EUROPA CRISTIANA da Pio II ai cattolici democratici

«L’Europa» è il titolo di un tarttato scritto da ENEA SILVIO PICCOLOMINI – PAPA PIO II

(De Europa, 1458-1461) in cui si parla dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, (oggi di Malta) che il Piccolomini considerava un mezzo per evitare il diffondersi dell’islamismo. Il timore che i mussulmani potessero invadere anche l’Italia recentemente era condiviso da san Giovanni Paolo II. Tra i primari impegni dei ‘Templari’ c’era l’attenzione e la dedizione gratuita verso gli infermi e i bisognosi senza distinzione di religione.   L’Europa ha radici cristiane.

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Pio X. \ L’Unione elettorale cattolica italiana era il movimento voluto da san Pio X per i laici cattolici, dopo che egli aveva soppresso l’Opera dei congressi. Gentiloni nel 1909 ne era Presidente perché il papa voleva che i cattolici fossero stati presenti in Parlamento e di fatto si associarono ai moderati liberali e nel 1913 ebbero il successo elettorale. Sei anni dopo, finita la Grande guerra, sorse ed ebbe successo il partito popolare di don Sturzo. Un volume che ne tratta – L’Unione Elettorale Cattolica Italiana 1906-1919. Un modello di impegno politico unitario dei cattolici, Cristianità, Piacenza 1993

Socialisti a Bologna 1904

Il Partito Socialista Italiano nacque a Bologna nel 1892 a Bologna, dopo il congresso di Genova e in dieci anni andò conquistando, in alcuni luoghi, gradualmente, i successi elettorali autoritari. Nel 1894 Andrea Costa fu eletto deputato a Budrio e Imola. Ebbero maggior successo nelle votazioni politiche nazionali e in quelle amministrative con accordi con partiti di sinistra, sotto la guida radicale della massoneria che univa repubblicani, radicali e socialisti. A Bologna nel 1902 quattro socialisti entrarono in Consiglio comunale. Francesco Zanardi fu eletto assessore. Ma i favoreggiatori “borghesi” ben presto si svogliarono degli ideali forti della propaganda socialista. Nel 1904 il PSI a Bologna si presentò da solo ed ebbe 5 deputati su 8 con 15.424 voti contro i 13.890 dei candidati della destra. I repubblicani insieme con i radicali ebbero poco più di un migliaio di voti.

CATTOLICI DEMOCRATICI a Bologna

All’inizio del secolo XX, si discuteva sul “non expedit”, cioè sulla mancata partecipazione dei cattolici all’attività politica. I democratici cristiani preparavano un partito cattolico autonomo passando attraverso un’alleanza “tattica” che poi avvenne con i moderati liberali. Furono avversati dai radicali e dai socialisti, anticlericali. I cattolici a livello locale si alleavano con i liberali in funzione anti-socialista. Nelle elezioni amministrative del 1895, a Milano, cattolici e moderati vinsero con 14.400 voti contro i 13.200 degli avversari repubblicani e socialisti alleati. Nello stesso anno nelle elezioni a Roma l’Unione Elettorale Romana cristiana vinse. Per evitare che i socialisti conquistassero il potere, l’alleanza dei fedeli cristiani con i liberali era considerata come scelta del “male minore”. La novità erano i progetti del movimento “democratico cristiano”, con un vasto programma di riforme sociali per tutelare gli interessi della grande parte della popolazione italiana costituita da operai e contadini.

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