sua morte e la Sua Risurrezione Egli dona la forza per diventare come Lui. Egli è il Signore della storia. Con la potenza del Suo Amore domina la potenza del male che galoppa nella storia e crea un mondo nuovo con la collaborazione dell’uomo che accoglie il Suo messaggio.
Con il Suo Amore accolto nel cuore dell’uomo e da questi ridonato, provoca un cambiamento radicale della vita. Questo cambiamento è simboleggiato dal sole, dalla luna e dalle stelle che vengono meno. Il sole, la luna e le stelle non sono divinità, come dicevano gli antichi, ma creature di Dio a servizio dell’uomo, sono orologio cosmico che scandisce il tempo: i giorni, le stagioni, gli anni.
Con Gesù inizia l’Oggi della salvezza. “Vegliate e pregate “. Nei momenti di difficoltà il cristiano deve rimanere saldo nella fede, cioè nell’amore di Gesù e deve essere vigilante nella preghiera. Deve avere sempre davanti a sé il volto glorioso di Gesù che dona gioia piena ai giusti. Lungo il cammino della vita c’è sempre in agguato il pericolo: le preoccupazioni, il duro lavoro, le piccole ingiustizie subite. Con questi affanni la Parola di Dio non cresce nel cuore.
E’ necessario quindi vegliare, cioè agire con sobrietà, senza paura, e bisogna pregare per accrescere la nostra fede, ossia accogliere l’amore di Dio nel cuore per ridonarlo alle persone perché diano anch’esse lode a Dio che ci ama.
L’amore di Dio accolto sia sempre ridonato con gioia ai fratelli!
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L’Avvento è il tempo che prepara il cristiano alla festa del Natale. E’ il tempo in cui si ricorda Gesù Figlio di Dio fatto uomo.
Il Dio invisibile si rende visibile nella storia per mezzo di Gesù.
Il cristiano è chiamato a scoprire e ad annunciare la presenza di Dio nella storia. Ha il dovere di conoscere e di far conoscere che Colui che è venuto, che viene e che verrà è il Salvatore di tutti.
E’ l’Atteso dell’umanità.
Nell’Avvento si celebra la venuta di Gesù nella storia come uomo-Dio e si invoca il Suo ritorno come Signore per la salvezza di tutti i popoli. Il Suo ritorno sarà un Avvento pieno e definitivo. In questa attesa bisogna vegliare per non essere sorpresi al Suo ritorno. Nessuno può prevedere la venuta del Signore. Tutto è nelle mani di Dio.
La Signoria di Dio nella storia è assoluta.
In ogni epoca è evidente il contrasto tra chi vive di fede e chi vive di interesse personale, tra chi vive nel cammino della legge dell’amore di Gesù: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”, e chi percorre la strada dell’egoismo.
L’uomo, con la sua libertà, può perdere l’orientamento della vita.
Il cristiano sta sveglio quando ama e serve il fratello con dedizione sincera. Il credente di ogni tempo corre il rischio di appesantire il cuore nelle preoccupazioni giornaliere, perciò deve pregare, cioè invocare lo Spirito Santo perché doni l’Amore di Cristo e il cuore del fedele lo accolga.
E’ duro rimanere desti, ossia amare come ha amato Lui, il Signore Gesù. Non è facile. Tenere gli occhi aperti quando il sonno ci opprime è faticoso perché servire il fratello con cuore sincero richiede impegno costante e preghiera fiduciosa.
Il cristiano, in questo periodo di Avvento, invochi lo Spirito Santo perché doni a tutti la capacità di amare con la stessa forza di Dio.

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LA MUSICA E IL MUSICISTA DI FRONTE AL MISTERO. Da un pensiero di san Giovanni Paolo II

LA MUSICA COME L’ARTE E’ DI FRONTE AL MISTERO (considerazione di un pensiero espresso da san Giovanni Paolo II))

La musica è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primigenia, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. È la parola dell’origine, che scruta, al di là dell’immediatezza dell’esperienza, il senso primo e ultimo della vita. È conoscenza tradotta in suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezioni sull’arcano della vita, oltre i limiti che il concetto non può superare: aperture, dunque, sul profondo, sull’altro, sull’inesprimibile dell’esistenza, vie che tengono libero l’uomo verso il mistero e ne traducono l’ansia che non ha altre parole per esprimersi. Religiosa, dunque, è l’arte perché conduce l’uomo ad avere coscienza dell’inquietudine che sta al fondo del suo essere e che né la scienza, con la formalità oggettiva delle leggi, né la tecnica, con la programmazione che salva dal rischio d’errore, riusciranno mai a soddisfare.

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PAOLO VI ESORTA ALLA SANTITA’ DA SANTO

Siate santi
di santi ha bisogno la Chiesa
ed ha bisogno il mondo:
pertanto la nostra umile esortazione:
Siate santi
merita che voi la accogliate
e la ripensiate.

Paulus P.P. VI
(7 luglio 1965)

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PARTECIPAZIONE INTERGENERAZIONALE AI SACRAMENTI NELLA POTENZA DIVINA D’AMORE

LA LEALTA’ DELL’AGIRE CONSAPEVOLE (Amedeo Fattoretta)
Per i giovani che cercano la sincerità, il mistero celebrato vale in quanto si manifesta come esperienza di luce e di risurrezione e viene vissuto nell’assunzione di impegni quotidiani con la speranza di rinnovare questo mondo, grazie all’efficacia dell’amore operoso del Redentore. Sono le persone meno assuefatte a gesti tradizionali che manifestano la gioia dei sacramenti.
Se uno non capisse quello che fa, ne va di mezzo la sua lealtà nell’agire. Le motivazioni talora sono estranee alla coscienza cristiana. Quando uno andasse con tutta superficialità in chiesa a ricevere la santa comunione o l’unzione degli infermi si destano perplessità o problemi riguardanti la chiara consapevolezza personale del valore del sacramento. Se il gesto mancasse di autenticità cristiana l’interessato non dà valore a quello che si celebra. E’ sempre importante la serietà della scelta consapevole. Con gli altri si può riscoprire e verificare la bellezza del vivere autenticamente la vita della Chiesa.
Chi nelle celebrazioni si riunisce, convocato in assemblea con gli altri, spera di capire le opere meravigliose dell’amore misericordioso verso tutti, così recupera il nucleo fondamentale ed originario degli atti. A questi corrisponde una conversione nella piena coscienziosa sincerità. Ha valore l’autentica testimonianza personale dei valori cristiani recepiti nella dimensione antropologica ed in quella soprannaturale dell’amore divino. La promozione dell’integrità dei significati umani e soprannaturali arricchisce la dignità della persona umana.
In questi tempi di indifferenza, c’è l’esigenza di educare alla preghiera liturgica e personale i ragazzi, in modo progressivo, per giungere alla chiara comprensione che è indispensabile ai comunicandi ed ai cresimandi. Frutto dell’autentica partecipazione sacramentale è l’impegno di rispetto e servizio generoso nella comunità propria verso le persone vicine e verso quelle emarginate, chiamate sorelle e fratelli come figli adottivi dello stesso unico Padre celeste.
Viene ringiovanita spiritualmente la comunità dei credenti ad opera della potenza divina d’Amore, data la forza dello spirito di salvezza. Tutta la vita comunitaria parrocchiale converge nella celebrazione dei sacramenti con cui sperimenta prima di ogni altra cosa la comunione con il Risorto, nell’unirsi in lui e con lui.
I giovani cercano le testimonianze di fraterna condivisione. L’eterno sacerdote realizza con i credenti il culto pubblico per mezzo dei sacramenti a vantaggio di tutti. L’incontro e la comunione intergenerazionale che si realizzano nei sacramenti quando sono illuminati dalla fede, sono unione delle persone con il mistero trinitario. Alla Messa, anche ogni singolo defunto viene considerato come membro vivo della comunità celebrante l’Eucarestia. Sarebbe prioritario il voler favorire nella comunità parrocchiale la partecipazione attiva paritaria di ogni persona presente e consapevole che nel rito celebrato lo Spirito santifica i credenti.
I giovani cercano celebrazioni sacramentali autentiche che sono vera comunione con l’Immolato Risorto. Desiderano creare testimonianze di cordialità e opere fraterne. Non è autentica una spettacolarità celebrativa che turbasse il raccoglimento orante dell’assemblea. La dignità celebrative è ricevere e donare la condivisione spirituale con il corpo mistico di Cristo.
Quel che si desidera e si chiede per tutti è la potenza divina d’Amore.

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FERMO nella meta’ del secolo XIX : istruzione beneficenza, pie unioni, chiese, case religiose elenco dal libro di G. BARBONI 1854

PRESENZA CRISTIANA

A FERMO NELLA META’ DEL SEC.XIX con le istituzioni  e l’architettura sacra

ISTRUZIONE, BENEFICENZA, ASSISTENZA, COMUNITA’ RELIGIOSE, CONFRATERNITE, CHIESE URBANE E ESTERNE

in “Diario sacro storico-statistico di Fermo per l’anno MDCCCLIV…” Ripatransone 1854

**ELENCO DI ISTITUZIONI D’ISTRUZIONE E DI BENEFICENZA:

Brefotrofio

Cappella musicale

Collegio dei dottori

Monte di pietà, prestiti finanziari

Monte frumentario un Mattei

Monte frumentario di Sant’Anna

Opera Pia Montani per arti e mestieri

Orfanotrofio femminile

Orfanotrofio maschile

Ospedale degli infermi

Scuola pia delle fanciulle povere

Seminario

Università o Studio Generale

**ELENCO DELLE COMUNITA’ RELIGIOSE

Agostiniani scalzi

Benedettine

Benedettini

Cappuccine francescane

Cappuccini francescani

Clarisse francescane

Conventuali francescani

Convittrici “Bambin Gesù”

Domenicane

Domenicani

Eremitani di Sant’Agostino

Filippini dell’Oratorio

Gesuiti

Minori osservanti francescani

Missionari di San Vincenzo de’ Paoli o Lazzaristi

**ELENCO DELLE CONFRATERNITE E PIE UNIONI

  • Del Carmine
  • Della Concezione
  • Delle Dame della carità (s. Vincenzo de Paolis)
  • Della Madonna degli Angeli (Carcera)
  • della Madonna della Consolazione e S. Monica
  • della Madonna di Loreto
  • del Nome di Dio
  • del Nome di Maria consolatrice
  • di Ognissanti
  • della Pietà
  • della Sacra Spina
  • di Saletto: SS. Crocifisso e Madonna del Pianto
  • di San Giuseppe
  • di Sant’Angelo custode
  • di Sant’Antonio da Padova
  • del Santissimo Sacramento
  • della Santissima Trinità e S. Anna
  • del Suffragio
  • del Terz’Ordine di San Francesco

 

CHIESE EDIFICI DENTRO FERMO e dedicazioni

  • Duomo o cattedrale
  • Carmine
  • Cosma e Damiano
  • Madonna del Pianto
  • Madonna della Misericordia
  • Madonna delle Grazie

–      Ognissanti

– S. Croce

– San Bartolomeo o pietà

– San Domenico

– San Francesco

– San Giovanni Battista

– San Girolamo

– San Giuliano

– San Gregorio magno

– San Martino

– San Michele Arcangelo

– San Pietro in Penna

– San Rocco

– San Zenone

– Sant’Agostino

– Sant’Anna

– Sant’Antonio Abate

– Sant’Ignazio

– Santa Annunziata

– Santa Caterina

– Santa Chiara

– Santa Lucia

– Santa Maria dell’Umiltà

– Santa Marta

– Santa Teresa

– Santo Luigetto

– Santo Spirito

– SS.Trinità

 

CHIESE EDIFICI ESTERNI ALLA CITTA’ DI FERMO

  • Madonna degli Angeli (Carcera)
  • Madonna del Carmine
  • Madonna del Ferro
  • Madonna del Rosario
  • Madonna del suffragio (Camposanto)
  • Madonna della Neve (presso Ete)
  • San Girolamo
  • San Leonardo
  • San Lorenzo
  • San Marco ai Paduli (o Paludi)
  • San Marino
  • San Martino (Borgia)
  • San Martino oltre l’Ete
  • San Salvatore al Tenna
  • San Salvatore alla Montagnola
  • San Tommaso di Canterbury
  • Sant’Andrea
  • Sant’Ansovino
  • Santa Maria a Mare
  • Santa Maria a Montone
  • Santa Maria Castiglione
  • Santa Maria Iacobe
  • Santa Maria Maddalena
  • Santa Vittoria
  • Crocifisso (sotto Camposanto)
  • Crocifisso al Massaccio
  • Crocifisso alla Mossa
  • Crocifisso di Saletto

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DIOCESI  FERMANA

Nel 1854 la popolazione nei 63 paesi che formavano la diocesi di Fermo comprese le Ville di Ascoli era di 158.000 anime con 959 chiese. Le chiese nei centri urbani erano di numero 519; quelle rurali n° 440. Le vicarie zonali foranee n° 63.

Le parrocchie n° 145  cui erano collegate altre  21 chiese .

Il comune di Fermo era di 19.000 abitanti in 10 parrocchie urbane e rurali.

Digitazione di Albino Vesprini *******

 

 

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OPERE D’ARTE per riflettere e pregare a Fermo con la tovaglia dell’Assunta nella cattedrale. Germano Liberati

LIBERATI MONS. GERMANO FA RIFLETTERE E PREGARE CON
LA T0VAGLIA DELL’ASSUNTA TRA STORIA E ATTUALITA’ DELLA CATTEDRALE A FERMO

Poter ammirare la splendida tovaglia che orna l’altare maggiore della Cattedrale, in una riproduzione fotografica, al di là dei brevi giorni delle celebrazioni festive dell’Assunta, è un’iniziativa culturale di non poco conto e interesse. Ma l’intento va ben oltre e procura la possibilità di penetrare nelle ragioni di sì certosino lavoro e coglierne il messaggio che ancor oggi ne scaturisce.
Non a caso la tovaglia fu iniziata e portata a compimento dalle abili mani di alcune monache benedettine del monastero di San Giuliano di Fermo tra il 1915 e il 1917. Erano gli anni della prima grande guerra del secolo scorso, detta giustamente “mondiale”. Fu una preghiera e un punto sostanziati da un lavoro indefesso e logorante, quasi penitenziale, da offrire alla Beata Vergine, patrona della città, nella sua festa, d’Assunta, per scongiurare gli orrori del conflitto e implorare la pace.
Offrire oggi a tanti la visione fotografica del capolavoro di arte e tecnica, è offrire l’opportunità per una riflessione su questo nostro nuovo secolo, apertosi in modo non certo diverso da quello trascorso.
L’ammirazione e la contemplazione dei ricami e delle scene possono essere il tramite per una preghiera, come dinanzi ad un’icona o ad un ex-voto; un invito a sentirci uniti e solidali, come i raffigurati protagonisti della cavalcata, per entrare nella Cattedrale, porsi dinanzi alla splendida immagine dell’Assunta dell’abside e chiedere con fiducia e insistenza, ancora una volta, come allora, per l’umanità lacerata da conflitti e discordie, la convivenza pacifica tra i popoli e le nazioni, tra le persone di ogni razza e fede.

Digitazione di Albino Vesprini ************

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FERMO ARCHIVIO DELLE PERGAMENE ELENCATE DA HUBART numerate in sequenza per Comuni

===HUBART – NUMERI DATI ALLE PERGAMENTE DI FERMO IN ORDINE PER COMUNI ===
ACCUMOLI, 385, 859
ACQUAVIVA, 665, 1036, 1037-1058
ALTETA (presso Montegiorgio), 2252
AMANDOLA, 132, 337, 393, 725 bis, 824, 964
AMATRICE, 385, 479, 843
ANCONA, 22, 24, 35, 46, 49, 183, 309, 450, 490, 528, 800, 809, 810, 812, 1208, 1209, 1244, 1251, 1292, 1293, 1336, 1352, 1510
APEZZANA (presso Loro Piceno), 1531, 1532, 1662
ARQUATA, 1533-1542
ASCOLI PICENO, 219, 248, 442, 447, 456, 479, 500, 595, 628, 712, 808, 918, 922, 950, 981, 982, 1275, 1276, 1277, 1426, 1427, 1428, 1429-1442, 1529
BELMONTE PICENO, 1543, 1544
BIBIANO, 799
BITTONO, 258,
BOCCABIANCA (a Cupra Marittima), 635
BOREMPADURO (a San Benedetto del Tronto), 1545
BRUNFORTE (presso Gualdo), 59, 60, 63, 70, 74, 79, 81, 90–114, 125, 873, 1546-1553
BUCCHIANO DI MONTERINALDO, 143 bis, 144, 145, 146, 148
CAMERINO, 402, 490,
CAMPOFILONE, 1554-1560
CAMPORO DI CARASSAI, 1561
CARNASSALE, CARASSAI, 52, 1562-1565
CASTELLO FERMANO (presso Servigliano), 135, 427
CASTIGNANO, 532,
CIVITANOVA, 866, 1315, 1566, 1567, 1568, 1569, 1570-1593, 2356, 2357, 2358
COLLICILLO (presso Montegiorgio), 979, 1594-1599
COSSIGNANO, 992, 1102, 1600, 1601, 1602
EPISCOPATO Fermano, 17, 26, 41, 126, 127, 431, 511, 537, 629, 657, 755, 763, 783, 929, 937, 996, 1279, 1299, 1333, 1603-1624
FABRIANO, 334, 422, 517, 709, 718, 743, 753 bis, 815, 1116, 1351, 1625, 1626
FALERONE, 1627
FARFA, 1801
FERMO, passim: 1-20, 26-44, 47–54, 118—157, 162, 163, 172–190, 192-223, 225–258, 260–280, 295—562, 565—700, 707—1034, 1095–1530
FIRENZE, 554, 784,
FRANCAVILLA, 671, 675, 1628, 1629, 1630
GABBIANO, 1631-1638, 1677
GROTTAMMARE, 1639-1647
GUALDO, 55- 59, 6176, 79, 80, 83-87, 116, 117, 121, 496,
GUARDIA, 52
GUBBIO, 445, 661
IADRA (= Zara), 28, 522, 534, 695, 697, 764, 1152, 1169, 1235, 1236, 1308, 1343
IESI,528, 609, 619, 1292
LAPEDONA, 1648, 1649
LORETO, 1377
LORO PICENO, 1650-1662
LUTARESCO (di Pescara), 364
MACERATA, 15, 37, 563, 601
MAGLIANO DI TENNA, 909, 1663, 1664
MARANO (oggi Cupra Marittima), 744, 747, 1665-1673
MASSA FERMANA, 1319, 1674-1680
MASSIGNANO, 1061, 1062, 2359
MERCATO (a San benedetto del Tronto), 1681, 1682, 1683
MOGLIANO, 174, 175, 237, 294, 421, 638, 975, 1161, 1686-1744 bis
MONASTERO BEATO MARTINO DEL TESINO (a Grottammare),1100
MONASTERO DI FERENTILLO, 242, 259, 306, 360, 378, 1365
MONASTERO DI S. ANASTASIO (Amandola), 788
MONSAMPIETRO MORICO, 2003, 2004, 2005
MONT’OLMO (oggi Corridonia), 601, 902, 993, 2178
MONTAPPONE, 675, 1749-,1750-1767
MONTE APPONELLO (presso Montegiorgio), 1768-1775, 1776, 1777, 1778
MONTE AQUILINO (presso San Benedetto del T.), 1779, 1780, 1781
MONTE CRETACCIO (presso San Benedetto del T.), 1789, 1790, 1791
MONTE FALCONE APPENNINO,744, 1793-1815
MONTE MILONE (oggi Pollenza), 1884
MONTE PASILLO (oggi Comunanza), 1920–1828
MONTERODALDO (presso Santa Vittoria in Matenano), 2177
MONTE SAN. PIETRO DEGLI AGLI, 27-30, 39, 51, 89, 115, 177, 201, 250, 354, 357, 506, 640, 654, 720, 723, 852, 1363, 2006-2108
MONTE SANTA MARIA IN GEORGIO (oggi Montegiorgio), 224, 225, 355, 630, 632, 689, 939, 979, 1981-2002
MONTE SANTO (oggi Potenza Picena), 307, 519, 572, 708, 1966- 1980
MONTE SECCO (presso Fermo), 277, 664, 669, 2109-2117
MONTE VIDON COMBATTE, 1878
MONTE VIDON CORRADO,1870, 1880, 1881
MONTECOSARO,685, 1782, 1788
MONTEFIORE DELL’ASO,1816-1825
MONTEFORTINO,304, 640, 811, 971, 1826-1865
MONTEGIBERTO, 1866,1867
MONTEGRANARO, 1868,1877
MONTELEONE DI FERMO, 1882, 1883
MONTELPARO, 1259
MONTELUPONE, 191, 296, 710,
MONTERINALDO, 1259, 2005
MONTERUBBIANO,281, 293, 768, 1254, 1929-1965
MONTEVERDE, 80, 179, 181, 355, 395, 630, 668, 674, 675, 872, 2119-2176
MONTONE (presso Fermo), 2118
MONTOTTONE, 1885-1919
MONTURANO, 644, 1744, 1745, 1746
MORESCO, 774, 1747, 1748
MORICO DI SAN GINESIO, 1684, 1685
MORROVALLE, 733, 821, 860
MORTULA (oggi Montalto), 580
NORCIA, 712
OFFIDA, 361, 595, 964, 982, 983,
PENNA SAL GIOVANNI, 823, 2179, 2180, 2181
PERUGIA,425
PETRIOLO, 421, 2182-2188
PETRITOLI, 294, 642, 646, 683,931, 713, 975, 984, 989, 1681, 1712, 1734, 1736, 1743, 2189-2197
PISA, 814,
POGGIO SAN LORENZO 2198
POGGIO SANTA LUCIA (presso Mogliano), 2200-2204
PONZANO, 209, 936, 2205, 2206
PORCULA (oggi Porchia), 2207-2212
PORTO DI FERMO (oggi Porto San Giorgio), 136, 659,1226, 2213-2223
RAPAGNANO, 2224
RAVENNA, 1208
RECANATI, 24, 35, 49, 406, 528, 722, 809, 990, 1209, 1292, 1293
RIMINI, 1208
RIPACERRETO (oggi Cerreto di Montegiorgio), 156, 937, 979, 2252
RIPATRANSONE, 173,362, 565, 871, 1058, 1202, 2225-2251
RIPE, 683
SANT’ ANDREA (presso Cupra Marittima), 2253-2258
SANT’ANGELO IN PONTANO, 637, 1282, 1368, 2259-2301
SANTA VITTORIA IN MATENANO, 2302
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 69, 215, 228, 236, 240, 246, 252, 690, 699, 701-706, 857, 1063, 1094
SAN CLAUDIO (presso Corridonia) 1475
SAN FLAVIANO, 1345
SAN GINESIO, 121, 162, 344, 349, 399, 1302, 1305, 2314-2320
SAN GIUSTO (oggi Monte San Giusto), 15, 405, 1360
SAN SEVERINO MARCHE, 977, 986, 1197
SANT’ELPIDIO A MARE, 303, 677, 996, 2307, 2308-2313
SANT’ELPIDIO MORICO, 2306
SANTO JANO (presso Servigliano), 19
SARNANO, 75, 117, 2303, 2304, 2305
SENIGALLIA, 1098, 1099, 1208
SERRA SAN QUIRICO, 854,
SERVIGLIANO, 1059, 1060
SIENA, 45, 172, 574, 578, 636, 656, 672, 693, 1128
SISMONDO o GISMONDO (presso Gualdo), 55, 57, 73, 75, 77, 78, 82, 88, 89, 129, 1001, 2339-2349
SMERILLO, 226, 2321-2338
SPOLETO, 627, 987
TORRE DI PALME, 744, 2350, 2351, 2352
TORRE SAN PATRIZIO, 2353, 2354, 2355
TRIPONZO (presso Ripatransone), 871
TORCHIARO, 2205
VENEZIA, 44, 152, 153, 238, 368, 396, 401, 407, 409, 410, 448, 475, 525, 547, 573, 576, 584, 588, 626, 1529
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Nel 50° del transito di san Pio da Pietrelcina il bel dipinto di Salvatore Tricarico a Milano onora questo santo intercessore caro ai fedeli

Il pittore Salvatore Tricarico di Calvello in Basilicata, e residente a Milano, nel cinquantesimo del beato transito, avvenuto martedì 23 settembre 1958, presenta san Pio da Pietrelcina in atto di invocare la divina clemenza attorniato da festosi angeli, mentre i suoi piedi restano nei luoghi di San Giovanni Rotondo presso la sua chiesa. La parrocchia milanese lo festeggia con fiori splendidi e luci radiose presso il presbiterio, mentre i fedeli lo ammirano, felici nella preghiera che unisce l’umanità alla corte celeste.

Dipinto di Salvatore Tricarico,  il santo tra angeli e San Giovanni Rotondo

Dipinto di Salvatore Tricarico, il santo tra angeli e San Giovanni Rotondo

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ALLEANZA TRA FERMO E SERVIGLIANO 29 settembre 1267 da un frammento di pergamena

PERGAMENA FRAMMENTO DELL’ANNO 1267 settembre 29
Nel Nome di Dio. Patti stabiliti tra il comune di Fermo ed il comune di Servigliano, scritti nel registro dei patti del comune della predetta città. Traduzione in sintesi
. . . . Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno suo 1267, indizione decima, penultimo giorno di settembre. Riunito il consiglio generale della città fermana, solennemente come d’uso, l’egregio uomo il signor Lorenzo Tufulo figlio del fu signor Giacomo Tufulo doge di Venezia, podestà della città fermana, insieme con il Consiglio, senza nessun dissidente stabilirono come loro ambasciatore speciale Castello affinché riceva il patto e le promesse per il comune Fermano da mastro Angelo di mastro Pietro amministratore degli uomini del castello di San Marco di nuovo restaurato e affinché stipuli la pena, faccia le promesse e vincoli i beni del comune di Fermo.
Redatto nel predetto palazzo (. . . . manca)
Io Paolo Berardi notaio per mandato del signor podestà e per richiesta del consiglio scrissi e pubblicai.
\\\\
In Dei nomine. Amen. Hec est copia copie pactorum initorum inter Comune Firmi et Comune castri Serveliani, repertorum in registro pactorum Comunis dicte Civitatis ad folios xiii. quorum quidem pactorum tenor talis est, videlicet: | Copia pactorum initorum inter Comune Firmi et Comune castri Serveliani
In Dei nomine. Amen. Anno eiusdem millesimo ducentesimo sexagesimo septimo, indictione decima, die penultimo
Septembris. Generali consilio Civitatis Firmane ad sonum tube, vovem precosnis et sonum campane in palatio
Comunis eiusdem congregato sollepniter ut est moris. Vir egregius dominus Laurentius Tuphulus
natus filius memorie domini Iacobi Tuphuli Veneti(arum) ducis, Firmane Civitatis potestas una cum ipso Consilio et ipsum Consilium, nemine discordante, fecerunt, costituerunt, creaverunt et ordinaverunt d.
Castellum presentem, eorum et dicti Comunis legitimum sindicum, actorem, procuratorem et numptium
specialem, vel si quo alio nomine de iure melius dici potest, ad recipiendum magistrum Angelum magistri
Petri sindicum hominum et universitatis castri SANCTI MARCI de novo reparati nomine dictorum hominum uni=
versitatis in cives firmanos et pactum et promissiones eidem Sindico nomine dictorum hominum et
et universitatis castri SANCTI MARCI et pactum et promissiones recipiendum ab eodem pro Comune Firmano
et ad stipulandum penam et promictendum et obligandum bona Comunis Firmi et generaliter ad omnia et
singula fatienda que necessaria fuerint aut etiam opportuna, promictens dictus dominus potestas et Consilium
Firmanum et ratum habere quicquid per dictum sindicum factum et promissum fuerit in predictis et circa predicta
sub obligatione bonorum Comunis Firmani.

Actum in prescripto palatio presentibus domino Bevenuto de Elugu(bio) iudice potestatis, Andrea de (U)vanico
Dominico Massari, sotiis potestatis, Guidono de Eugubio, Paulo Sergenti et Nicolicto de Rollando, testibus.
Ego Paulus Berardi notarius mandato dicti domini potestatis et rogatu Consilii scripsi et pubblicavi.
In Dei nomine. Amen. Anno eiusdem millesimo ducentesimo sexagesimo septimo, indictione decima, die penultimo
septembris. Hec sunt pacta inita et promissiones habite inter dominum Castellum sindicum Comunis Firmi et
Magistrum Angelum (magistri Petri) sindicum hominum et universitatis castri SANCTI MARCI de novo re=
parati, (tempore potestatis) domini Laurentii Tuphuli Nati felicis memorie domini Iacobi dictus dominus magister Angelus sindicus dictorum hominum et universitatis Firmi perpetuam cittadinam Civitatis Firmane esse pr(omisit?) … Comune Firmi et iurare sequinicutum(!) Ci
\Nota che la pergamena è lacera mancante sul lato sinistro\
facere hostem et parlamentum guerrarum
sicut ceteri cives firmani salva
domino castellano sindico Comunis Firmi
ubi Comune Firmi possit unum palactium
lanus sindicus (Comunis) Firmi nomin(e)
universitat

Si nota lo Stile notarile.
I patti risultano scritti nei registri del comune di Fermo da cui vengono copiati. La presente copia è fatta in pergamena.
Il Consiglio ha ruolo di sovranità.
Tra il ceto notarile e il gruppo dirigente c’è saldatura sociale. Il notaio come tecnico della scrittura documentaria dà la fides certficatoria (certificazione in fede) nell’esercizio del potere politico comunale.
Oggi, risultano perduti i predetti registri comunali e questa pergamena è unica testimonianza del negoziato dell’alleanza politica tra i due comuni: Fermo e Servigliano. La validità è nella conformità agli Statuta Firmi et Castrorum Firmanorum.
Storicamente la pubblicazione dell’alleanza tra la città e il comune di Servigliano avviene dopo la sconfitta e la morte di Manfredi, nel periodo di declino delle lotte tra papato ed impero.
Frammento h. mm 21 x 23 irregolare, macchie, fori, perdita della parte sinistra inferiore della pergamena stessa.

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